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Moto e musica (preferibilmente jazz)
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Originally posted by tolgiati (DEX) View PostSi possono tranquillamente fare/trovare/scegliere le note giuste/belle/emozionanti anche senza farsi. Punto.
E' solo una questione di talento, non c'entra cosa ti cali.
E' ovvio poi che ognuno ha un proprio vissuto che tende a mettere nella musica, ma non ? assolutamente detto.
Come in tutte le cose: se uno ? deficiente, tale rimane in qualsiasi cosa stia facendo.
Poi il discorso scale/armonia/ecc. ? tutto relativo, poich? non conoscendo queste nozioni si avr? forse maggiore spazio per la creativit? istintiva, ma questa si esprimer? entro lo steccato di quel poco che, per background culturale, ciascuno di noi conosce e padroneggia (e riconosce come bello); scale, armonia, accordi, lettura della musica: sono tutti attrezzi del mestiere, non sono la musica. Avere pi? mezzi per fare meglio la musica e per esprimere meglio e pi? compiutamente le proprie intuizioni fa solo bene, averne di meno non fa necessariamente male ma non ti apre tutte le possibilit?.
La tecnica ? un mezzo, non il fine.
Ciao
DEX
di Michel Portal che pensi?
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Originally posted by edorsv99 View PostE di Dave Brubeck? E' stato davvero un grande innovatore, un "pioniere" come viene definito nella canzone "new frontier" di Donald Fagen?
Di certo però aver fatto un po' di esperimenti coi metri irregolari (la mitica Take Five è in realtà un pezzo piuttosto scolastico derivante da una consuetudine che Brubeck e soci avevano: dovevano presentarsi alle prove ogni volta con un pezzo nuovo che non fosse in 4/4. Desmond portò Take Five, una sorta di esercizietto... Sappiamo tutti come andò a finire) e con l'interazione tra forme classiche e jazz non lo pone tra i grandissimi maestri. Io l'ho ascoltato abbastanza, ma solo nella sua ultima produzione in quartetto, quando con lui suonava Jerry Bergonzi, uno dei miei sassofonisti preferiti e con uno stile diametralmente opposto a quello di Paul desmond.
Brubeck di sicuro non è stato pioniere, nemmeno di queste pratiche, e prima di lui c'è almeno da considerare il lavoro di John Lewis e del Modern Jazz Quartet, ma mettiamoci anche Jerry Mulligan...
C'è poi il fatto che è bianco, e questa cosa ha un peso: il mondo del jazz è stato (e in certi casi è ancora) afflitto da una sorta di razzismo al contrario, dove i neri (ops, afroamericani) ancora si fanno le seghe mentali col fatto che solo loro possono capire e suonare veamente il jazz... Mi spiace per loro, ma ormai ci sono così tante migliaia di esempi che dimostrano il contrario...
Ci sono musicisti europei (quindi - orrore! - nemmeno americani) che suonano molto meglio di molti artisti made in USA, e con in più idee musicali migliori e più creative. Anche se a me continua a piacere di più il sano Bop, col basso in quattro e il batterista che va sul "ride".
DEXLast edited by tolgiati (DEX); 24-02-07, 03:59.
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Originally posted by dreamer View Postperfettamente daccordo.... se uno manca di sensibilit? ed ha l'animo acido... non potr? mai esprimere cio' che non-?.
di Michel Portal che pensi?
Comunque i due che hai citato sono tra i migliori, ma mettiamoci anche Eric Lelan, Pierre Michelot,
Martial Solal, Sclavis... e poi l'immortale (purtroppo solo artisticamente) Petrucciani...
Diciamo che di sicuro in Francia c'? un'attenzione e un rispetto per la musica e i musicisti che noi possiamo sognarci... Infatti alcuni dei nostri migliori jazzisti o vivono in Francia o producono per etichette francesi (Fresu, un nome su tutti).
Ciao
DEX
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Originally posted by edorsv99 View PostDi Cafiso che ne pensi? Deve ancora maturare?
