Tratto dal gazzettino di Padova:
Sabato, 5 Maggio 2007
?Costretto a chiamare il 113 per tornare a casa?
Il disperato appello di un residente di via Cairoli: ?I vigili urbani non vengono perch? hanno paura, qui lo Stato ha abdicato?
La paura non abita solo in via Anelli. Marted? primo maggio. Via Cairoli e via Bixio, retro del fast-food "McDonald's", venti metri dalla stazione ferroviaria. Ore 19.30. Un nugolo di extracomunitari staziona lungo le vie, soprattutto nei pressi del locale etnico "Ebony"; le auto sono parcheggiate in ogni angolo di strada, sopra ai marciapiedi, anche davanti ai portoni delle case. Girano pusher e tossicodipendenti. Per i pochi italiani, che orami si possono contare sulle dita di due mani, rimasti ad abitare nella zona sono scene di "ordinaria" vita di quartiere e di paura.
?Tra via Cairoli e via Bixio - dice un residente padovano che abita nel rione da oltre trent'anni - saremo rimasti una decina, per? non ne possiamo pi?, abbiamo paura. Questo ? diventato un limbo dimenticato da tutti; un luogo dove persino le istituzioni hanno paura ad entrare?.
E l'uomo racconta la sua esperienza vissuta proprio marted? primo maggio.
?Ero nel mio appartamento, alle 19.30, ma non riuscivo nemmeno a sentire la tv, tale era la confusione di urla, grida e musica a tutto volume che proveniva dalla strada. Cos? mi sono affacciato alla finestra e ho visto nuovamente le solite scene: auto in sosta selvaggia; gente che orinava sulla porta della mia casa; il negozio etnico che avrebbe dovuto essere chiuso e che invece come al solito era aperto; e poi le minacce e i gesti osceni e ancora le parolacce con il lancio di oggetti sui miei vetri.
?Allora ho chiamato la polizia municipale, per segnalare la situazione, ma la risposta che ho ricevuto ? stata sconcertante. Mi hanno ripetuto che non sarebbero usciti temendo di essere aggrediti come accaduto qualche settimana fa ai vigili di Milano nella Chinatown di via Sarpi?.
?Per? non mi sono dato per vinto - continua il residente che preferisce rimanere anonimo viste le numerose minacce, anche di morte, che continua a ricevere - e ho proseguito a chiamare i vigili, perch? almeno intervenissero per quanto ? nelle loro competenze: rimuovere e multare le auto, far chiudere il negozio etnico, intimare di smettere con la musica e i comportamenti oltraggiosi. Questa volta mi ? stato detto che sarebbero usciti prima del tramonto perch? poi di sera in queste vie ? meglio se non passano. Cos? li ho attesi e quando sono sceso, alle 20.30, sono stato letteralmente aggredito verbalmente da una trentina di extracomunitari che mi urlavano qualsiasi improperio; mentre i due agenti della polizia municipale mi portavano lontano dalla mia casa chiedendomi di non fomentare ulteriormente la situazione e di starmene fuori per un po'. Cos? ho dovuto chiamare, alle 21.30, una pattuglia della polizia per essere sicuro di poter rientrare nella mia abitazione. Distante centro metri dal mio palazzo ho aspettato di vedere i lampeggianti della gazzella per poi fare una corsa sin dentro al portone?.
?Purtroppo - termina il residente - questo ? solo l'ultimo di una serie di episodi analoghi. I miei familiari mi ripetono di non continuare a parlare perch? rischio di prendermi una coltellata, per? non credo sia giusto nemmeno restare zitti e avere paura persino ad entrare e ad uscire di casa. Questo non ? proprio di un Paese civile. Temo di avere capito, per?, che dove abito non ? pi? terra dello Stato, ma uno spazio dove il limite tra civilt? e incivilt? ? stato valicato senza possibilit? di ritorno e dove le istituzioni hanno abdicato in favore di un sistema dove le regole sono diventate l'eccezione?.
Matteo Bernardini
A costo di essere ripetitivo voglio dire:
Continuiamo ad accoglierli a braccia aperte che tra un p? saremo noi gli stranieri a dover alzare le tende!!!!
