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La Cassazione ha accolto il reclamo di Salvatore Madonia
cui era stata negata la possibilit? di mettere il seme in provetta
S? alla procreazione assistita
per boss in regime di 41bis
Ci sono gi? dei precedenti di fecondazione dietro le sbarre
Alcuni misteriosi, altri autorizzati dal giudice come Cutolo
Salvatore Madonia
ROMA - Anche i boss detenuti in regime di 41 bis hanno diritto a diventare padri in provetta. La Cassazione ha deciso che i reclusi sottoposti al carcere duro possono usufruire dei trattamenti per la procreazione assistita previsti dalla legge 40 del 2004. In pratica, in caso di problemi di fecondit? il liquido seminale dei detenuti pu? essere portato fuori dal carcere. In particolare, piazza Cavour ha stabilito che il boss di Cosa Nostra Salvatore Madonia, detenuto nel supercarcere dell'Aquila, potr? avviare con sua moglie, affetta da una patologia cronica, un programma di procreazione assistita.
Il verdetto, contenuto nella sentenza 7791, depositato oggi dalla I sezione penale, accoglie infatti il ricorso di Madonia, al quale il Dap aveva detto no alla sua richiesta di mettere il seme in provetta. Successivamente la magistratura di sorveglianza dell'Aquila, con decisione dello scorso 4 maggio, aveva dichiarato il "non luogo a provvedere" al reclamo di Madonia contro il diniego del Dap.
Ora il magistrato del capoluogo abruzzese dovr? occuparsi della voglia di paternit? di Madonia senza imporgli sacrifici che contrastano col trattamento conforme a principi di umanit? cui hanno diritto anche i detenuti pericolosi.
Salvatore Madonia sta scontando all'Aquila una condanna definitiva all'ergastolo per l'omicidio dell'imprenditore Libero Grassi. In carcere, il 23 maggio 1992, lo stesso giorno della strage di Capaci, si era sposato con Mariangela Di Trapani, figlia del capomafia Francesco. Grazie alla sentenza della Cassazione potr? ora avviare con sua moglie un programma di procreazione assistita. I coniugi Madonia hanno gi? un figlio, nato nel 2000 durante la detenzione del boss. Resta il mistero su come sia avvenuto il concepimento.
Ma quello di Madonia non ? l'unico caso di concepimento in provetta per capomafia detenuti nel carcere duro. Pioniere della fecondazione dietro le sbarre fu nel 2002 un "uomo d'onore" catanese, il cui nome, per motivi di privacy nei confronti del bambino, non ? mai stato reso noto. Fu il ministero della Giustizia ad autorizzare la fecondazione in vitro.
Resta avvolto dal mistero, invece, il caso dei boss di Brancaccio a Palermo, Filippo e Giuseppe Graviano, detenuti dal '94, condannati per le stragi di Roma, Milano e Firenze e per l'uccisione di padre Pino Puglisi. Nel 1997 i fratelli Graviano riuscirono a far "volare la cicogna" dalla cella in cui erano rinchiusi, sottoposti al 41 bis. Le loro mogli partorirono due bimbi in una clinica di Nizza, a distanza di un mese l'una dall'altra, nonostante i mariti fossero detenuti da oltre due anni. La procura di Palermo avvi? un'inchiesta in cui veniva ipotizzata una fecondazione in provetta realizzata illegalmente. Le indagini non portarono a identificare i complici dei boss.
Il 30 ottobre 2007 Raffaele Cutolo ? diventato pap? grazie a inseminazione. La notizia era stata tenuta nascosta per nove, lunghissimi mesi. Custodita dal silenzio dell'avvocato di famiglia e degli specialisti che hanno seguito tutta la procedura. La figlia ? la prima e unica erede dell'ex capo della camorra, condannato a nove ergastoli, in carcere dal 1982 e sottoposto da 14 anni al regime del 41 bis. L'autorizzazione per la fecondazione assistita era stata concessa dal ministero della Giustizia nel 2001, dopo una battaglia legale iniziata nel 1983. "Morir? in prigione - aveva detto Cutolo in una intervista - il mio ultimo desiderio ? regalare un figlio a mia moglie".
