Devo dire che ho apprezzato la sensibilit? che molti hanno dimostrato sul problema di toccare il cibo con le mani anche se, con riferimento ai popcorn, l?argomento era per certi aspetti faceto.
C?? per? un?altra questione su cui sono sicuro che molte coscienze si sono interrogate e la cui importanza ha inciso drammaticamente nella vita di ognuno.
Qualcuno avr? gi? intuito che sto parlando delle briciole.
Nella mia infanzia il mio rapporto con loro era stato abbastanza sereno.
Ricordo di aver letto con piacere la celebre fiaba di Charles Perrault ?Le Petit Poucet?, meglio conosciuta come Pollicino, e di avere apprezzato il pur sterile tentativo di segnare il sentiero con le briciole di pane poi mangiate dagli uccelli.
Cos? come pi? avanti non mi aveva creato turbamento alcuno la lettura di Proust e pi? precisamente e l'episodio iniziale di "Alla ricerca del tempo perduto", nel libro "Dalla parte di Swann", dove un ragazzino assapora una tazza di the nella quale ? inzuppato un dolce molto particolare, egli dice, che si chiama madeleine: ?Ed ecco macchinalmente oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d?un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di t?, in cui avevo inzuppato un pezzetto di Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto tocc? il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m?aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M?aveva subito resi indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamit?, la sua brevit? illusoria, nel modo stesso in cui agisce l?amore, colmandomi d?un?essenza preziosa??.
Eppure, come le nebbie si alzano lentamente dalla terra in un brumoso mattino, un bel giorno mi sono reso conto che avevo sviluppato una idiosincrasia per le briciole.
Tanto da essermi chiesto di recente leggendo la narrazione biblica di Ges? che ?prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezz? e lo diede ai discepoli dicendo: ?Prendete e mangiate; questo ? il mio corpo?? dove caspita potevano essere finite le briciole.
Diversamente dal toccare il cibo con le mani dove tollero, seppure con una certa ansiet?, che altri lo facciano, le briciole mi disturbano anche se imperversano a casa d?altri.
Tanto da provare l?irrefrenabile istinto di munirmi di folletto e farle scomparire.
Ho provato ad interrogarmi sul punto ma, in questo caso, sono certo di non essere il solo a considerare lo sbriciolare una vera e propria piaga, cos? come lo sono state le dieci piaghe d?Egitto.
Non siete d?accordo?
C?? per? un?altra questione su cui sono sicuro che molte coscienze si sono interrogate e la cui importanza ha inciso drammaticamente nella vita di ognuno.
Qualcuno avr? gi? intuito che sto parlando delle briciole.
Nella mia infanzia il mio rapporto con loro era stato abbastanza sereno.
Ricordo di aver letto con piacere la celebre fiaba di Charles Perrault ?Le Petit Poucet?, meglio conosciuta come Pollicino, e di avere apprezzato il pur sterile tentativo di segnare il sentiero con le briciole di pane poi mangiate dagli uccelli.
Cos? come pi? avanti non mi aveva creato turbamento alcuno la lettura di Proust e pi? precisamente e l'episodio iniziale di "Alla ricerca del tempo perduto", nel libro "Dalla parte di Swann", dove un ragazzino assapora una tazza di the nella quale ? inzuppato un dolce molto particolare, egli dice, che si chiama madeleine: ?Ed ecco macchinalmente oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d?un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di t?, in cui avevo inzuppato un pezzetto di Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto tocc? il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m?aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M?aveva subito resi indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamit?, la sua brevit? illusoria, nel modo stesso in cui agisce l?amore, colmandomi d?un?essenza preziosa??.
Eppure, come le nebbie si alzano lentamente dalla terra in un brumoso mattino, un bel giorno mi sono reso conto che avevo sviluppato una idiosincrasia per le briciole.
Tanto da essermi chiesto di recente leggendo la narrazione biblica di Ges? che ?prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezz? e lo diede ai discepoli dicendo: ?Prendete e mangiate; questo ? il mio corpo?? dove caspita potevano essere finite le briciole.
Diversamente dal toccare il cibo con le mani dove tollero, seppure con una certa ansiet?, che altri lo facciano, le briciole mi disturbano anche se imperversano a casa d?altri.
Tanto da provare l?irrefrenabile istinto di munirmi di folletto e farle scomparire.
Ho provato ad interrogarmi sul punto ma, in questo caso, sono certo di non essere il solo a considerare lo sbriciolare una vera e propria piaga, cos? come lo sono state le dieci piaghe d?Egitto.
Non siete d?accordo?
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