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8 Ottobre 1967 - Ernesto "CHE" Guevara

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    #31
    Originally posted by P A N I Z Z View Post
    Guarda, le fonti sono "varie", principalmente la storia illustrata e alcuni scritti proprio del Che.

    Tra questi ad esempio una sorta di diario in cui raccontava del Congo, scrivendo che non ne poteva pi?, che i neri erano esseri inferiori e si pentiva di essere partito, non erano neppure capaci di usare un fucile e quindi non valeva la pena di perdere tempo per loro... insomma, gi? questo un pensiero lontanuccio dalla verit? in stile "il diario della motocicletta..."
    e citale ste fonti...
    miss? che qua scrivete tanto senza sapere la storia vera...

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      #32
      Te lo ripeto, LA STORIA ILLUSTRATA!

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        #33
        Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per la loro liberazione e sono coerente con quello in cui credo. Certamente molti mi chiameranno avventuriero, e lo sono, ma di un tipo diverso e di quelli che mettono a disposizione la propria pelle per dimostrare le proprie verit?. (Ultima lettera ai genitori dal Congo- 1965)

        Strano che uno che disprezza i negri sia ritornato in Africa per combattere al loro fianco.

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          #34
          Originally posted by P A N I Z Z View Post
          Te lo ripeto, LA STORIA ILLUSTRATA!

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            #35
            Es necesario ser duro sin olvidar nunca nuestra ternura.

            Hasta siempre.

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              #36
              -sulla disciplina come elemento necessario, testimonianza di Alexis:
              "I cubani erano disciplinati. Tatu diceva: questo non si pu? fare, e nessuno si azzardava a controbattere. Se noi mangiavamo yucca, tutti dovevano mangiane yucca; se c'era del riso, era riso per tutti. Se non c 'era niente, allora niente per nessuno. Era sempre cos?. Ne restai molto impressionato. Se il Che diceva: oggi tu devi restare qui e non puoi indietreggiare, i cubani non facevano un passo indietro."

              Di contro, Guevara si accorge immediatamente dell'indisciplina delle forze che dovevano animare la resistenza interna, aggravata da alcuni fattori che impedivano lo sviluppo della lotta in senso popolare: l'inettitudine dei comandanti, la scarsezza dei quadri e la latitanza della coscienza di classe, la divisione fratricida tra fazioni contrapposte (non caratterizzata ideologicamente e politicamente, ma causata da prestigio personalistico), le superstizioni, da cui comunque bisognava partire per radicare lo spirito rivoluzionario. Diventava dunque il superamento di questi fattori soggettivi, il realistico programma del contingente cubano, nella speranza che l'esempio potesse servire da sviluppo qualitativo e quantitativo delle forze soggettive per la rivoluzione, e per una resistenza che si trasformasse, appunto, in guerra popolare. Per cui l'esito delle missioni guidate da Guevara, in Congo e in seguito in Bolivia, dove le condizioni soggettive per un piano rivoluzionario erano ancora pi? arretrate, non pu? essere il metro di giudizio a posteriori delle idealit? e programmi che il combattente comunista elaborava per poi trovare una coerenza nell'azione.

              La figura del "Che" Guevara e la prassi rivoluzionaria

              Ferdinando Dubla

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                #37
                poi la smetto ma permettetemi l'ultima citazione dai diari del "Che"

                "I marxisti devono essere i migliori, i pi? capaci, pi? completi degli esseri umani.. militanti di partito che vivono e vivono con le masse; orientatori che plasmano in direttive concrete i desideri qualche volta oscuri delle masse; lavoratori infaticabili che danno tutto di se stessi al loro popolo, che sacrificano alla Rivoluzione le loro ore di riposo, la loro tranquillit? personale, la loro famiglia e per fino la loro vita, ma che non sono mai indifferenti al calore del contatto umano"

                se lo ricordassero i marxisti di oggi

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                  #38
                  Quì ho qualche pezzo che conservo nel PC, vengono da "Révolution dans la révolution" e "Loués saient nos seigneurs le Che", edito a Parigi da Gallimard nel 1996, di uno storico francese (Regis Debray) che raggiunse il Che negli anni della rivoluzione per i suoi studi. Altre cose vengono da "il timone".