Tutti a osannarlo perch? era un giovane fenomeno, ma se un adulto avesse suonato come lui nessuno se lo sarebbe filato.
Sostanzialmente la penso ancora cos? su tutto il movimento che c'? intorno a lui (grandi concerti, collaborazioni importanti, super gruppi con cui si esibisce, festival di livello mondiale...): in America, alla Berklee School of music di Boston ci sono intere schiere di giovani che suonano anche meglio di lui. Ma nessuno li caga perch? in fondo sono solo studenti con una ottima tecnica, non dei veri musicisti.
Ora ho un po' modificato il mio giudizio su di lui, poich? di certo ? migliorato nello swing (che inizialmente gli mancava un po', ma nessuno ha mai detto niente...) e il suo stile si va facendo pi? personale, quindi tendendo a giustificare tutti gli osanna che si fanno su di lui.
Continuo a pensare che se non fosse uscito quando aveva nove anni nessuno si sarebbe occupato di lui.
Inoltre mi sembra che quando suona ha un po' l'atteggiamento da montato, da uno che sa che tanto ? benvoluto dalla critica e dal pubblico, quindi pu? permettersi un po' di tutto.
Detto questo, il ragazzo suona in modo strepitoso, ma secondo me ancora un po' acerbo e logorroico, troppo atletico per essere anche veramente espressivo; sembra che in ogni solo debba metterci tutto lo scibile sassofonistico, inoltre (ma questo ? un parere personale) strumentisticamente non ? nemmeno bellissimo da vedere.
Se non si brucia per il successo che sta ottenendo e prosegue nella ricerca ? destinato ad un radioso futuro.
Ricordo per? un pianista italo/americano, Sergio Salvatore, che negli anni '90, quando aveva circa 10/11 anni, fece due o tre dischi con delle ritmiche strepitose (Patitucci, Peter Erskine, ecc.) ed era portato in trionfo come il pi? impressionante young lion sulla piazza. Ci fu un'enorme cassa di risonanza su di lui e la discografia sicuramente ricav? un bel pacco di soldi.
Morale: tempo cinque anni ? sparito. Sicuramente star? facendo la sua bella carriera lontano dai riflettori, ma la sua storia ? emblematica del fatto che non ? quasi mai il talento o la profondit? musicale la qualit? per la quale questi baby fenomeni arrivano al grande pubblico. Parlando terra terra: sono praticamente assimilabili a dei fenomeni da baraccone, la gente si interessa a loro fino a quando sono stupefacenti in relazione all'et?, poi quando crescono li abbandona. E cos? fa l'industria dello spettacolo e della musica.
Se i ragazzi sono intelligenti, forti e baciati dal talento, perdono il business ma rimane l'arte, e si meritano un posto stabile nell'ambiente della musica, grazie alla stima che si sono nel frattempo guadagnati. Se invece sono solo una montatura mediatica si sciolgono come neve al sole, consumati dalla delusione di trovarsi da star internazionali a diventare "uno dei tanti".
Ciao
DEX
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Ah, lo sapevo, tanti buoni propositi ma la discussione già langue...
Ciao
Tarcisio
DEXLast edited by tolgiati (DEX); 28-02-07, 13:51.
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Duecentocinquanta
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Originally posted by tolgiati (DEX) View PostA grande richiesta (vero Superluk46? ),
ecco il topic tanto atteso sul rapporto tra i motociclisti e i grandi maestri del jazz.
Si parte coi sassofonisti (lo sono anch'io -
www.tarcisioolgiati.com -, impossibile non iniziare da qui...), ma poi la discussione si ramificher? inevitabilmente in un meandro inestricabile di pareri, e ci troveremo a rimpiangere la pace di quando questo topic non era ancora aperto.
Sotto coi nomi, coi titoli, con i generi.
Poi tutto andr? da s?.
