"Ma la situazione è sotto controllo"
Il caldo anticipato di questi giorni unito all'assenza di precipitazioni fa prevedere un'esate torrida, come nel 2003, e una forte siccità. L'avvertimento giunge dal capo della Protezione civile Bertolaso per il quale il momento "peggiore arriverà tra un mese". Per affrontarlo Bertolaso chiede di imparara a dosare l'acqua dai rubinetti. Oggi, intanto, si riunisce il consiglio dei ministri per decretare lo stato di crisi.
L'acqua presente nei fiumi e nei laghi non basta a scongiurare la siccità. E, anche se piovesse più del necessario, l'acqua evaporerebbe tutta. Si va dunque incontro ad una situazione d'emergenza per gestire le poche risorse disponibili. Del resto le cifre parlano chiaro. Il Po, alla stazione di Pontelagoscuro, oggi, ha una portata di 431 metri cubi di acqua al secondo. Meno della metà del valore medio storico, che è di 953 metri cubi. Sono livelli che nell'estate del 2003, quando la siccità richiese un intervento deciso, il grande fiume aveva già raggiunto. Ma a giugno e non certo a fine aprile. Quanto ai grandi laghi italiani: il Garda e il Maggiore sono entrambi ampiamente sotto i livelli medi: il con altezze idrometriche di 55,9 cm. il secondo di -6,1; la media del Garda in questo periodo è 110 centimetri, quella del lago Maggiore è 75. E già si quantificano danni all'agricoltura pari a un miliardo di euro.
La richiesta di uno stato d'emergenza è stata rilanciata dal responsabile della Protezione civile e dal ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio. "Dobbiamo farci aiutare da esperti di marketing, dobbiamo usare le tecniche della pubblicità. Dobbiamo far capire a tutti - spiega in un'intervista a La Repubblica Bertolaso - che l'acqua è un bene prezioso, un elemento essenziale della nostra vita che non è più abbondante come un tempo. Le politiche basate sui divieti non funzionano: l'uso intelligente dell'acqua deve diventare un fatto di buona educazione, di civiltà".
E bisogna agire perché "la neve si sta sciogliendo a velocità impressionante: questa estate porebbe battere il terribile record del 2003, l'anno in cui ci sono stati più di 30mila morti per il caldo in Europa". Il momento "peggiore arriverà tra un mese" prevede Bertoalso. Per agire nel modo giusto "bisogna fare andare nella stessa direzione governo, regioni, autorità di bacino, associazioni agricole, società elettriche. Ci vuole un'unica mano che dosi il rubinetto, in modo da non sprecare nemmeno una goccia: una sola cabina di regia per aumentare efficienza del sistema".
I disagi ci saranno, tuttavia, ridimensiona Bertolaso, le istituzioni stanno seguendo la mesi l'evoluzione climatica per evitare di restare senz'acqua e sena elettricità sul più bello dell'estate. "Vedere tutta questa preoccupazione - aggiunge - mi sembra un po' esagerato: sono quattro mesi che stiamo valutando, studiando e monitorando la situazione, che è sotto controllo".
"'Credo che nessun paese europeo, perché il problema è europeo - spiega - abbia fatto un lavoro così preciso di prevenzione e condivisione come quello che abbiamo portato avanti noi. Sono quattro mesi che stiamo valutando, studiando e monitorando la situazione. E creato un comitato che raggruppa i piu' importanti scienziati ed esperti italiani in materia di meteorologia e clima". Lo stesso premier Prodi, "in una direttiva inviata due mesi fa, ha fatto presente a tutti la situazione".
Bertolaso fa poi riferimento al tavolo tecnico istituito al ministero dello Sviluppo Economico per fronteggiare la criticità del settore elettrico per l'estate 2007. Il tavolo, composto dal Dipartimento della Protezione Civile, dall'Autorità per l'Energia Elettrica e Gas, dall' Autorità di Bacino del fiume Po, Ministero dell'Ambiente, Terna e dalle quattro regioni interessate, ha predisposto un piano in quattro punti: 1. investire in una forte azione di coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti nel tavolo di lavoro; 2. aumentare la potenza interrompibile di 1000 megawatt, dando, al tempo stesso, certezza sulla disponibilità effettiva dei 3100 Megawatt già esistenti, con preavviso e in tempo reale; 3. prenotare 2000 megawatt di capacità da fornitori esteri per importare energia in caso di bisogno; 4. adottare soluzioni temporanee che permettano di far funzionare le centrali elettriche che utilizzano le acque del Po anche in presenza di bassi livelli dell'acqua. Intanto, si studiano soluzioni strutturali, disponibili dall'estate del prossimo anno, per dare piu' flessibilità operativa alle centrali, riducendo la dipendenza dal livello delle acque del Po. Entro fine mese sarà stilato poi un primo bilancio di questi sforzi congiunti e si valuteranno eventuali ulteriori interventi.
Intanto è attesa la seduta del governo che esaminerà la richiesta dello stato di crisi, avanzata dal ministro Pecoraro Scanio. "L'emergenza siccità va affrontata senza indugi e con razionalità. Il primo passo, vista la situazione ed i problemi per l'ambiente, l'agricoltura e l'energia, è dichiarare lo stato di crisi, che domani chiedero' nel corso del Cdm", ha detto Pecoraro Scanio. "Lo stato d'emergenza, pero' - ha proseguito -, non basta. Servono interventi strutturali. In particolare è necessario varare un piano antisprechi ed avviare l'ammodernamento della rete idrica italiana".
