Draghi: alzare l'et? pensionabile
"Meno tasse per far crescere il Paese"
Alzare l'et? pensionabile, investire di pi?, ridurre la spesa e le tasse. Sono questi gli imperativi del governatore di Bankitalia nella sua relazione davanti a banchieri e imprenditori. Il numero uno di Palazzo Koch dice anche che un sistema finanziario moderno "non tollera commistioni tra politica e banche. La separazione sia netta: entrambe ne verranno rafforzate".
Mario Draghi ha voluto connotare le sue Considerazioni con messaggi forti, dalle priorit? per la crescita al riordino dei conti pubblici, dalla riforma della previdenza allo stop a commistioni tra banche e politica.
Se ? vero che l'Italia ? uscita dal ristagno economico, ? anche vero che il nostro Paese "si espande a un ritmo che resta fra i pi? bassi dell'area dell'euro". E questo ? dovuto a tasse e spese troppo elevate. "Livello eccessivo del prelievo, variabilit? e complessit? delle regole fiscali scoraggiano l'investimento in capitale fisico e umano; rendono pi? onerosa l'osservanza delle norme". Il governatore ha dunque sottolineato come l'evasione fiscale "resti alta nonostante qualche primo segno di recupero di gettito".
PER LA CRESCITA MENO SPESE, MENO TASSE E PIU' INVESTIMENTI
Il riordino della finanza pubblica deve dunque contemplare "meno spese correnti, pi? investimenti, meno tasse" e deve essere continuo. "Abbiamo smesso di accumulare debito" ha detto "ma non abbiamo iniziato a ridurlo".
La Banca d'Italia si aspetta per il 2007 un tasso di sviluppo pari al 2%, sostanzialmente simile a quello dello scorso anno. E Draghi ha sottolineato che "la ripresa ? alimentata dagli investimenti e dall'espansione della domanda estera, in primo luogo in Germania". Quanto alla stima del governo sul raggiungimento di un livello di deficit al 2,3% a fine anno, Palazzo Koch la ritiene "fondata su ipotesi prudenti, quindi raggiungibile", come hanno sostenuto gli economisti del centro studi nel briefing che ha preceduto l'assemblea.
PENSIONI DA RIFORMARE
Il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi sollecita un intervento risolutivo sulle pensioni. "Affrontare il problema della previdenza in modo mai definitivo" ha detto "ha un costo in termini di mancata crescita e minori consumi". Secondo Draghi ? necessario accrescere l'et? media effettiva di pensionamento, garantire uno stretto collegamento fra contributi e prestazioni e dare corpo alla previdenza complementare.
"Compatibilmente con l'equilibrio dei conti pubblici, si pu? anche valutare lo spostamento verso la previdenza complementare, su base volontaria, di una quota limitata della contribuzione destinata alla previdenza pubblica, che ? pari a 33 punti percentuali del salario, il valore di gran lunga pi? alto tra i maggiori Paesi europei".
Se anche l'economia italiana ? "uscita dal ristagno" e dalla met? del 2005 ? "in ripresa", si espande comunque "a un ritmo che resta fra i pi? bassi dell'area euro". E' necessario comunque, nonostante la bassa crescita, proseguire con il risanamento dei conti pubblici, sui quali le maggiori entrate hanno avuto effetti benefici, intervenendo sul debito, che rimane "elevato", "richiede imposte pi? alte" e oggi, "senza vendite di attivit? e operazioni di ristrutturazione del passivo" avrebbe un rapporto sul prodotto pari al picco registrato nel 1994. E' inoltre essenziale ''affrontare il problema della previdenza'', che ha ''un costo in termini di mancata crescita, minori consumi''. L'analisi e la ricetta per continuare a crescere e' il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che constata come il sistema produttivo, ''di fronte al duplice shock della globalizzazione e del ricambio tecnologico, inizia a reagire''. Ma avverte: ''sarebbe sbagliato concludere che la crisi di produttivita' e competitivita' degli anni scorsi ormai e' dietro le spalle''. Nella sfida per la ripresa "resta cruciale la dimensione delle imprese. Occorre una scala dimensionale adeguata per affrontare gli alti costi dell'innovazione continua e della presenza attiva sui mercati lontani". "Perch? la finanza pubblica torni a essere beneficio per la crescita e non freno, occorre che il suo riordino veda meno spese correnti, pi? investimenti, meno tasse e soprattutto continui: abbiamo smesso di accumulare debito, non abbiamo iniziato a ridurlo", spiega Draghi, osservando come "dobbiamo por mano con maggiore determinazione alle debolezze strutturali della nostra economia. Il consumo delle famiglie, eroso dalle rendite, frenato dall'incertezza sull'esito di riforme che toccano in profondit? la loro vita, deve riprendere slancio".
