questo dovrevvero fare i nostri cari politici..
UN MESE DA OPERAIO
Certe cose si devono vivere sulla propria pelle, altrimenti non le capisci. Puoi anche essere stato povero un tempo, ma poi gli agi della vita da ricco ti fanno dimenticare subito cosa vuol dire non avere nulla in cui sperare, non solo per te ma anche per i tuoi figli. Ci si adatta, per carit?, ad avere il portafogli sempre vuoto e a considerare che si pu? fare a meno di tante cose, talvolta anche dell?essenziale, perch? tanto non si ha scelta. Ma non ? giusto. A meno che, un giorno, il tuo datore di lavoro, uno con tanta grana in tasca, che va in giro in Mercedes e che spende quello che tu guadagni in un mese solo per gli sfizi, non venga improvvisamente fulminato da un?idea destinata a cambiare la sua vita e anche la tua, che lavori per lui. Capita nelle favole, ma la realt?, talvolta, sorprende. E in positivo. E? successo in un paesino vicino ad Ascoli Piceno, Campofilone, non meglio noto alle cronache se non per il fatto che l? c?? una fabbrichetta di pasta all?uovo, nulla di particolarmente grande: il fatturato non supera i due milioni di euro.
Il proprietario si chiama Enzo Rossi, ha 42 anni, una famiglia normale con due figlie. Nel suo pastificio lavorano una ventina di persone, per lo pi? donne. Media di stipendio: mille euro al mese. Poco, ovviamente. Tant?? che le operaie si lamentano spesso di non farcela ad arrivare alla fine del mese, ma il signor Enzo, come tutti gli imprenditori che si rispettino, non ci crede neanche un po?. Fino a quando non ci prova lui a vivere con quella cifra per un mese, con una famiglia da campare. Quasi una scommessa, la sua: vivere per un mese con lo stipendio dei suoi operai. Non solo: ci ha messo tutta la famiglia a lavorare in fabbrica per un mese, a partire dalle sue figlie, bambine viziate che non avevano mai dovuto rinunciare a nulla in vita loro. Le ha fatte lavorare gratis. E l?esperimento ? riuscito. Al punto che il signor Rossi, alla fine del duro girone dell?inferno, se n?? uscito con una frase che lui, uomo di solide posizioni di destra, non avrebbe mai creduto di poter pronunciare: ?E? giusto togliere ai ricchi per dare ai poveri?. Ed ha aumentato di 200 euro netti gli stipendi dei suoi operai.
Se dovesse funzionare sempre cos?, verrebbe la voglia di costringere tutti i papaveri di Confindustria a fare un giro da operaio per almeno due mesi della loro vita. Ma non siamo cos? idealisti e sognatori da credere che uno come Luca di Montezemolo, anche dopo aver messo le mani alla catena di montaggio della Fiat per un mese, diventerebbe pi? umano. Certa gente non cambia. L?Italia, per?, ? un Paese dove di Fiat ce n?? una sola. E dove le aziende che macinano la maggior parte del Pil sono soprattutto le piccole e medie imprese, quelle come il pastificio del signor Rossi, tanto per spiegare. E dove ci piacerebbe almeno sognare che altri piccoli imprenditori come lui arrivassero alla sua stessa considerazione. Questa: ?Stiamo tornando all'800 - ha spiegato l?esausto imprenditore alla fine del ?gioco? - quando nella mia terra c'erano i conti e i baroni da una parte ed i mezzadri dall'altra, e si diceva che i maiali nascevano senza coscia perch? i prosciutti dovevano essere portati ai padroni. Negli ultimi decenni il livello di vita dei lavoratori era cresciuto e la differenza con gli altri ceti era diminuita. Adesso si sta tornando indietro, e allora bisogna rimediare?.
E perch? tutti sappiano come si fa, diciamo subito che Enzo Rossi ha fatto cos?: ? Io mi sono assegnato 1.000 euro, e altri 1.000 sono arrivati da mia moglie, che lavora in azienda con me. Duemila euro per un mese, tante famiglie vivono con molto meno. Abbiamo fatto i conti di quanto doveva essere messo da parte per la rata del mutuo, l'assicurazione auto, le bollette... Con il resto, abbiamo affrontato le spese quotidiane. Il risultato ? ormai noto: dopo 20 giorni non avevamo un soldo. Mi sono vergognato, anche se ero stato attento a ogni spesa. Sa cosa vuol dire questo? Che in un anno intero io sarei rimasto senza soldi per 120 giorni, e questa non ? solo povert?, ? disperazione?.
