Prostitute, identikit dei clienti
Giovani, quasi sempre single, a volte laureati ?Meglio le ragazze dell'Est, danno pi? affetto?
Hanno un'et? compresa tra 35 e 40 anni, lavorano, sono single e con un livello di istruzione medio-alto. Preferiscono le ragazze dell'Est che incontrano in hotel, saune o appartamenti, con una frequenza media di una volta ogni due mesi. Ma, soprattutto, scelgono le donne dell'Europa orientale o le cinesi, non solo perch? costano meno delle italiane, ma perch? con loro soddisfano il ?bisogno di affetto e di comprensione?.
Eccolo per la prima volta il profilo del cliente delle prostitute straniere ?trafficate ? (cio? vittime della tratta), cos? come emerge dallo studio How much? condotto per la Commissione europea dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicit?) con i ricercatori di Transcrime (Universit? di Trento e Cattolica di Milano) che verr? presentato gioved? a Milano.
I dati sono stati elaborati con lunghe analisi dei forum Internet e da un questionario pubblicato online. Ma un'altra parte della ricerca si ? mossa direttamente sul campo e se il profilo del cliente risultato qui ? diverso (et? tra 23 e 50 anni, sposato, con un partner regolare e uno o pi? figli, livello di istruzione basso o molto basso, incontri ogni 15 giorni) le motivazioni sono le stesse e il fattore ?bisogno di affetto/comprensione? resta ai primi posti. Dice un cliente: ?Le ragazze dell'Est sono tutte bellissime, la maggior parte bionde, alte, fatte bene, disponibili. Non fanno le cose come una catena di montaggio un colpo e via, anzi ti portano a casa loro, ti fanno rilassare, ti danno un po' di accoglienza. Mentre le prostitute italiane tendono solo a fare i soldi e concludere alla svelta?. Un'altra voce, su Internet: ?Gli italiani vogliono sesso, il buon, caro, sano, vecchio sesso. E magari anche un briciolo di affetto, vero o immaginario, che non guasta mai?. Stesso concetto ribadito da un intervistato: ?Con il sesso molti cercano anche affetto e un rapporto con la donna in generale, spesso l'atto vero e proprio passa in secondo piano?.
Numeri e affari
Secondo il Dipartimento per le pari opportunit? della presidenza del Consiglio, in Italia sono 9 milioni i clienti delle prostitute (che sono stimate in 70 mila, di cui pi? della met? straniere) con un giro d'affari di 90 milioni di euro al mese.
Lo studio di Transcrime, il primo del genere in Italia, ha cercato di dare un volto al cliente delle prostitute ?trafficate? (la maggior parte delle straniere) per capire cosa spinge gli uomini a cercare questo mercato del sesso che si ? diffuso nell'Unione Europea a partire dalla caduta del muro di Berlino e ha ormai raggiunto dimensioni preoccupanti.
A questi clienti ? cos? emerge dalla ricerca ? non interessa la storia che ? alle spalle della prostituta (per loro infatti ?la tratta non esiste? o al massimo coinvolge poche persone e le ?vittime? della prostituzione sono proprio i clienti ?sfruttati a causa del naturale bisogno di sesso tipico del maschio?). Anzi, dicono di preferire le donne dell'Europa orientale o le cinesi proprio perch? provengono da Paesi in cui vi ? il ?dovuto rispetto? per il maschio e quindi manifestano remissivit? anche nei confronti dei clienti italiani.
Dietro questa motivazione, poi, ce ne sono altre due: il bisogno di dominio e il rifiuto dell'emancipazione femminile. E se le prostitute italiane sono sbrigative e pensano solo ai soldi, le mogli/compagne sono viste cos?: ?Ti costringono ad andare in cerca di sesso a pagamento perch? quando ti sposano ti promettono che farai sesso tutte le volte che ne avrai voglia (e senn? chi si sposerebbe?), poi usano il sesso come una risorsa, un'arma, uno strumento per ottenere quello che vogliono?.
Case chiuse
Tutti gli uomini contattati si sono infine dichiarati, all'unanimit?, per la riapertura delle case chiuse. La regolarizzazione, secondo gli intervistati, costituisce un vantaggio per tutti: per i clienti (garanzia di privacy, igiene e controllo medico), per lo Stato (che pu? tassare i guadagni) e per le prostitute perch? si ridurrebbe lo sfruttamento da parte dei protettori.
L'ultima parte della ricerca riguarda la comparazione dei dati italiani con quelli di tre Paesi europei ? Olanda, Svezia e Romania ? che hanno una legislazione diversa dalla nostra. Questo aspetto, insieme agli altri, verr? illustrato nel seminario di gioved? a Milano (sala Vismara, via Copernico 1) dagli autori dello studio: per l'Ismu, Marco Lombardi, docente della Cattolica, e Paolo Ruspini; per Transcrime (il maggior centro universitario italiano sullo studio della criminalit? transnazionale) Andrea Di Nicola e Andrea Cauduro. Le conclusioni di How much?, secondo Lombardi, ?serviranno ora a sviluppare politiche innovative per combattere il traffico di esseri umani anche in un quadro normativo diverso da quello attuale?. Perch?, dice a questo proposito Di Nicola, ?una cosa abbiamo capito: la politica dello struzzo in Italia non paga. Meglio intervenire piuttosto che non fare niente?.
Luigi Corvi
26 novembre 2007
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Leggete l'articolo e ditemi che ne pensate...
