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questo ? quello che vogliono i politici italiani ?? in modo da continuare a fare i loro porci comodi come hanno fatto fin'ora ?? in modo che nessuno sappia + nulla ?? ( parmalat .. cirio .. argentina .. coop rosse .. unipol .. truffe .. nuove tasse ... speculazioni .. ecc.. ?? )
Un balzello pende su blogger e editoria online?
Una nuova spada di Damocle sulla Rete italiana: Valentino Spataro di Civile.it lancia l'allarme
VNUnet.it, vnunet 19-10-2007
A lanciare l'allarme ? Civile.it, dove Valentino Spataro scrive che una nuova legge sull'editoria del Governo obbligher? tutti i blog e i siti a diventare testate giornalistiche.
In altre parole, il disegno di legge sull'editoria presentato il 3 agosto dal Governo, e approvato in sordina dal Cdm lo scorso 12 ottobre, propone di "subordinare certe attivit? Web ad una iscrizione al Roc".
Il Roc ? il registro operatori di comunicazione presso l'autorit? per le comunicazioni. L'iscrizione al Roc impegna in una dichiarazione annuale su come e quanto si guadagna e al pagamento di diritti annuali in rapporto agli stessi.
Se passer? la nuova normativa, non solo gli editori, ma anche i blog, come quello pur gratuito di Beppe Grillo, anche se gestito da un privato e non da un editore, diventer? ipso facto prodotto editoriale, soggetto alla normativa sulla stampa: quindi avr? limitazioni in caso di sequestro, ma otterr? responsabilit? penali aggravate in caso di denuncia penale.
Una nuova spada di Damocle sulla Rete italiana: Valentino Spataro conclude sarcastico: " Potessero, chiederebbero la carta d'identit? a chiunque parla in pubblico. Su internet il controllo e' piu' facile. E imporre procedure burocratiche per l'apertura di un blog sara' il modo migliore per far finire l'internet Italiana."
E aggiunge, con amarezza: "Ricordate: il disegno di legge e' uscito in pieno agosto. Come tutte le leggi che vogliono migliorare la vita di noi tutti".
Un disegno di legge licenziato dal Cdm lascia intravedere l'obbligo di iscrizione
al registro per chi ha attivit? editoriali, forse anche per chi ha un blog o un sito
Il governo riforma l'editoria
Burocrazia sul web? Allarme in rete
ROMA - Consiglio dei ministri del 12 ottobre: il governo approva e manda all'esame del Parlamento il testo che vuole cambiare le regole del gioco del mondo editoriale, per i giornali e anche per Internet. E' un disegno di legge complesso, 20 pagine, 35 articoli, che adesso comincia a seminare il panico in Rete. Chi ha un piccolo sito, perfino chi ha un blog personale vede all'orizzonte obblighi di registrazione, burocrazia, spese impreviste. Soprattutto teme sanzioni penali pi? forti in caso di diffamazione.
Articolo 6 del disegno di legge.
C'? scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall'Autorit? per le Comunicazioni, chiunque faccia "attivit? editoriale". L'Autorit? non pretende soldi per l'iscrizione, ma l'operazione ? faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attivit? editoriale - continua il disegno di legge - significa inventare e distribuire un "prodotto editoriale" anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale ? tutto: ? l'informazione, ma ? anche qualcosa che "forma" o "intrattiene" il destinatario (articolo 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, Web incluso.
Scritte cos?, le nuove regole sembrano investire l'intero pianeta Internet, anche i siti pi? piccoli e soprattutto i blog. E' cos?, dunque? Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e padre della riforma, sdrammatizza: "Lo spirito del nostro progetto non ? certo questo. Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile".
Un esempio concreto, per?: il blog di Beppe Grillo verr? toccato dalle nuove norme? Anche Grillo dovr? finire nel registro ROC? "Non spetta al governo stabilirlo - continua Levi - Sar? l'Autorit? per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute davvero alla registrazione. E il regolamento arriver? solo dopo che la legge sar? stata discussa e approvata dalle Camere".
Insomma: se una stretta ci sar?, questa si materializzer? solo tra molti mesi, dopo il passaggio parlamentare e dopo il varo del regolamento dell'Autorit?. Ma nell'attesa vale la pena di preoccuparsi. Perch? l'iscrizione al ROC - almeno nella formulazione attuale - non implica solo carte da bollo e burocrazia. Rischia soprattutto di aumentare le responsabilit? penali per chi ha un sito.
Spiega Sabrina Peron, avvocato e autrice del libro "La diffamazione tramite mass-media" (Cedam Editore): "La vecchia legge sulle provvidenze all'editoria, quella del 2001, non estendeva ai siti Internet l'articolo 13 della Legge sulla Stampa. Detto in parole elementari, la diffamazione realizzata attraverso il sito era considerata semplice. Dunque le norme penali la punivano in modo pi? lieve. Questo nuovo disegno di legge, invece, classifica la diffamazione in Internet come aggravata. Diventa a pieno una forma di diffamazione, diciamo cos?, a mezzo stampa".
Anche Internet, quindi, entrerebbe a pieno titolo nell'orbita delle norme penali sulla stampa. Ne pu? conseguire che ogni sito, se tenuto all'iscrizione al ROC, debba anche dotarsi di una societ? editrice e di un giornalista nel ruolo di direttore responsabile. Ed entrambi, editore e direttore del sito, risponderebbero del reato di omesso controllo su contenuti diffamatori. Questo, ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale.
