Mi chiedo come possa il governo italiano firmare una moratoria contro la pena di morte nel mondo, e poi concedere agli USA l'estradizione di un italiano che nel Connecticut ? "sospettato" di aver ucciso 3 persone... E nel Connecticut vige la pena di morte... il che vuol dire che l'Italia lasciando questa persona nelle mani della giustizia di quel paese, lo manda alla pena di morte.
Sarebbe stato piu' coerente NON concedere l'estradizione e fare il processo in Italia dove, nel caso in cui il sospettato fosse stato riconosciuto colpevole, lo si sarebbe mandato all'ergastolo. E invece...gli stessi che hanno firmato la moratoria contro la pena di morte nel mondo, sono quelli che mandano un italiano alla pena capitale in America... mi sembra un po' incoerente. Qua c'? un articoletto...
Benedetto Cipriani ? accusato di omicidio dagli Usa e per questo rischia la pena di morte. L'Italia ha gi? deciso di estradarlo, ma adesso deve pronunciarsi il Consiglio di Stato
Carlo Lania
Il Manifesto, 7 giugno 2007
Proprio mentre si candida a paladino della lotta contro la pena di morte nel mondo, l'Italia rischia di consegnare un proprio cittadino nelle mani del boia. E' quanto potrebbe accadere il 12 giugno prossimo, se il consiglio di Stato dovesse accettare il ricorso presentato dal ministro della Giustizia Clemente Mastella contro una sentenza con cui il Tar del Lazio ha bloccato l'estradizione negli Stati uniti di Benedetto Cipriani, 57 anni, accusato dalle autorit? americane di essere il mandante di un triplice omicidio avvenuto nel 2003 nello stato del Connecticut, reato che potrebbe costare a Cipriani la pena capitale. Una decisione non scontata da parte del Guardasigilli, alla luce anche del divieto per l'Italia, stabilito nel 1996 dalla Corte costituzionale, di estradare una persona verso un paese in cui ? in vigore la pena di morte. ?Di certo il ministero non era obbligato a opporsi alle decisione del Tar?, spiega il difensore di Cipriani, l'avvocato Alfredo Gaito. ?Se non proprio di persecuzione, di certo possiamo parlare di un accanimento ingiustificato nei suoi confronti?.
Secondo l'Avvocatura dello Stato, che ha presentato ricorso per conto del ministero della Giustizia, se processato Cipriani non rischierebbe la pena di morte, bens? una condanna a 60 anni di carcere. Un'ipotesi che non sta in piedi per la difesa, che sul caso Cipriani ha presentato un ricorso alla Corte dei diritti umani di Strasburgo che proprio nei giorni scorsi lo ha giudicato ammissibile.
Sarebbe stato piu' coerente NON concedere l'estradizione e fare il processo in Italia dove, nel caso in cui il sospettato fosse stato riconosciuto colpevole, lo si sarebbe mandato all'ergastolo. E invece...gli stessi che hanno firmato la moratoria contro la pena di morte nel mondo, sono quelli che mandano un italiano alla pena capitale in America... mi sembra un po' incoerente. Qua c'? un articoletto...
Benedetto Cipriani ? accusato di omicidio dagli Usa e per questo rischia la pena di morte. L'Italia ha gi? deciso di estradarlo, ma adesso deve pronunciarsi il Consiglio di Stato
Carlo Lania
Il Manifesto, 7 giugno 2007
Proprio mentre si candida a paladino della lotta contro la pena di morte nel mondo, l'Italia rischia di consegnare un proprio cittadino nelle mani del boia. E' quanto potrebbe accadere il 12 giugno prossimo, se il consiglio di Stato dovesse accettare il ricorso presentato dal ministro della Giustizia Clemente Mastella contro una sentenza con cui il Tar del Lazio ha bloccato l'estradizione negli Stati uniti di Benedetto Cipriani, 57 anni, accusato dalle autorit? americane di essere il mandante di un triplice omicidio avvenuto nel 2003 nello stato del Connecticut, reato che potrebbe costare a Cipriani la pena capitale. Una decisione non scontata da parte del Guardasigilli, alla luce anche del divieto per l'Italia, stabilito nel 1996 dalla Corte costituzionale, di estradare una persona verso un paese in cui ? in vigore la pena di morte. ?Di certo il ministero non era obbligato a opporsi alle decisione del Tar?, spiega il difensore di Cipriani, l'avvocato Alfredo Gaito. ?Se non proprio di persecuzione, di certo possiamo parlare di un accanimento ingiustificato nei suoi confronti?.
Secondo l'Avvocatura dello Stato, che ha presentato ricorso per conto del ministero della Giustizia, se processato Cipriani non rischierebbe la pena di morte, bens? una condanna a 60 anni di carcere. Un'ipotesi che non sta in piedi per la difesa, che sul caso Cipriani ha presentato un ricorso alla Corte dei diritti umani di Strasburgo che proprio nei giorni scorsi lo ha giudicato ammissibile.
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