Io ci metto i maestri storici del Be-Bop e derivati: Charlie "Bird" Parker, John Coltrane, Sonny Rollins, Dexter Gordon e Wardell Gray, Lester "Prez" Young, Julian "Cannonball" Adderley; e poi alcuni grandi degli anni 70/80/90, come Brecker, Berg, Bergonzi, Lovano, Bill Evans (il sassofonista), Bob Mintzer, Steve Grossman, James carter e Joshua Redman, Brandford Marsalis , l'inglese Andy Sheppard, i nostri Emanuele Cisi, Maurizio Giammarco ...
Insomma, mi piace il jazz un po' energico, non (solo) quello "poetico" che piace tanto a quelli, ad esempio chi viene dalla classica, che credono che il jazz sia solo quello (quello alla Chet Baker, per intenderci, o alla Paul Desmond, o alla Keith Jarret oppure cantato).
Viva le sventagliate di note di cui la maggior parte della gente non capisce niente, perch? quella ? la vera essenza del jazz: ritmo, blues, swing energico, azzardo, invenzione audace, trovate non banali n? riconoscibili al primo ascolto. Abbasso il miele che cola, gli steccati troppo alti e le regole troppo rigide (sul fatto che nel jazz ci siano molte pi? regole di quanto si pensi bisognerebbe aprire un topic a parte...).
Ciao
DEX
P.S.: la musica ? musica, quindi questo non ? un circolo chiuso per jazzisti o sedicenti tali, entri chiunque, a prescindere dai gusti. Ci si pu? divertire (o scannare) allegramente in compagnia
caovilini ? un genere musicale che mi piace tantissimooooo, ma non sono
un'esperta della storia di questa musica...
hai parlato di regole cosa intendi dire?
micantl?
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Originally posted by edorsv99 View PostBoh, si potrebbe parlare di John Zorn...
Negli anni '80/'90, quando ancora non avevo capito bene a quale tipo di stile andassero davvero le mie preferenze, ho ascoltato veramente di tutto, compreso ovviamente Zorn, ma anche Tim Berne o Frisell, tutta quella cricca di creativi bianchi newyorkesi che si contrapponevano un po' al movimento neo bop che faceva capo ai fratelli Marsalis, neri di New orleans.
S ar? sincero: lo Zorn di Masada ? uno dei miei musicisti preferiti, quello di Naked City ? uno di quelli che odio di pi?.
Il Quartetto con Douglas, Cohen e Baron ? uno dei progetti musicali che pi? mi ha affascinato, con quel modo riuscitissimo di riproporre la musica ebraica basata sul klezmer in uno stile tutto nuovo, con composizioni originali orientate al jazz ma fortemente influenzate dalla tradizione "jewish". E' musica che swinga, con delle melodie interessanti e cambi armonici, diciamo, normali, quindi musica attraente e coinvolgente, sia emozionalmente che intellettualmente.
L'altra musica di Zorn mi sembra invece una sfida all'ascoltatore, quasi un tentativo di stimolarne la riflessione a forza di frustate...
Non mi piace lo stile tipo "collage music", dove ogni dieci secondi cambia tutto. E' una visione molto interessante della musica, ma semplicemente ? troppo destabilizzante, impossibile da seguire, senza punti di riferimento che non siano cerebralmente intellettuali. A tal punto da diventare cervellotici.
Parlando di Zorn come strumentista devo dire che ? validissimo, con uno swing evidente, ma che lui si guarda bene dall'usare sempre... Tecnicamente ineccepibile, con un suono asciutto ma non povero. Decisamente bianco.
Mi ricordo di un concerto dei Masada a cui hoi assistito a Varese quando facevano da spalla ai mitici Morphine (e chi non sa chi sono peste lo colga!): dopo un minuto del primo pezzo Zorn ferma tutto con un plateale gesto. Pubblico sconcertato poi Zorn parte con una selva micidiale di insulti al microfono, rivolti ai fotografi che, a suo dire, lo stavano disturbando coi flash... Roba tipo: "you, fucking bastards with your fucking cameras, we are here to play music, I have enough of you and your fucking job..."
Platea annichilita, Zorn non si gira nemmeno verso i suoi colleghi, "three-four" e riparte a suonare, con la band che in un secondo lo segue come se niente fosse successo.
