Il parcheggio della macchina, specie quando ci si reca nei supermercati o nei grandi centri commerciali, ? per me da tempo fonte di preoccupazione.
Come ben sanno coloro che mi conoscono odio parcheggiare l?autovettura vicino ad altre macchine cos? come odio, forse in misura superiore, che altre autovettura parcheggino vicino alla mia.
Sar? perch? di indole non sono portato a socializzare, sta di fatto che la vicinanza degli altri mi provoca l?effetto delle scarpe nuove.
Purtroppo dopo aver realizzato negli anni che non mi era possibile organizzarmi in modo da disporre di un posto macchina ovunque andassi, ho dovuto ricorrere a degli stratagemmi.
Ovviamente andando in luoghi poco frequentati la questione non si pone, laddove al contrario, nei posti che vi ho indicato all?inizio del post, le difficolt? sono oggettive e spesso insormontabili.
Uno degli escamotage a cui ricorro pi? spesso, e forse pi? volentieri, ? di piazzare la macchina nel posto pi? lontano dall?accesso al grande magazzino.
Ultimamente per? ho notato la diffusione di un fenomeno a dir poco pernicioso e su cui non so dare una spiegazione.
Pare che molta gente, i cui volti nel mio inconscio appaiono grigi e proteiformi, sembrano ritenere che un?autovettura parcheggiata in beata solitudine debba necessariamente godere della loro compagnia.
Ci? che pi? mi stupisce per? ? che questi loschi figuri non solo vengano turbare la quiete altrui, ma che lo facciano in maniera sguaiata.
Mi spiego meglio: perch? quando piazzano la loro macchina vicino ad un?altra, pur potendo disporre di molti altri comodi posti liberi, la devono parcheggiare a circa 5 centimetri dalla portiera lato dell?altra autovettura?
Sembrerebbe quasi che nella mente di queste persone si sia fatta strada la curiosa teoria che in verit? siamo tutti dei Reed Richards in incognito, capaci di allungare il nostro corpo a piacere e quindi perfettamente in grado di riguadagnare l?interno del nostro abitacolo nel pertugio lasciatoci a disposizione.
Tanto che una volta, esasperato da una siffatta esecrabile condotta, ricordo di essere rientrato nel centro commerciale, di avere comprato una copia di ?Cent?anni di solitudine? e di avere lasciato il libro a bella posta sul cofano del molestatore di turno, irrispettoso della mia comunanza di vita e di pensiero con Jos? Arcadio Buend?a!
Come ben sanno coloro che mi conoscono odio parcheggiare l?autovettura vicino ad altre macchine cos? come odio, forse in misura superiore, che altre autovettura parcheggino vicino alla mia.
Sar? perch? di indole non sono portato a socializzare, sta di fatto che la vicinanza degli altri mi provoca l?effetto delle scarpe nuove.
Purtroppo dopo aver realizzato negli anni che non mi era possibile organizzarmi in modo da disporre di un posto macchina ovunque andassi, ho dovuto ricorrere a degli stratagemmi.
Ovviamente andando in luoghi poco frequentati la questione non si pone, laddove al contrario, nei posti che vi ho indicato all?inizio del post, le difficolt? sono oggettive e spesso insormontabili.
Uno degli escamotage a cui ricorro pi? spesso, e forse pi? volentieri, ? di piazzare la macchina nel posto pi? lontano dall?accesso al grande magazzino.
Ultimamente per? ho notato la diffusione di un fenomeno a dir poco pernicioso e su cui non so dare una spiegazione.
Pare che molta gente, i cui volti nel mio inconscio appaiono grigi e proteiformi, sembrano ritenere che un?autovettura parcheggiata in beata solitudine debba necessariamente godere della loro compagnia.
Ci? che pi? mi stupisce per? ? che questi loschi figuri non solo vengano turbare la quiete altrui, ma che lo facciano in maniera sguaiata.
Mi spiego meglio: perch? quando piazzano la loro macchina vicino ad un?altra, pur potendo disporre di molti altri comodi posti liberi, la devono parcheggiare a circa 5 centimetri dalla portiera lato dell?altra autovettura?
Sembrerebbe quasi che nella mente di queste persone si sia fatta strada la curiosa teoria che in verit? siamo tutti dei Reed Richards in incognito, capaci di allungare il nostro corpo a piacere e quindi perfettamente in grado di riguadagnare l?interno del nostro abitacolo nel pertugio lasciatoci a disposizione.
Tanto che una volta, esasperato da una siffatta esecrabile condotta, ricordo di essere rientrato nel centro commerciale, di avere comprato una copia di ?Cent?anni di solitudine? e di avere lasciato il libro a bella posta sul cofano del molestatore di turno, irrispettoso della mia comunanza di vita e di pensiero con Jos? Arcadio Buend?a!
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