ROMA (Reuters) - Dopo gli appelli in merito al "caso Contrada" e le critiche all'avvio della procedura per la grazia, il Quirinale, chiamato in causa, sottolinea in una nota che il capo dello Stato Giorgio Napolitano sa come comportarsi in simili circostanze.
Presidente della Repubblica[/URL] ha ben presente, di fronte a qualsiasi domanda di grazia, tutte le ragioni da prendere in considerazione, quanto stabilito dalla Corte Costituzionale e le procedure da rispettare", dice una nota diffusa dal Quirinale.
"Qualsiasi provvedimento in materia di differimento della pena, basato sulla gravità delle condizioni di salute dei condannati che stiano scontandola in carcere, è - com'è noto - di esclusiva competenza della Magistratura di sorveglianza", prosegue la nota.
Oggi i fratelli di Bruno Contrada hanno deciso di rispondere a Rita Borsellino, che si è espressa contro l'ipotesi di grazie all'ex numero tre del Sisde, in carcere in precarie condizioni di salute.
"Ci rattrista profondamente sentire affermazioni crudeli e gravi nei confronti di nostro fratello Bruno, della cui innocenza o colpevolezza non stiamo qui a discutere, anche se siamo sicuri che un giorno la vera giustizia ristabilirà la verità sulla sua vicenda giudiziaria", dicono i tre fratelli e le quattro sorelle di Contrada in una nota diffusa dall'avvocato dell'ex funzionario del Sisde, Giuseppe Lipera.
Nei giorni scorsi il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha avviato l'istruttoria per la concessione della grazia a Contrada, dopo che Napolitano gli ha girato la "supplica" del difensore.
Ieri Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino ucciso nella strage mafiosa di Via D'Amelio, ha detto di giudicare estremamente grave l'ipotesi che venga concessa la grazia a Contrada, dicendo che "la vicenda giudiziaria ha sempre lasciato l'alea del dubbio sul fatto che il dirigente del Sisde non abbia detto fino in fondo ciò che sapeva sulle complicità di parte delle istituzioni con l'organizzazione mafiosa".
Le sue parole non sono rimaste isolate, e familiari di vittime della mafia hanno chiesto un incontro con Napolitano.
"NOSTRO FRATELLO STA MALE"
"Nostro fratello è stato condannato dopo quindici anni di processo, e dopo che vi era stata anche una sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Palermo poi annullata dalla Corte di Cassazione... Giulio Andreotti e Corrado Carnevale avevano le stesse accuse, gli stessi pentiti che li accusavano, ma la loro storia si è conclusa diversamente, secondo noi, soltanto per un puro caso della sorte", proseguono nella nota i familiari di Contrada.
"Bruno è stato sfortunato: i suoi giudici hanno creduto agli ex mafiosi e assassini e non hanno creduto a centinaia e centinaia di persone per bene, come prefetti, capi della polizia, generali dei carabinieri, eccetera eccetera".
I fratelli e le sorelle di Contrada concludono che "nostro fratello sta male davvero ed ha settantasei anni e mezzo e potrebbe morire in qualsiasi momento e la signora Rita Borsellino, che è farmacista, questo lo dovrebbe capire meglio di chiunque".
Contrada, 76 anni, fu arrestato la vigilia di Natale nel 1992 con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e rimase in carcere due anni e mezzo.
Nel maggio scorso, la Cassazione ha confermato la sua condanna a 10 anni di reclusione, da scontare nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Contrada ha sempre respinto ogni accusa, rivendicando di essere un fedele servitore dello Stato e di essere stato accusato per la vendetta dei mafiosi che aveva incriminato in passato.
Da diverse settimane Contrada si rifiuta di alimentarsi regolarmente e ha gravi problemi di salute.
Presidente della Repubblica[/URL] ha ben presente, di fronte a qualsiasi domanda di grazia, tutte le ragioni da prendere in considerazione, quanto stabilito dalla Corte Costituzionale e le procedure da rispettare", dice una nota diffusa dal Quirinale.
"Qualsiasi provvedimento in materia di differimento della pena, basato sulla gravità delle condizioni di salute dei condannati che stiano scontandola in carcere, è - com'è noto - di esclusiva competenza della Magistratura di sorveglianza", prosegue la nota.
Oggi i fratelli di Bruno Contrada hanno deciso di rispondere a Rita Borsellino, che si è espressa contro l'ipotesi di grazie all'ex numero tre del Sisde, in carcere in precarie condizioni di salute.
"Ci rattrista profondamente sentire affermazioni crudeli e gravi nei confronti di nostro fratello Bruno, della cui innocenza o colpevolezza non stiamo qui a discutere, anche se siamo sicuri che un giorno la vera giustizia ristabilirà la verità sulla sua vicenda giudiziaria", dicono i tre fratelli e le quattro sorelle di Contrada in una nota diffusa dall'avvocato dell'ex funzionario del Sisde, Giuseppe Lipera.
Nei giorni scorsi il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha avviato l'istruttoria per la concessione della grazia a Contrada, dopo che Napolitano gli ha girato la "supplica" del difensore.
Ieri Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino ucciso nella strage mafiosa di Via D'Amelio, ha detto di giudicare estremamente grave l'ipotesi che venga concessa la grazia a Contrada, dicendo che "la vicenda giudiziaria ha sempre lasciato l'alea del dubbio sul fatto che il dirigente del Sisde non abbia detto fino in fondo ciò che sapeva sulle complicità di parte delle istituzioni con l'organizzazione mafiosa".
Le sue parole non sono rimaste isolate, e familiari di vittime della mafia hanno chiesto un incontro con Napolitano.
"NOSTRO FRATELLO STA MALE"
"Nostro fratello è stato condannato dopo quindici anni di processo, e dopo che vi era stata anche una sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Palermo poi annullata dalla Corte di Cassazione... Giulio Andreotti e Corrado Carnevale avevano le stesse accuse, gli stessi pentiti che li accusavano, ma la loro storia si è conclusa diversamente, secondo noi, soltanto per un puro caso della sorte", proseguono nella nota i familiari di Contrada.
"Bruno è stato sfortunato: i suoi giudici hanno creduto agli ex mafiosi e assassini e non hanno creduto a centinaia e centinaia di persone per bene, come prefetti, capi della polizia, generali dei carabinieri, eccetera eccetera".
I fratelli e le sorelle di Contrada concludono che "nostro fratello sta male davvero ed ha settantasei anni e mezzo e potrebbe morire in qualsiasi momento e la signora Rita Borsellino, che è farmacista, questo lo dovrebbe capire meglio di chiunque".
Contrada, 76 anni, fu arrestato la vigilia di Natale nel 1992 con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e rimase in carcere due anni e mezzo.
Nel maggio scorso, la Cassazione ha confermato la sua condanna a 10 anni di reclusione, da scontare nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Contrada ha sempre respinto ogni accusa, rivendicando di essere un fedele servitore dello Stato e di essere stato accusato per la vendetta dei mafiosi che aveva incriminato in passato.
Da diverse settimane Contrada si rifiuta di alimentarsi regolarmente e ha gravi problemi di salute.
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