io tengo tuttp
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Partite le raccomandate ai 4mila del P2P
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mi chiedevo una cosa..
ma è legale avere una copia elettronica di brani posseduti legalmente? tipo ho il cd (mitico) dei nirvana e me lo metto in mp3...
o forse il problema si pone se un programma del quale non conosco il funzionamento permette ad estranei di impossesarsi in parte di questa traccia?
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Andre la caxxata come dei giochi e programmi..... se hai l'originale viene considerata copia preventiva e nn ti fanno niente pensa te..
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Originally posted by AndreaRS250 View Postmi chiedevo una cosa..
ma ? legale avere una copia elettronica di brani posseduti legalmente? tipo ho il cd (mitico) dei nirvana e me lo metto in mp3...
in pratica.....chi lo sa'......
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e se il mio gatto mi rovina l'originale e lo butto? devo buttare anche gli mp3?
perchè vorrei capire..
pago i diritti per ascoltare una canzone,
pago per possedere un supporto con della musica
pago cosa insomma?Last edited by AndreaRS250; 10-05-07, 10:50.
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Originally posted by Devilman View PostNon funziona proprio così
BASTA CHE HAI L'ORIGINALE ANCHE TRONCATO... COSA A ME SUCCESSA PER FIFA2003Last edited by speed01; 10-05-07, 10:51.
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Io di giochi non ne ho...
e poi basta staccare la corrente al computer quando non si è a casa...
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Originally posted by AndreaRS250 View Postah quindi se io per esempio comprassi un originale illeggibile, avrei comunque il diritto ad avere la copia elettronica funzionante?
se te ci scrivi copia di backup per copie originali nn ti fanno una cippa...
sto mondo e' sempre stato na caxxata perenne... ti fanno paura da una parte e ti aprono una porta dall'altra
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interessante l'articolo di punto informatico sulla vendita di cd usati in america
Tutto si trasforma: l'innovazione, ogni giorno. Dal 1996, le ultime notizie online di Informatica e le news a tema tecnologia sono su Punto Informatico.
saltando la questione delle armi... va che roba per poter vendere cd usati in florida.
Se invece ti sei ficcato in testa l'idea malsana di vendere o comprare compact disc usati in un negozio dello stato che fu di Jeb Bush, allora puoi metterti l'animo in pace: sarai trattato come il peggiore dei criminali o quasi.
Nel quasi ci sta che, prima di comprare il tuo cd, il negoziante ti dovrà chiedere un documento d'identità, prendere le tue impronte digitali, registrare l'acquisto con tutti i dati che individuano te e l'oggetto e tenerne copia per qualche anno. Alla fine ti potrà pagare, ma non più con soldi veri: solo con buoni acquisto. Il negozio poi per rivendere il tuo cd dovrà aspettare almeno un mese.
La nuova legislazione per la vendita di oggetti "non nuovi" (o meglio l'aggiornamento di quella vecchia con l'equiparazione alla legge in vigore per i banchi dei pegni) in stati come la Florida e lo Utah, sta preoccupando parecchio sia i rivenditori specializzati che i consumatori.
Pur essendo un settore di nicchia, in particolare con l'avvento del digitale, quello dell'usato musicale è un mercato che garantisce al venditore buoni margini e al pubblico prezzi bassi.
Un mercato mai visto di buon occhio dall'industria discografica. E proprio le major sono sospettate da più parti di ispirare una legislazione tanto restrittiva. Un sospetto che si basa sull'esperienza di questi ultimi quindici anni, che hanno visto i discografici sempre più impegnati nell'escogitare nuove strategie in grado di limitare i diritti d'uso del consumatore e di salvaguardare i bilanci aziendali. Già nel 1993 ad esempio, l'associazione americana dei negozi di musica denunciò le forti pressioni di Sony, Time Warner e altre etichette, per ostacolare il commercio di cd usati.
Del resto le vendite di compact disc sono in drastico calo (gli ultimi dati parlano del 20%), il mercato digitale legale non ripiana le perdite e le tecnologie anticopia (come dimostrano certi fatti recenti) non sono proprio così inespugnabili. Vedere divorate altre fette di mercato da un universitario che magari compra un album, se lo masterizza e poi lo rivende (potendo intanto infilare il contenuto sui circuiti peer to peer), non deve essere uno spettacolo gradevole agli occhi dell'industria discografica.
L'esempio dell'universitario non è casuale. A Princeton, proprio di fronte ad una delle più famose e prestigiose università d'America, trovate il "Princeton Record Exchange" fornitissimo shop d'usato musicale.
Negli Stati Uniti infatti i negozi e le catene che si sono specializzate nella compravendita di cd musicali di seconda mano si trovano di frequente vicino ai campus, dove studenti senza tanti fondi a disposizione possono vendere album a 5 dollari e comprarne a 10.
Ora questa comunità-mercato nata intorno alla dottrina del "First Sale", ovvero del poter disporre come meglio si crede di un bene regolarmente acquistato, viene minacciata con un mix surreale e comico di multe, burocrazia e rottura di balle.
Solo il tempo ci dirà se siamo di fronte ad un episodio isolato, frutto della sbadataggine o della troppo solerzia del legislatore americano, oppure all'inizio di una nuova stretta sui diritti del consumatore.
Di certo c'è che se esci di casa e ti è più semplice comprare un kalashnikov piuttosto che "Abbey Road" dei Beatles, beh, allora vuol dire che il mondo sta girando dalla parte sbagliata. E sempre più in fretta.
Lorenzo Campani
LorenzoC
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