Sabato, 5 Maggio 2007
?Costretto a chiamare il 113 per tornare a casa?
Il disperato appello di un residente di via Cairoli: ?I vigili urbani non vengono perch? hanno paura, qui lo Stato ha abdicato?
La paura non abita solo in via Anelli. Marted? primo maggio. Via Cairoli e via Bixio, retro del fast-food "McDonald's", venti metri dalla stazione ferroviaria. Ore 19.30. Un nugolo di extracomunitari staziona lungo le vie, soprattutto nei pressi del locale etnico "Ebony"; le auto sono parcheggiate in ogni angolo di strada, sopra ai marciapiedi, anche davanti ai portoni delle case. Girano pusher e tossicodipendenti. Per i pochi italiani, che orami si possono contare sulle dita di due mani, rimasti ad abitare nella zona sono scene di "ordinaria" vita di quartiere e di paura.
?Tra via Cairoli e via Bixio - dice un residente padovano che abita nel rione da oltre trent'anni - saremo rimasti una decina, per? non ne possiamo pi?, abbiamo paura. Questo ? diventato un limbo dimenticato da tutti; un luogo dove persino le istituzioni hanno paura ad entrare?.
E l'uomo racconta la sua esperienza vissuta proprio marted? primo maggio.
?Ero nel mio appartamento, alle 19.30, ma non riuscivo nemmeno a sentire la tv, tale era la confusione di urla, grida e musica a tutto volume che proveniva dalla strada. Cos? mi sono affacciato alla finestra e ho visto nuovamente le solite scene: auto in sosta selvaggia; gente che orinava sulla porta della mia casa; il negozio etnico che avrebbe dovuto essere chiuso e che invece come al solito era aperto; e poi le minacce e i gesti osceni e ancora le parolacce con il lancio di oggetti sui miei vetri.
?Allora ho chiamato la polizia municipale, per segnalare la situazione, ma la risposta che ho ricevuto ? stata sconcertante. Mi hanno ripetuto che non sarebbero usciti temendo di essere aggrediti come accaduto qualche settimana fa ai vigili di Milano nella Chinatown di via Sarpi?.
?Per? non mi sono dato per vinto - continua il residente che preferisce rimanere anonimo viste le numerose minacce, anche di morte, che continua a ricevere - e ho proseguito a chiamare i vigili, perch? almeno intervenissero per quanto ? nelle loro competenze: rimuovere e multare le auto, far chiudere il negozio etnico, intimare di smettere con la musica e i comportamenti oltraggiosi. Questa volta mi ? stato detto che sarebbero usciti prima del tramonto perch? poi di sera in queste vie ? meglio se non passano. Cos? li ho attesi e quando sono sceso, alle 20.30, sono stato letteralmente aggredito verbalmente da una trentina di extracomunitari che mi urlavano qualsiasi improperio; mentre i due agenti della polizia municipale mi portavano lontano dalla mia casa chiedendomi di non fomentare ulteriormente la situazione e di starmene fuori per un po'. Cos? ho dovuto chiamare, alle 21.30, una pattuglia della polizia per essere sicuro di poter rientrare nella mia abitazione. Distante centro metri dal mio palazzo ho aspettato di vedere i lampeggianti della gazzella per poi fare una corsa sin dentro al portone?.
?Purtroppo - termina il residente - questo ? solo l'ultimo di una serie di episodi analoghi. I miei familiari mi ripetono di non continuare a parlare perch? rischio di prendermi una coltellata, per? non credo sia giusto nemmeno restare zitti e avere paura persino ad entrare e ad uscire di casa. Questo non ? proprio di un Paese civile. Temo di avere capito, per?, che dove abito non ? pi? terra dello Stato, ma uno spazio dove il limite tra civilt? e incivilt? ? stato valicato senza possibilit? di ritorno e dove le istituzioni hanno abdicato in favore di un sistema dove le regole sono diventate l'eccezione?.
Matteo Bernardini
A costo di essere ripetitivo voglio dire:
Continuiamo ad accoglierli a braccia aperte che tra un p? saremo noi gli stranieri a dover alzare le tende!!!!
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