UN DEBITO DA 27MILA EURO A TESTA
Il debito alla fine del 2006, dice Draghi, aveva raggiunto quasi i 27mila euro per ogni cittadino : "L'accumulo del debito non ha aiutato l'Italia a crescere. Non ha dato al Paese un'adeguata dotazione di infrastrutture". Per abbattere il debito senza aggravare la pressione fiscale, che ? ormai prossima al picco degli anni Novanta e andrebbe riportata a un livello pi? sostenibile, ? necessario ridurre "stabilmente la spesa corrente", il cui peso sul Pil ha raggiunto il 40%, collocandosi "sui livelli pi? alti del dopoguerra". "E' necessario cambiare i meccanismi di spesa", anche perch? "esistono margini di risparmio in tutte le grandi voci di bilancio; il progetto di revisione dei programmi si spesa, avviato dal Governo, muove nella giusta direzione. Anche le politiche redistributive andrebbero valutate confrontando i risultati con i costi".
Abbattere il debito ? un problema cruciale, secondo Draghi, soprattutto in un'ottica di forte invecchiamento della popolazione, e quindi di sostenibilit? del sistema previdenziale. "A noi la scelta se abbattere il peso del debito nei prossimi dieci anni, prima dell'accentuarsi dell'invecchiamento, o aspettare: accettando per? profondi cambiamenti nel sostegno che la societ? sar? in grado di assicurare ai pi? deboli", spiega osservando come sia inoltre necessario "un intervento sul sistema previdenziale". "E' necessario accrescere nel tempo l'et? media effettiva di pensionamento" suggerisce, "anche per mantenere un livello adeguato dei trattamenti. Si deve applicare l'impianto del regime introdotto nel 1995": "un'applicazione rigorosa e tempestiva dei meccanismi di riequilibrio previsti dall'attuale normativa ? essenziale". Si inserisce in questo quadro "l'avvio della previdenza complementare, ancora oggi modesta", anche a causa "degli oneri eccessivi che gravano sui risparmiatori". Secondo Draghi, la previdenza complementare "va estesa al pi? presto al pubblico impiego".
BASTA ALLE COMMISTIONI BANCHE-POLITICA
Draghi ha riconosciuto al mondo del credito di essere riuscito a modernizzarsi: "Il Paese ha trasformato il proprio sistema bancario", ma subito mette in guardia dalla possibile commistione tra banche e politica: "Un sistema finanziario moderno non tollera commistioni tra politica e banche. La separazione sia netta: entrambe ne verranno rafforzate".
Dopo le aggregazioni dell'ultimo anno (cinque) adesso il governatore auspica che sinergie e vantaggi delle operazioni vengano trasferiti anche ai clienti e al sistema produttivo nel suo complesso. "Occorre che azionisti, famiglie, imprese ne vedano chiaramente i benefici: aziende pi? forti, pronte a offrire una gamma di servizi pi? ampia a costi inferiori. Ho gi? dato atto dei progressi del sistema bancario" ribadisce senza fare ulteriore cenno, come in passato, alla necessit? di nuovi sviluppi del risiko. "Il ruolo che vi abbiamo svolto ? stato neutrale, non distaccato. Abbiamo indicato l'obiettivo, non il protagonista del percorso", mette in evidenza puntualizzando che la direzione sia stata quella di "puntare alla crescita abbandonando i campanilismi del passato, accettando la sfida del mercato". E' da questo, secondo Draghi, che ? nata "la trasformazione, non dai programmi dell'Autorit?".
SERVIZI BANCARI PIU' CONVENIENTI PER I CITTADINI
Sul fronte servizi il governatore annuncia l'avvio di "una nuova rilevazione sui costi di tenuta dei conti correnti bancari, anche al fine di individuare il peso dei fattori strutturali quali l'incidenza della fiscalit? e l'eccessivo uso del contante". Per il resto del settore creditizio l'analisi contenuta nelle considerazioni finali esamina gli aspetti della governance duale, spesso scelta per favorire le aggregazioni. Si tratta di un modello "efficace" osserva Draghi "se attuato assicurando una chiara ripartizione della responsabilit? tra gli organi societari. Sovrapposizioni di competenze ostacolano l'efficienza del processo decisionale, sono viste dagli azionisti come fonte di distribuzione di valore; la chiarezza delle linee di responsabilit? ? anche presidio di stabilit?".
A consolidamento avvenuto Draghi pone l'accento sulle nuove regole del sistema e ricorda come la banca centrale abbia sottoposto al Cicr "un provvedimento che consenta di ridurre i vincoli amministrativi, innalzando i limiti delle partecipazioni che le banche possono detenere: questo ? reso possibile da un sistema di vigilanza ora basato sulla valutazione accurata di tutti i rischi". Anche gli attuali limiti di partecipazione nelle banche, conclude il governatore, "da parte di soggetti non finanziari e il relativo divieto di controllo saranno rivisti alla luce della normativa comunitaria in corso di emanazione"
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