(19 ottobre 2007
Un balzello pende su blogger e editoria online?
Una nuova spada di Damocle sulla Rete italiana: Valentino Spataro di Civile.it lancia l'allarme
VNUnet.it, vnunet 19-10-2007
A lanciare l'allarme ? Civile.it, dove Valentino Spataro scrive che una nuova legge sull'editoria del Governo obbligher? tutti i blog e i siti a diventare testate giornalistiche.
In altre parole, il disegno di legge sull'editoria presentato il 3 agosto dal Governo, e approvato in sordina dal Cdm lo scorso 12 ottobre, propone di "subordinare certe attivit? Web ad una iscrizione al Roc".
Il Roc ? il registro operatori di comunicazione presso l'autorit? per le comunicazioni. L'iscrizione al Roc impegna in una dichiarazione annuale su come e quanto si guadagna e al pagamento di diritti annuali in rapporto agli stessi.
Se passer? la nuova normativa, non solo gli editori, ma anche i blog, come quello pur gratuito di Beppe Grillo, anche se gestito da un privato e non da un editore, diventer? ipso facto prodotto editoriale, soggetto alla normativa sulla stampa: quindi avr? limitazioni in caso di sequestro, ma otterr? responsabilit? penali aggravate in caso di denuncia penale.
Una nuova spada di Damocle sulla Rete italiana: Valentino Spataro conclude sarcastico: " Potessero, chiederebbero la carta d'identit? a chiunque parla in pubblico. Su internet il controllo e' piu' facile. E imporre procedure burocratiche per l'apertura di un blog sara' il modo migliore per far finire l'internet Italiana."
E aggiunge, con amarezza: "Ricordate: il disegno di legge e' uscito in pieno agosto. Come tutte le leggi che vogliono migliorare la vita di noi tutti".
Un disegno di legge licenziato dal Cdm lascia intravedere l'obbligo di iscrizione
al registro per chi ha attivit? editoriali, forse anche per chi ha un blog o un sito
Il governo riforma l'editoria
Burocrazia sul web? Allarme in rete
ROMA - Consiglio dei ministri del 12 ottobre: il governo approva e manda all'esame del Parlamento il testo che vuole cambiare le regole del gioco del mondo editoriale, per i giornali e anche per Internet. E' un disegno di legge complesso, 20 pagine, 35 articoli, che adesso comincia a seminare il panico in Rete. Chi ha un piccolo sito, perfino chi ha un blog personale vede all'orizzonte obblighi di registrazione, burocrazia, spese impreviste. Soprattutto teme sanzioni penali pi? forti in caso di diffamazione.
Articolo 6 del disegno di legge.
C'? scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall'Autorit? per le Comunicazioni, chiunque faccia "attivit? editoriale". L'Autorit? non pretende soldi per l'iscrizione, ma l'operazione ? faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attivit? editoriale - continua il disegno di legge - significa inventare e distribuire un "prodotto editoriale" anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale ? tutto: ? l'informazione, ma ? anche qualcosa che "forma" o "intrattiene" il destinatario (articolo 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, Web incluso.
Scritte cos?, le nuove regole sembrano investire l'intero pianeta Internet, anche i siti pi? piccoli e soprattutto i blog. E' cos?, dunque? Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e padre della riforma, sdrammatizza: "Lo spirito del nostro progetto non ? certo questo. Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile".
Un esempio concreto, per?: il blog di Beppe Grillo verr? toccato dalle nuove norme? Anche Grillo dovr? finire nel registro ROC? "Non spetta al governo stabilirlo - continua Levi - Sar? l'Autorit? per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute davvero alla registrazione. E il regolamento arriver? solo dopo che la legge sar? stata discussa e approvata dalle Camere".
Insomma: se una stretta ci sar?, questa si materializzer? solo tra molti mesi, dopo il passaggio parlamentare e dopo il varo del regolamento dell'Autorit?. Ma nell'attesa vale la pena di preoccuparsi. Perch? l'iscrizione al ROC - almeno nella formulazione attuale - non implica solo carte da bollo e burocrazia. Rischia soprattutto di aumentare le responsabilit? penali per chi ha un sito.
Spiega Sabrina Peron, avvocato e autrice del libro "La diffamazione tramite mass-media" (Cedam Editore): "La vecchia legge sulle provvidenze all'editoria, quella del 2001, non estendeva ai siti Internet l'articolo 13 della Legge sulla Stampa. Detto in parole elementari, la diffamazione realizzata attraverso il sito era considerata semplice. Dunque le norme penali la punivano in modo pi? lieve. Questo nuovo disegno di legge, invece, classifica la diffamazione in Internet come aggravata. Diventa a pieno una forma di diffamazione, diciamo cos?, a mezzo stampa".
Anche Internet, quindi, entrerebbe a pieno titolo nell'orbita delle norme penali sulla stampa. Ne pu? conseguire che ogni sito, se tenuto all'iscrizione al ROC, debba anche dotarsi di una societ? editrice e di un giornalista nel ruolo di direttore responsabile. Ed entrambi, editore e direttore del sito, risponderebbero del reato di omesso controllo su contenuti diffamatori. Questo, ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale.
(19 ottobre 2007
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