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Ma guardare attentamente The Prestige significa anche e soprattutto guardare oltre tutto questo, per ritrovarsi sul ciglio di nuovi abissi di significazione e di riflessione aperti da Christopher Nolan su temi centrali per il cinema quali per l'appunto la visione ed il suo potenziale di realt? ed ingannevolezza, la dualit? vista come polarit? e come doppio, sulla rappresentazione, sullo spettacolo e le loro ambiguit? e potenzialit? affabulatorie e di fascinazione. Ed era dai tempi dello straordinario Femme Fatale di Brian De Palma che non assistevamo ad una tale concentrazione di riflessioni intorno a temi come questi.
A guardare attentamente quindi, pur non trattando esplicitamente del cinema, The Prestige assume degli inconfutabili aspetti metafilmici e metanarrativi, risulta essere un'attenta riflessione sulla macchina cinema (si veda l'introduzione mitico-mistica dell'aspetto tecnico e scientifico), sul prodotto film e sulle loro dinamiche di relazione con lo spettatore.
La lotta spietata, perfida, cinica e letteralmente mortale che si fanno Angier e Borden cattura e appassiona, ma di conseguenza simboleggia soprattutto due opposti approcci allo spettacolo, alla rappresentazione, alla fascinazione ed alla conquista del pubblico. Quel che li accomuna ? l'essere due personaggi che - non a caso - non sono mai quel che sono ma quel che vogliono rappresentare, attori e registi al tempo stesso, la cui stessa vita diviene una costante mise en sc?ne dove ? la morte, inevitabilmente, a rappresentare il gran finale. O forse non un finale, perch? the show must go on: la rappresentazione e lo spettacolo rimangono immortali, checch? accada ai loro creatori.
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