Costi per le ricariche telefoniche addio dal 5 marzo. Lo ha deciso il decreto Bersani del 31 dicembre. Ma come si comporteranno le varie compagnie? Aumenteranno i prezzi delle chiamate per far fronte ai minori introiti? La reazione è abbastanza differente: si va dai bonus di 3, alla partenza in anticipo di Vodafone, alle ricariche flessibili di Tim fino alla sfida di Wind che, invece, non intende eliminare i costi, almento per i vecchi clienti. Quel che è certo, comunque, è che il decreto Bersani ha riacceso la concorrenza fra le varie società. La prima a muoversi è 3, che ha giocato d'anticipo: l'abolizione dei costi di ricarica diverrà operativa già da venerdì 2 marzo. I piani tariffari, fanno sapere dalla società, rimarranno inalterati. Non solo, ai nuovi clienti che attiveranno entro il 30 aprile una nuova ricarica da 20 euro verranno "regalati" tra maggio e giugno altri 10 euro di credito. L'obiettivo? Cercare di tamponare il calo degli introiti inducendo i clienti a spendere di più.
Domenica 4 marzo sarà la volta di Vodafone, che eliminerà i costi di ricarica in anticipo di un giorno. Per i vecchi clienti le tariffe resteranno inalterate. Per le nuove attivazioni saranno invece disponibili due nuovi piani rimodulati, oltre ai tre che resteranno in commercio.
Tim si muoverà lunedì, mantenendo per tutti i clienti, anche i nuovi, le stesse tariffe applicate finora. Il traffico telefonico acquistato sarà così pienamente utilizzabile. Non solo, al società introdurrà anche una formula inedita: nuove ricariche flessibili di pochi euro (taglio minimo 5 euro) che potranno essere incrementate, in qualsiasi momento, anche con un solo euro.
nfine Wind (che finora non ha comunque mai applicato costi di ricarica per prepagate oltre i 50 euro) ha deciso che abolirà gli extracosti solo per i "nuovi" clienti, ai quali saranno proposti tre nuovi piani tariffari che prevedono a seconda dei casi, o un aumento del prezzo delle chiamate o dello scatto alla risposta.
Il gruppo, controllato dall'imprenditore egiziano Naguib Sawiris, intende invece mantenere i "contributi fissi" sulle ricariche sotto i 50 euro di tutti gli attuali 15 milioni di clienti.
Questi ultimi se effettueranno ricariche con importi inferiori a 50 euro e non vorranno accreditarsi il costo di ricarica, se lo vorranno, avranno la possibilità di migrare sui nuovi piani. Chi, infine, continuerà ad acquistare 'telefonate' per cifre superiori potrà invece mantenere il proprio piano tariffario.
Ogni operatore sta dunque scegliendo la propria strada per assorbire le nuove disposizioni. Qualsiasi sia la scelta, commenta il ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, il consumatore, ''comunque, ci guadagnerà" e le compagnie, più che impelagarsi in una ''guerra'', potranno ''rinnovare le loro strategie rendendole più trasparenti senza rimetterci nulla nel medio periodo".
Qualche remora è espressa invece dai sindacati delle società di telecomunicazioni che temono un impatto troppo drastico delle misure sugli operatori più piccoli. Le eventuali difficoltà incontrate dalle società per far fronte alla perdita di entrate derivanti potrebbero infatti, secondo Uilcom e Fistel-Cisl, scaricarsi sul mondo del lavoro.
Domenica 4 marzo sarà la volta di Vodafone, che eliminerà i costi di ricarica in anticipo di un giorno. Per i vecchi clienti le tariffe resteranno inalterate. Per le nuove attivazioni saranno invece disponibili due nuovi piani rimodulati, oltre ai tre che resteranno in commercio.
Tim si muoverà lunedì, mantenendo per tutti i clienti, anche i nuovi, le stesse tariffe applicate finora. Il traffico telefonico acquistato sarà così pienamente utilizzabile. Non solo, al società introdurrà anche una formula inedita: nuove ricariche flessibili di pochi euro (taglio minimo 5 euro) che potranno essere incrementate, in qualsiasi momento, anche con un solo euro.
nfine Wind (che finora non ha comunque mai applicato costi di ricarica per prepagate oltre i 50 euro) ha deciso che abolirà gli extracosti solo per i "nuovi" clienti, ai quali saranno proposti tre nuovi piani tariffari che prevedono a seconda dei casi, o un aumento del prezzo delle chiamate o dello scatto alla risposta.
Il gruppo, controllato dall'imprenditore egiziano Naguib Sawiris, intende invece mantenere i "contributi fissi" sulle ricariche sotto i 50 euro di tutti gli attuali 15 milioni di clienti.
Questi ultimi se effettueranno ricariche con importi inferiori a 50 euro e non vorranno accreditarsi il costo di ricarica, se lo vorranno, avranno la possibilità di migrare sui nuovi piani. Chi, infine, continuerà ad acquistare 'telefonate' per cifre superiori potrà invece mantenere il proprio piano tariffario.
Ogni operatore sta dunque scegliendo la propria strada per assorbire le nuove disposizioni. Qualsiasi sia la scelta, commenta il ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, il consumatore, ''comunque, ci guadagnerà" e le compagnie, più che impelagarsi in una ''guerra'', potranno ''rinnovare le loro strategie rendendole più trasparenti senza rimetterci nulla nel medio periodo".
Qualche remora è espressa invece dai sindacati delle società di telecomunicazioni che temono un impatto troppo drastico delle misure sugli operatori più piccoli. Le eventuali difficoltà incontrate dalle società per far fronte alla perdita di entrate derivanti potrebbero infatti, secondo Uilcom e Fistel-Cisl, scaricarsi sul mondo del lavoro.
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