                  -Durante l'avanzata, nel 1957, si distingue per l'efferatezza con la quale interpreta il suo modo di essere rivoluzionario e di liquidare nemici e presunti traditori. Eutimio Guerra, un guerrigliero, viene accusato di avere avuto una collusione con il nemico, cioè con l'esercito del dittatore Fulgencio Batista, e immediatamente deferito ad un'improvvisata Corte marziale. Il Che anticipa il verdetto. Raccontò successivamente un suo commilitone detto "Universo": "io avevo un fucile e in quel momento il Che tira fuori una pistola calibro 22 e pac, gli pianta una pallottola qui. Che hai fatto? Lo hai ucciso. Eutimio cadde a pancia in su, boccheggiando".

                  -L'anno dopo, ai primi di gennaio, si apre a Cuba il primo "Campo di lavoro correzionale" (ossia di lavoro forzato). E' il Che che lo dispone preventivamente e lo organizza nella penisola di Guanaha. Trecento ottantuno prigionieri, arresisi alle truppe castriste sull'Escambray, vengono radunati, incarcerati a Loma de los Coches e tutti fucilati.

                  -Sotto l'impegnativa e organica inclinazione del Che, prende corpo la "DSE". Il Dipartimento della Sicurezza di Stato, noto anche con il nome di "Direcciòn general de contra-intelligencia". Un dettagliato regolamento elaborato puntigliosamente dal medico argentino, fissa le punizioni corporali per i dissidenti recidivi e "pericolosi" incarcerati: salire le scale delle varie prigioni con scarpe zavorrate di piombo; tagliare l'erba con i denti; essere impiegati nudi nelle "quadrillas" di lavori agricoli; venire immersi nei pozzi neri.

                  -Vengono così organizzate le case di detenzione "Kilo 5,5" a Pinar del Rio. Esse contengono celle disciplinari definite "tostadoras", ossia tostapane, per il calore che emanavano. La prigione "Kilo 7" viene frettolosamente fatta sorgere a Camaguey: una rissa nata dalla condizioni atroci procurerà la morte di quaranta prigionieri. Il campo di concentramento La Cabanas ospita le "ratoneras", buchi di topi, per la loro angustia. La prigione Boniato comprende celle con le grate chiamate "tapiades", nelle quali il poeta Jorge Valls trascorrerà migliaia di giorni di prigione. Il carcere "Tres Racios de Oriente" include celle larghe un metro, alte un metro e ottanta centimetri e lunghe dieci metri, chiamate "gavetas". La prigione di Santiago "Nueva Vida" ospita cinquecento adolescenti. Quella "Palos", bambini di dieci anni; quella "Nueva Carceral de la Habana del Est", omosessuali dichiarati o sospettati. Ne parla il film su Reinaldo Arenas "Prima che sia notte", di Julian Schnabel uscito nel 2000.

                  -Nel corso dei due anni passati come responsabile della Seguridad del Estado, avendo come collaboratore Osvaldo Sanchez che era esperto principale comunista, si materializza la persecuzione contro la Chiesa. Pascal Fontanie, nel suo libro "America Latina alla prova", calcola che centotreuntuno sacerdoti hanno perduto la vita fino al 1961 nel periodo in cui Guevara era artefice massimo del sistema segregazionista dell'isola. Viene definito "il macellaio del carcere - mattatoio di La Cabana". Si oppone con forza alla proposta di sospendere le fucilazioni dei "criminali di guerra". Più che da Danton discende dall'incorruttibile, l'«incorruttibile» Robespierre. Quando ai primi del 1960 a lui viene assegnata la carica di Presidente del Banco Nacional, Fidel lo ringrazia con calore per la sua opera repressiva. Egli ne generalizza ancor più i metodi per cui ai propri nuovi collaboratori, per ogni minima mancanza, minaccia "una vacanza nei campi di lavoro di Guanahacabibes". Il medico argentino, il più coerente leninista dell'America Latina, il meno reticente delle proprie idee e propositi pratici, è l'autentico motore di una ideologia totalitaria e di una macchina penitenziaria statale. La sua azione, esplicitamente ispirata ad una concezione coercitiva, impersona, come egli scrisse: "l'odio distruttivo che fa dell'uomo un'efficace, violenta, selettiva, fredda macchina per uccidere".


                  Ovviamente questo è solo relativo a una piccolissima parentesi nella sua vita di "rivoluzionario", posto questo solo perchè è quello che ho trovato nel pc per primo, raccolgo molti documenti sugli argomenti di storia moderna/contemporanea e geopolitica, mi appassionano molto.

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                    #39
                    Questo per dire.. io non so da che parte stia la "verità assoluta", ma dato che la faccenda è perlommeno poco chiara... smettiamo di ritenere quest'uomo un eroe...