Il caldo anticipato di questi giorni unito all'assenza di precipitazioni fa prevedere un'esate torrida, come nel 2003, e una forte siccità. L'avvertimento giunge dal capo della Protezione civile Bertolaso per il quale il momento "peggiore arriverà tra un mese". Per affrontarlo Bertolaso chiede di imparara a dosare l'acqua dai rubinetti. Oggi, intanto, si riunisce il consiglio dei ministri per decretare lo stato di crisi.
L'acqua presente nei fiumi e nei laghi non basta a scongiurare la siccità. E, anche se piovesse più del necessario, l'acqua evaporerebbe tutta. Si va dunque incontro ad una situazione d'emergenza per gestire le poche risorse disponibili. Del resto le cifre parlano chiaro. Il Po, alla stazione di Pontelagoscuro, oggi, ha una portata di 431 metri cubi di acqua al secondo. Meno della metà del valore medio storico, che è di 953 metri cubi. Sono livelli che nell'estate del 2003, quando la siccità richiese un intervento deciso, il grande fiume aveva già raggiunto. Ma a giugno e non certo a fine aprile. Quanto ai grandi laghi italiani: il Garda e il Maggiore sono entrambi ampiamente sotto i livelli medi: il con altezze idrometriche di 55,9 cm. il secondo di -6,1; la media del Garda in questo periodo è 110 centimetri, quella del lago Maggiore è 75. E già si quantificano danni all'agricoltura pari a un miliardo di euro.
La richiesta di uno stato d'emergenza è stata rilanciata dal responsabile della Protezione civile e dal ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio. "Dobbiamo farci aiutare da esperti di marketing, dobbiamo usare le tecniche della pubblicità. Dobbiamo far capire a tutti - spiega in un'intervista a La Repubblica Bertolaso - che l'acqua è un bene prezioso, un elemento essenziale della nostra vita che non è più abbondante come un tempo. Le politiche basate sui divieti non funzionano: l'uso intelligente dell'acqua deve diventare un fatto di buona educazione, di civiltà".
E bisogna agire perché "la neve si sta sciogliendo a velocità impressionante: questa estate porebbe battere il terribile record del 2003, l'anno in cui ci sono stati più di 30mila morti per il caldo in Europa". Il momento "peggiore arriverà tra un mese" prevede Bertoalso. Per agire nel modo giusto "bisogna fare andare nella stessa direzione governo, regioni, autorità di bacino, associazioni agricole, società elettriche. Ci vuole un'unica mano che dosi il rubinetto, in modo da non sprecare nemmeno una goccia: una sola cabina di regia per aumentare efficienza del sistema".
I disagi ci saranno, tuttavia, ridimensiona Bertolaso, le istituzioni stanno seguendo la mesi l'evoluzione climatica per evitare di restare senz'acqua e sena elettricità sul più bello dell'estate. "Vedere tutta questa preoccupazione - aggiunge - mi sembra un po' esagerato: sono quattro mesi che stiamo valutando, studiando e monitorando la situazione, che è sotto controllo".
"'Credo che nessun paese europeo, perché il problema è europeo - spiega - abbia fatto un lavoro così preciso di prevenzione e condivisione come quello che abbiamo portato avanti noi. Sono quattro mesi che stiamo valutando, studiando e monitorando la situazione. E creato un comitato che raggruppa i piu' importanti scienziati ed esperti italiani in materia di meteorologia e clima". Lo stesso premier Prodi, "in una direttiva inviata due mesi fa, ha fatto presente a tutti la situazione".
Bertolaso fa poi riferimento al tavolo tecnico istituito al ministero dello Sviluppo Economico per fronteggiare la criticità del settore elettrico per l'estate 2007. Il tavolo, composto dal Dipartimento della Protezione Civile, dall'Autorità per l'Energia Elettrica e Gas, dall' Autorità di Bacino del fiume Po, Ministero dell'Ambiente, Terna e dalle quattro regioni interessate, ha predisposto un piano in quattro punti: 1. investire in una forte azione di coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti nel tavolo di lavoro; 2. aumentare la potenza interrompibile di 1000 megawatt, dando, al tempo stesso, certezza sulla disponibilità effettiva dei 3100 Megawatt già esistenti, con preavviso e in tempo reale; 3. prenotare 2000 megawatt di capacità da fornitori esteri per importare energia in caso di bisogno; 4. adottare soluzioni temporanee che permettano di far funzionare le centrali elettriche che utilizzano le acque del Po anche in presenza di bassi livelli dell'acqua. Intanto, si studiano soluzioni strutturali, disponibili dall'estate del prossimo anno, per dare piu' flessibilità operativa alle centrali, riducendo la dipendenza dal livello delle acque del Po. Entro fine mese sarà stilato poi un primo bilancio di questi sforzi congiunti e si valuteranno eventuali ulteriori interventi.
Intanto è attesa la seduta del governo che esaminerà la richiesta dello stato di crisi, avanzata dal ministro Pecoraro Scanio. "L'emergenza siccità va affrontata senza indugi e con razionalità. Il primo passo, vista la situazione ed i problemi per l'ambiente, l'agricoltura e l'energia, è dichiarare lo stato di crisi, che domani chiedero' nel corso del Cdm", ha detto Pecoraro Scanio. "Lo stato d'emergenza, pero' - ha proseguito -, non basta. Servono interventi strutturali. In particolare è necessario varare un piano antisprechi ed avviare l'ammodernamento della rete idrica italiana".
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