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UN MESE DA OPERAIO
Certe cose si devono vivere sulla propria pelle, altrimenti non le capisci. Puoi anche essere stato povero un tempo, ma poi gli agi della vita da ricco ti fanno dimenticare subito cosa vuol dire non avere nulla in cui sperare, non solo per te ma anche per i tuoi figli. Ci si adatta, per carit?, ad avere il portafogli sempre vuoto e a considerare che si pu? fare a meno di tante cose, talvolta anche dell?essenziale, perch? tanto non si ha scelta. Ma non ? giusto. A meno che, un giorno, il tuo datore di lavoro, uno con tanta grana in tasca, che va in giro in Mercedes e che spende quello che tu guadagni in un mese solo per gli sfizi, non venga improvvisamente fulminato da un?idea destinata a cambiare la sua vita e anche la tua, che lavori per lui. Capita nelle favole, ma la realt?, talvolta, sorprende. E in positivo. E? successo in un paesino vicino ad Ascoli Piceno, Campofilone, non meglio noto alle cronache se non per il fatto che l? c?? una fabbrichetta di pasta all?uovo, nulla di particolarmente grande: il fatturato non supera i due milioni di euro.
Il proprietario si chiama Enzo Rossi, ha 42 anni, una famiglia normale con due figlie. Nel suo pastificio lavorano una ventina di persone, per lo pi? donne. Media di stipendio: mille euro al mese. Poco, ovviamente. Tant?? che le operaie si lamentano spesso di non farcela ad arrivare alla fine del mese, ma il signor Enzo, come tutti gli imprenditori che si rispettino, non ci crede neanche un po?. Fino a quando non ci prova lui a vivere con quella cifra per un mese, con una famiglia da campare. Quasi una scommessa, la sua: vivere per un mese con lo stipendio dei suoi operai. Non solo: ci ha messo tutta la famiglia a lavorare in fabbrica per un mese, a partire dalle sue figlie, bambine viziate che non avevano mai dovuto rinunciare a nulla in vita loro. Le ha fatte lavorare gratis. E l?esperimento ? riuscito. Al punto che il signor Rossi, alla fine del duro girone dell?inferno, se n?? uscito con una frase che lui, uomo di solide posizioni di destra, non avrebbe mai creduto di poter pronunciare: ?E? giusto togliere ai ricchi per dare ai poveri?. Ed ha aumentato di 200 euro netti gli stipendi dei suoi operai.
Se dovesse funzionare sempre cos?, verrebbe la voglia di costringere tutti i papaveri di Confindustria a fare un giro da operaio per almeno due mesi della loro vita. Ma non siamo cos? idealisti e sognatori da credere che uno come Luca di Montezemolo, anche dopo aver messo le mani alla catena di montaggio della Fiat per un mese, diventerebbe pi? umano. Certa gente non cambia. L?Italia, per?, ? un Paese dove di Fiat ce n?? una sola. E dove le aziende che macinano la maggior parte del Pil sono soprattutto le piccole e medie imprese, quelle come il pastificio del signor Rossi, tanto per spiegare. E dove ci piacerebbe almeno sognare che altri piccoli imprenditori come lui arrivassero alla sua stessa considerazione. Questa: ?Stiamo tornando all'800 - ha spiegato l?esausto imprenditore alla fine del ?gioco? - quando nella mia terra c'erano i conti e i baroni da una parte ed i mezzadri dall'altra, e si diceva che i maiali nascevano senza coscia perch? i prosciutti dovevano essere portati ai padroni. Negli ultimi decenni il livello di vita dei lavoratori era cresciuto e la differenza con gli altri ceti era diminuita. Adesso si sta tornando indietro, e allora bisogna rimediare?.
E perch? tutti sappiano come si fa, diciamo subito che Enzo Rossi ha fatto cos?: ? Io mi sono assegnato 1.000 euro, e altri 1.000 sono arrivati da mia moglie, che lavora in azienda con me. Duemila euro per un mese, tante famiglie vivono con molto meno. Abbiamo fatto i conti di quanto doveva essere messo da parte per la rata del mutuo, l'assicurazione auto, le bollette... Con il resto, abbiamo affrontato le spese quotidiane. Il risultato ? ormai noto: dopo 20 giorni non avevamo un soldo. Mi sono vergognato, anche se ero stato attento a ogni spesa. Sa cosa vuol dire questo? Che in un anno intero io sarei rimasto senza soldi per 120 giorni, e questa non ? solo povert?, ? disperazione?.
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