Probabilmente erano abituati a queste scenate, non ci facevano pi? caso.
Grande personaggio e intellettuale raffinatissimo.
Per le mie modeste capacit? discernimento ? fin troppo avanti.
Il concerto comunque mi era piaciuto molto.
Ciao
DEX
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Originally posted by "micantl?" View Postciao piacere,
caovilini ? un genere musicale che mi piace tantissimooooo, ma non sono
un'esperta della storia di questa musica...
hai parlato di regole cosa intendi dire?
micantl?
Parto un po' da lontano: in genere si pensa che gli artisti siano una categoria di gente piuttosto libera, che si esprime in ambiti dove la creativit? e la fantasia stanno al potere.
Ovviamente ci? ? vero per l'aspetto "compositivo", nel senso che nel momento in cui ti viene l'idea essa ? libera da qualsiasi condizionamento, ? pura e slegata da qualsiasi contesto culturale o tecnico. E' un pensiero e, in quanto tale, ? libero per definizione.
Nel momento in cui si deve trasformare il pensiero in qualcosa di concreto (e qui mi addentro di pi? nel discorso musicale, ma vale lo stesso per le altre arti) si comincia a dover fare i conti con alcuni percorsi da seguire.
In musica questi percorsi si sostanziano nel rispetto di alcune regolette basilari, come la scelta del genere musicale (ovviamente se ne pu? anche inventare uno nuovo...), gli strumenti da usare, il tipo di sonorit?, l'arrangiamento.
La scelta dello stile non ? un argomento cos? assurdo, poich? scegliendo uno stile invece che un altro bisogner? rispettarne i dettami, pi? o meno codificati (non si fa heavy metal con il clarinetto, ma nemmeno si canta la Butterfly con la voce di Ella Fitzgerald).
Questi canoni sono dedotti dalla pratica e possono sempre essere modificati, ma sta di fatto che alcune consuetudini sono ormai radicate, e difficilmente si possono smuovere.
Il musicista intelligente capisce che uno stile ha la propria impronta, e non pu? pi? di tanto fregarsene (ma, ripeto, pu? inventare una nuova impronta), quindi cercher? di evitare tutte quelle soluzioni che sono magari belle in s? ma non c'entrano niente con il genere.
Nel jazz ci deve essere lo swing, quel tal "non so che" che identifica una esecuzione come inequivocabilmente jazz (relax, attenzione al respiro del ritmo, un particolare tipo di fraseggio strumentale o vocale, la pronuncia nell'uso degli strumenti a fiato, l'incedere pulsante e propulsivo del basso, la ricerca di soluzioni mai banali e anzi il pi? possibile azzardate).
Inizialmente lo swing ea qualcosa di elitariamente (ma inevitabilmente) riservato ai neri, d'altronde lo avevano inventato loro... Ma ormai il tempo ? passato e, pur rimanendo sostanzialmente una dote di natura, ora si pu? studiare, imparare, poich? gli insegnanti e i musicisti sono riusciti negli anni a trovare il succo delle caratteristiche che un buon swing deve avere, codificandole in una serie di regole seguite le quali una esecuzione sar?, almeno scolasticamente, swingante.
Poi lo swing istintivo e naturale ? un'altra cosa, ma tra "assolutamente negato" e "genio del jazz" oggi ? possibile mettere qualche altra categoria dove possono trovare dignitosamente posto molti musicisti disposti a studiare per compensare le carenze dovute ad una natura non molto generosa.
Di sicuro chi viene dal conservatorio non sa swingare (fortunatamente ci sono eccezioni), non glielo insegnano e snobbano il genere; chi prova a "jazzare" lo fa con un atteggiamento di superiorit? tale che gli impedisce di capire veramente in che cosa consista lo swing. Generalmente invece i classici riducono questo stile ad eseguire le note da un ottavo una lunga e l'altra corta, cos? si ottiene lo swing da banda che spesso si sente fare dalle orchestre sinfoniche quando si ostinano a suonare pezzi del repertorio jazz (notare che uno dei maggiori compositori di musica universalmente considerata jazz - musica nera, popolare e americana - ? Gershwin, grande maestro classico, bianco ed ebreo... Summertime ti dice niente?).
