IL COLLEZIONISTA DI OSSA
(The Bone Collector)
REGIA: Phillip NOYCE PRODUZIONE:
U.S.A. - 1999 - Thriller
DURATA: 118'
INTERPRETI:
Denzel Washington, Angelina Jolie,
Leland Orser, Queen Latifah, Mike McGlone, Michael Rooker
SCENEGGIATURA:
Jeremy Iacone
FOTOGRAFIA:
Dean Semler
SCENOGRAFIA:
Nigel Phelps
MONTAGGIO: William Hoy
COSTUMI: Odette Gadoury
MUSICHE: Craig Armstrong
Trama
Un serial killer si aggira per Manhattan compiendo efferati omicidi. Per trovarlo la polizia si affider? al detective Lincoln Rhyme (Denzel Washington), che essendo paralizzato dovr? servirsi dell'aiuto d'Amelia Donaghy (Angelina Jolie), una giovane poliziotta.Recensioni
Il Collezionista di errori
Non basta l'interpretazione di Denzel Washington e la bellezza della co-protagonista Angelina Jolie per far decollare un film che rimane decisamente a terra. Non riesce a prendere il volo per la presenza sulla pista di macigni come "Seven","Il Collezionista","Il Silenzio degli Innocenti" che urlano al pilota di tornare a casa. "Il Collezionista di Ossa" ? un film copia, un film che porta sulla sua trama i segni della carta carbone, macchie che si cerca di cancellare montando scenari di morte fantasiosi e improbabili persino per i "patrimoni nazionali" americani, i serial killer, solitamente esaltati sopra ogni ardire che in questo caso lasciano il posto ad un personaggio ridicolo il cui ritratto psicologico, al pari di quello degli altri protagonisti ? un omaggio alla mancanza di introspezione, di sensibilit? e di logica. Oggi, basta allestire un teatrino di omicidi e un pretestuoso movente per costruire un prodotto senza sbavature che non possiede n? forza n? spessore. E ci viene da domandarci perch? mettere in moto tutte queste risorse: professionali, produttive e pubblicitarie in nome del nulla. Marco Saraga
Il collezionista...di film
"The Bone Collector" ? un pietoso (quanto puntualmente acclamato negli States) guazzabuglio orrorifico, che con la solita presunzione di chi chi ? convinto di poter sempre fare "di pi? e meglio", non accontentandosi di imitare in maniera irritante e pedissequa il cinema di Fincher, "ruba" spudoratamente da almeno un'altra dozzina di film che pi? o meno tutti recentemente hanno visto (tra questi Mimic, Potere Assoluto, e il Silenzio degli Innocenti ... ma anche Buio Omega, titolo questo, che per fortuna hanno visto in pochi, ma che nelle ultime mie recensioni, si sta riaffacciando con preoccupante regolarit?). Stabilito ci?, ? inutile cercare punti a favore del film: la sceneggiatura fa acqua come un colabrodo, il movente degli omicidi ? tra i pi? scemi e ingiustificati mai visti al cinema, e poi, parliamoci chiaro, non ? che sia un grande divertimento sorbirsi Denzel Washington che dice cretinate per 2 ore, inchiodato per altro a una specie di avveniristico marchingegno di tortura. Il recente "End of days", che questo film ricorda molto, almeno quanto a fattura, nel suo kitsch sfrenato, era di sicuro pi? divertente. L'unico vero motivo di interesse di questo "Collezionista d'ossa", si riduce cos? ad essere Angelina Jolie, all' anagrafe Voight, che oltre ad essere esageratamente carina, mostra un talento nella recitazione, che non ci si aspetterebbe da una figlia d' arte .Andrea Carpentieri
Una collezione di stereotipi
Lui, Denzel Washington, ? un prodigio d'investigatore, paralizzato ad un letto da un incidente sul servizio; un uomo che non riesce a trovare motivi per vivere ed a deciso di farla finita con la sua vita. Lei, Angelina Jolie, ? una ragazza insicura, che non riesce a vivere con serenit? in seguito al suicidio del padre. S'incontrano, e lui, con un discorso che dura trenta secondi di cronometro, gli risolve i suoi problemi e la convince ad aiutarlo nelle indagini. Naturalmente tutta la missione andr? a buon fine e il nostro detective riscoprir? la gioia di vivere grazie all'amore di una donna, guarda caso la nostra giovane poliziotta. Sullo sfondo si aggira quest'assassino, che non trasmette inquietudine neanche a pagarlo; i suoi omicidi che dovrebbero essere qualcosa di spaventoso, sono prevedibili, e ci si limita ad osservarlo mentre asporta pezzi d'ossa dalle vittime inermi. In questo film non c'? un momento di tensione, non c'? niente di nuovo sulla psicologia dei serial killer ed i personaggi sono ridotti a delle macchiette. Sentire il paragone, anche se molto alla lontana, con "Il silenzio degli innocenti" e l'unico motivo per cui questo film potrebbe spaventarci. C'? un capolavoro uscito un po' d'anni fa, che racconta di un uomo costretto da un gesso alla gamba su una sedia a rotelle, che guida la sua ragazza nelle indagini di un omicidio che ha intravisto dalla finestra, e alla fine ? aggredito dall'assassino stesso. Vorremo chiedere al regista, Philip Noyce, quanto ha scopiazzato dall'appena citato "La finestra sul cortile", e da altri film del genere (tra i tanti mi viene in mente anche "Copycat" con Sigourney Weaver), e quanto di suo abbia messo in questa produzione, ma si perderebbe tempo. Speriamo che quest'autore si renda conto che per dirigere un film, qualche idea bisogna pur averla, e non basta incollare idee rubate qua e l?, per creare un prodotto almeno decente.Matteo Catoni
La pupilla di YOL
La partenza incoraggia, nel suo brillante sfoggio di tecnica, fra elaborate soggettive ed inventivi attacchi di montaggio (molto bello quello successivo all'omicidio del poliziotto da parte del taxi-killer). Soprattutto ? vincente l'idea di presentare tre situazioni differenti senza fornire molte chiavi di lettura: mistero e tensione, anche privilegiando gli ambienti squallidi, oscuri e notturni, crescono (cercando di replicare le atmosfere di SEVEN, anche se il gore ? contenuto e il senso di malessere psicologico assente: non c'? quello del serial killer, n? moti perversi degli eroi). Purtroppo l'idillio ? presto spezzato, e la pellicola macina tutti gli stereotipi, prima accantonati, sui thriller con serial killer (IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI in primis), con la sola variante (tipo LA FINESTRA SUL CORTILE) che il processo d'identificazione stavolta non avviene fra poliziotto ed assassino, ma fra un detective infermo e la sua pupilla (in tutti i sensi), fra il "regista" che dirige le operazioni, che controlla il set delle indagini su di uno schermo, e la sua esecutrice materiale, fra un Gutney (quello di YOL) rinchiuso in prigione e il suo braccio destro che girava le scene. Risibile e gratuita la soluzione del "giallo": in realt?, tutta la vicenda che ruota attorno agli omicidi, psicologia del killer compresa, pare solo un corollario di poco conto alla dinamica del rapporto fra i personaggi interpretati da Washington e la Jolie. E' la forma a salvarlo dall'anonimato.
Comment