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                      #40
                      Originally posted by P A N I Z Z View Post
                      Questo per dire.. io non so da che parte stia la "verità assoluta", ma dato che la faccenda è perlommeno poco chiara... smettiamo di ritenere quest'uomo un eroe...
                      tanto per cominciare, se stiamo parlando della stessa persona, il signor Regis Debray non era uno storico ma un filosofo che aveva seguito Guevara e, fra le altre cose, aveva scritto anche un libro sulla tecnica della guerriglia e mi viene da pensare che volesse descrivere più quello che secondo lui andava fatto che quello che si faceva davvero.

                      poi, se uno che muore per portare avanti i propri ideali non lo vuoi definire eroe, mi va benissimo, però poi si deve rivedere tutto il lessico della storia.
                      Last edited by nonno enio; 08-10-07, 10:07.

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                        #41
                        Originally posted by nonno enio View Post
                        tanto per cominciare, se stiamo parlando della stessa persona, il signor Regis Debray non era uno storico ma un filosofo che aveva seguito Guevara e, fra le altre cose, aveva scritto anche un libro sulla tecnica della guerriglia e mi viene da pensare che volesse descrivere pi? quello che secondo lui andava fatto che quello che si faceva davvero.

                        Si, era un filosofo che si occupava principalmente di argomenti storici... ha scritto molto di storia, lo definirei (e molti lo fanno per quanto riguarda le vicende contemporanee) uno storico!

                        poi, se uno che muore per portare avanti i propri ideali non lo vuoi definire eroe, mi va benissimo, per? poi si deve rivedere tutto il lessico della storia.
                        Beh, mettiamoci d'accordo, allora definiamo Hitler un eroe... se a te va bene e nel luogo comune va bene... beh, ditemelo che cambio nazione!

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                          #42
                          Originally posted by nonno enio View Post
                          tanto per cominciare, se stiamo parlando della stessa persona, il signor Regis Debray non era uno storico ma un filosofo che aveva seguito Guevara e, fra le altre cose, aveva scritto anche un libro sulla tecnica della guerriglia e mi viene da pensare che volesse descrivere pi? quello che secondo lui andava fatto che quello che si faceva davvero.

                          poi, se uno che muore per portare avanti i propri ideali non lo vuoi definire eroe, mi va benissimo, per? poi si deve rivedere tutto il lessico della storia.
                          quindi un kamikaze ? un eroe? scusa nonno ma questa l'hai proprio cannata...

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                            #43
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                            quindi un kamikaze è un eroe? scusa nonno ma questa l'hai proprio cannata...
                            come ho scritto all'inizio, Guevara non ha mai portato avanti stragi di civili innocenti e quindi lo vedrei parecchio diverso da un integralista islamico suicida.
                            Poi, per i giapponesi, i kamikaze erano grandi eroi e non dubito che per gli integralisti islamici anche gli attentatori suicidi lo siano.
                            Io penso che Guevara avesse davanti a sè una vita piacevole: famiglia benestante, successo con le donne e un lavoro da medico ed ha buttato tutto per inseguire un suo sogno ideale teso a migliorare le condizioni di vita dei più disagiati.
                            Vorrei sapere quanti, nelle sue condizioni, si sarebbero comportati allo stesso modo.
                            Last edited by nonno enio; 08-10-07, 10:24.

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                              #44
                              Originally posted by P A N I Z Z View Post
                              Quì ho qualche pezzo che conservo nel PC, vengono da "Révolution dans la révolution" e "Loués saient nos seigneurs le Che", edito a Parigi da Gallimard nel 1996, di uno storico francese (Regis Debray) che raggiunse il Che negli anni della rivoluzione per i suoi studi. Altre cose vengono da "il timone".
                              Ecco chi si dice sia Debray:


                              Magari non è così.. ma permettimi di dubitare sulle sue tesi..

                              questo è "Il Timone"?
                              http://it.wikipedia.org/wiki/Il_Timone_(rivista)

                              per me bisognerebbe cercare fonti + attendibili..

                              Cmq sia ora dico la mia..
                              Guerrigliero e non pacifista.
                              La violenza in una Rivoluzione è cosa imprescindibile purtroppo.
                              Cuba era diventato un bordello americano e a prescindere da cosa sia adesso quella lotta per la liberazione è qualche cosa di unico e di umanamente splendido verso una classe povera che era ai limiti della schiavitù.
                              Last edited by Derfel; 08-10-07, 10:32.

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                                #45
                                la matrice di wikipedia? non parlatemi di obiettività perchè wikipedia di certo non lo è...

                                detto questo, "sospettato" vuol dire "colpevole"?
                                Last edited by Vulture; 08-10-07, 10:30.

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