Non esistono solo regole scritte, esiste soprattutto il dovere di... fare bene la musica, capendo cosa si sta facendo, fino a dove spingere la propria creativit?, fino a dove osare.
Poi potrei farti un lungo discorso sul fatto che nel jazz si improvvisa, cio? si inventa sul momento quello che si sta suonando. In realt? anche qui ci sono una marea di regole di armonia, gli accordi, le strutture, il timing...
Alcuni critici saccenti (e molti ascoltatori che usano paroloni solo per giustificare il fatto che non hanno sufficienti conoscenze per capire cosa un jazzista stia suonando) chiamano free jazz quasiasi tipo di improvvisazione jazzistica, ma ci? ? lontanissimo dalla verit?, in quanto anche l'improvvisazione pi? intricata ? quasi sempre sorretta da una struttura armonica ben definita e ben presente nella testa del suonatore. L'ascoltatore deve partecipare all'esecuzione mettendo il proprio cervello, oltre che battere il piede, deve cercare in un assolo i punti di riferimento, sapendo che il jazzista far? di tutto per farglieli mancare. E' il suo mestiere, altrimenti suonerebbe musica leggera.
Ecco perch? normalmente alla maggior parte degli ascoltatori che non hanno voglia di impegnarsi il Be Bop non piace, mentre impazziscono per i crooner (chiamando jazz persino Michael Bubl?...) o per il jazz "poetico" alla Chat Baker: si capisce la melodia...
Le song sono belle, gli standard sono un formidabile patrimonio, ma il jazz non ? solo quello, non ? un titolo piuttosto che un altro; ? suonare lo stesso pezzo tutte le sere e farlo ogni sera diverso, senza sapere come verr? prima del momento in cui, all'ultimo istante, ti verr? l'idea per la variazione.
Le regole dell'armonia ti permettono di identificare una serie di note che tu potrai combinare all'infinito per inventare melodie sempre nuove su giri armonici che non cambiano mai, e qui il problema ? avere una fantasia cos? spiccata. E' un problema talmente grave che molti hanno creduto di aggirarlo sparandosi in vena di tutto, pur di trovare sempre nuove idee.
Nella maggior parte del jazz la libert? ? totale, ma solo dentro lo steccato, poich? nella maggior parte dei generi musicali che fanno capo al jazz uscire dallo steccato significa tradire la natura di questa musica. Ovviamente c'? il free jazz vero e proprio, dove veramente ognuno fa quello che crede, ma anche in questo caso esistono dei parametri fissi, forse un po' pi? indeterminati ma reali, che consistono pi? che altro nel seguire certe strutture e nel "dialogare" molto con le persone con cui si sta suonando, per non finire nel free all'italiana, ovvero un'accozzaglia di versi cacofonici senza giustificazione, che sono "contro" a prescindere, contestano e protestano ma senza proporre niente, ma soprattutto senza portare vera bellezza.
Chi non conosce l'armonia e suona ad orecchio non ? che non stia seguendo le regole, lo fa senza saperlo, usando, in sostituzione della conoscenza accademica, quella sensibilit? estetica che ogni musicista deve avere. Solo che, anche se non vuole o non lo sa, sta rispettando delle regole, anzi paradossalmente proprio perch? non le conosce far? fatica a disattenderle, andando sempre a parare in qualcosa che ha gi? nella memoria (quindi ? codificato nella cultura imperante), senza davvero inventare niente di nuovo.
I veri creativi sono uno su un milione, gli altri rielaborano, magari perfezionano, ma non creano veramente.
Mi accorgo di essere andato lunghissimo...
Scusami per la logorrea, ma l'argomento mi piace un po'... finisco qui ma avrei molto altro da dire.
Ciao
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Originally posted by tolgiati (DEX) View PostI veri creativi sono uno su un milione, gli altri rielaborano, magari perfezionano, ma non creano veramente.Last edited by edorsv99; 01-03-07, 07:11.
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