(20 febbraio 2008)
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La Cassazione ha accolto il reclamo di Salvatore Madonia
cui era stata negata la possibilit? di mettere il seme in provetta
S? alla procreazione assistita
per boss in regime di 41bis
Ci sono gi? dei precedenti di fecondazione dietro le sbarre
Alcuni misteriosi, altri autorizzati dal giudice come Cutolo
Salvatore Madonia
ROMA - Anche i boss detenuti in regime di 41 bis hanno diritto a diventare padri in provetta. La Cassazione ha deciso che i reclusi sottoposti al carcere duro possono usufruire dei trattamenti per la procreazione assistita previsti dalla legge 40 del 2004. In pratica, in caso di problemi di fecondit? il liquido seminale dei detenuti pu? essere portato fuori dal carcere. In particolare, piazza Cavour ha stabilito che il boss di Cosa Nostra Salvatore Madonia, detenuto nel supercarcere dell'Aquila, potr? avviare con sua moglie, affetta da una patologia cronica, un programma di procreazione assistita.
Il verdetto, contenuto nella sentenza 7791, depositato oggi dalla I sezione penale, accoglie infatti il ricorso di Madonia, al quale il Dap aveva detto no alla sua richiesta di mettere il seme in provetta. Successivamente la magistratura di sorveglianza dell'Aquila, con decisione dello scorso 4 maggio, aveva dichiarato il "non luogo a provvedere" al reclamo di Madonia contro il diniego del Dap.
Ora il magistrato del capoluogo abruzzese dovr? occuparsi della voglia di paternit? di Madonia senza imporgli sacrifici che contrastano col trattamento conforme a principi di umanit? cui hanno diritto anche i detenuti pericolosi.
Salvatore Madonia sta scontando all'Aquila una condanna definitiva all'ergastolo per l'omicidio dell'imprenditore Libero Grassi. In carcere, il 23 maggio 1992, lo stesso giorno della strage di Capaci, si era sposato con Mariangela Di Trapani, figlia del capomafia Francesco. Grazie alla sentenza della Cassazione potr? ora avviare con sua moglie un programma di procreazione assistita. I coniugi Madonia hanno gi? un figlio, nato nel 2000 durante la detenzione del boss. Resta il mistero su come sia avvenuto il concepimento.
Ma quello di Madonia non ? l'unico caso di concepimento in provetta per capomafia detenuti nel carcere duro. Pioniere della fecondazione dietro le sbarre fu nel 2002 un "uomo d'onore" catanese, il cui nome, per motivi di privacy nei confronti del bambino, non ? mai stato reso noto. Fu il ministero della Giustizia ad autorizzare la fecondazione in vitro.
Resta avvolto dal mistero, invece, il caso dei boss di Brancaccio a Palermo, Filippo e Giuseppe Graviano, detenuti dal '94, condannati per le stragi di Roma, Milano e Firenze e per l'uccisione di padre Pino Puglisi. Nel 1997 i fratelli Graviano riuscirono a far "volare la cicogna" dalla cella in cui erano rinchiusi, sottoposti al 41 bis. Le loro mogli partorirono due bimbi in una clinica di Nizza, a distanza di un mese l'una dall'altra, nonostante i mariti fossero detenuti da oltre due anni. La procura di Palermo avvi? un'inchiesta in cui veniva ipotizzata una fecondazione in provetta realizzata illegalmente. Le indagini non portarono a identificare i complici dei boss.
Il 30 ottobre 2007 Raffaele Cutolo ? diventato pap? grazie a inseminazione. La notizia era stata tenuta nascosta per nove, lunghissimi mesi. Custodita dal silenzio dell'avvocato di famiglia e degli specialisti che hanno seguito tutta la procedura. La figlia ? la prima e unica erede dell'ex capo della camorra, condannato a nove ergastoli, in carcere dal 1982 e sottoposto da 14 anni al regime del 41 bis. L'autorizzazione per la fecondazione assistita era stata concessa dal ministero della Giustizia nel 2001, dopo una battaglia legale iniziata nel 1983. "Morir? in prigione - aveva detto Cutolo in una intervista - il mio ultimo desiderio ? regalare un figlio a mia moglie".
(20 febbraio 2008)
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