Giovani, quasi sempre single, a volte laureati ?Meglio le ragazze dell'Est, danno pi? affetto?
Hanno un'et? compresa tra 35 e 40 anni, lavorano, sono single e con un livello di istruzione medio-alto. Preferiscono le ragazze dell'Est che incontrano in hotel, saune o appartamenti, con una frequenza media di una volta ogni due mesi. Ma, soprattutto, scelgono le donne dell'Europa orientale o le cinesi, non solo perch? costano meno delle italiane, ma perch? con loro soddisfano il ?bisogno di affetto e di comprensione?.
Eccolo per la prima volta il profilo del cliente delle prostitute straniere ?trafficate ? (cio? vittime della tratta), cos? come emerge dallo studio How much? condotto per la Commissione europea dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicit?) con i ricercatori di Transcrime (Universit? di Trento e Cattolica di Milano) che verr? presentato gioved? a Milano.
I dati sono stati elaborati con lunghe analisi dei forum Internet e da un questionario pubblicato online. Ma un'altra parte della ricerca si ? mossa direttamente sul campo e se il profilo del cliente risultato qui ? diverso (et? tra 23 e 50 anni, sposato, con un partner regolare e uno o pi? figli, livello di istruzione basso o molto basso, incontri ogni 15 giorni) le motivazioni sono le stesse e il fattore ?bisogno di affetto/comprensione? resta ai primi posti. Dice un cliente: ?Le ragazze dell'Est sono tutte bellissime, la maggior parte bionde, alte, fatte bene, disponibili. Non fanno le cose come una catena di montaggio un colpo e via, anzi ti portano a casa loro, ti fanno rilassare, ti danno un po' di accoglienza. Mentre le prostitute italiane tendono solo a fare i soldi e concludere alla svelta?. Un'altra voce, su Internet: ?Gli italiani vogliono sesso, il buon, caro, sano, vecchio sesso. E magari anche un briciolo di affetto, vero o immaginario, che non guasta mai?. Stesso concetto ribadito da un intervistato: ?Con il sesso molti cercano anche affetto e un rapporto con la donna in generale, spesso l'atto vero e proprio passa in secondo piano?.
Numeri e affari
Secondo il Dipartimento per le pari opportunit? della presidenza del Consiglio, in Italia sono 9 milioni i clienti delle prostitute (che sono stimate in 70 mila, di cui pi? della met? straniere) con un giro d'affari di 90 milioni di euro al mese.
Lo studio di Transcrime, il primo del genere in Italia, ha cercato di dare un volto al cliente delle prostitute ?trafficate? (la maggior parte delle straniere) per capire cosa spinge gli uomini a cercare questo mercato del sesso che si ? diffuso nell'Unione Europea a partire dalla caduta del muro di Berlino e ha ormai raggiunto dimensioni preoccupanti.
A questi clienti ? cos? emerge dalla ricerca ? non interessa la storia che ? alle spalle della prostituta (per loro infatti ?la tratta non esiste? o al massimo coinvolge poche persone e le ?vittime? della prostituzione sono proprio i clienti ?sfruttati a causa del naturale bisogno di sesso tipico del maschio?). Anzi, dicono di preferire le donne dell'Europa orientale o le cinesi proprio perch? provengono da Paesi in cui vi ? il ?dovuto rispetto? per il maschio e quindi manifestano remissivit? anche nei confronti dei clienti italiani.
Dietro questa motivazione, poi, ce ne sono altre due: il bisogno di dominio e il rifiuto dell'emancipazione femminile. E se le prostitute italiane sono sbrigative e pensano solo ai soldi, le mogli/compagne sono viste cos?: ?Ti costringono ad andare in cerca di sesso a pagamento perch? quando ti sposano ti promettono che farai sesso tutte le volte che ne avrai voglia (e senn? chi si sposerebbe?), poi usano il sesso come una risorsa, un'arma, uno strumento per ottenere quello che vogliono?.
Case chiuse
Tutti gli uomini contattati si sono infine dichiarati, all'unanimit?, per la riapertura delle case chiuse. La regolarizzazione, secondo gli intervistati, costituisce un vantaggio per tutti: per i clienti (garanzia di privacy, igiene e controllo medico), per lo Stato (che pu? tassare i guadagni) e per le prostitute perch? si ridurrebbe lo sfruttamento da parte dei protettori.
L'ultima parte della ricerca riguarda la comparazione dei dati italiani con quelli di tre Paesi europei ? Olanda, Svezia e Romania ? che hanno una legislazione diversa dalla nostra. Questo aspetto, insieme agli altri, verr? illustrato nel seminario di gioved? a Milano (sala Vismara, via Copernico 1) dagli autori dello studio: per l'Ismu, Marco Lombardi, docente della Cattolica, e Paolo Ruspini; per Transcrime (il maggior centro universitario italiano sullo studio della criminalit? transnazionale) Andrea Di Nicola e Andrea Cauduro. Le conclusioni di How much?, secondo Lombardi, ?serviranno ora a sviluppare politiche innovative per combattere il traffico di esseri umani anche in un quadro normativo diverso da quello attuale?. Perch?, dice a questo proposito Di Nicola, ?una cosa abbiamo capito: la politica dello struzzo in Italia non paga. Meglio intervenire piuttosto che non fare niente?.
Luigi Corvi
26 novembre 2007
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