chiss? cosa sar? in Irak ???
La commissione Mandelli nel 2001 concluse che era tutto ok, ma i militari malati ora sono 513
Militari bonificano un campo contaminato dall'uranio impoverito
ROMA - Secondo le conclusioni stilate nel 2001 dalla Commissione presieduta dal celebre oncologo Franco Mandelli, non ci sono prove del nesso tra esposizione all'uranio impoverito e decessi per tumore. Intanto per? i militari italiani reduci dalla missione nei Balcani continuano a morire e ad ammalarsi.
E' di oggi la notizia della vittima numero 45. Si tratta di un giovane militare di 30 anni, originario di Salerno, deceduto due giorni fa a Roma per un tumore dopo una lunga malattia e quattro trapianti. A renderlo noto ? stato Domenico Leggiero, dell'Osservatorio militare, ricordando che attualmente sono 513 i soldati malati da patologie associabili all'esposizione all'uranio impoverito, sostanza massicciamente impiegata negli armamenti usati dalle forze armate della Nato durante l'intervento nei Balcani.
La giovane vittima, ha rivelato Leggiero, era un volontario dell'Esercito, pi? volte in missione nell'area balcanica, dalla quale era tornato affetto da Linfoma di Hodgkin. "Gli era stata riconosciuta la causa di servizio - ha ricordato il responsabile dell'Osservatorio - ma non aveva ancora preso un soldo".
Il militare deceduto aveva prestato servizio in particolare nel 19/o reggimento 'Guide' di Salerno, prendendo parte, ha ricordato Leggiero, "alla missione nella famigerata 'Tito Barrak' di Sarajevo che gli ? stata fatale". Secondo il responsabile dell'Osservatorio sono "sono ben 13 le vittime tra i soldati che hanno prestato servizio nella caserma maledetta".
Eppure, malgrado questi dati inquietanti, la relazione conclusiva della commissione Mandelli nel 2001 ha stabilito che la "sindrome dei Balcani" non pu? essere provata. Il numero di neoplasie maligne rilevate sui soldati, spiegava l'equipe medica guidata dall'oncologo incaricata dal governo di indagare il fenomeno, ? infatti "significativamente inferiore a quello atteso".
Mandelli ammetteva che fra i membri del contingente era stato riscontrato un eccesso di linfomi Hodking (9 rispetto ai 4 attesi sulla base delle statistiche), ma lo definiva "statisticamente non significativo". Troppo poco, quindi, per dire che quelle leucemie erano state provocate dall'uso di proiettili all'uranio impoverito durante le missioni. "Allo stato attuale tale risultato pu? essere dovuto al caso", concludeva tranquillizzante il medico, sollecitando per? ulteriori accertamenti
La commissione Mandelli nel 2001 concluse che era tutto ok, ma i militari malati ora sono 513
Militari bonificano un campo contaminato dall'uranio impoverito
ROMA - Secondo le conclusioni stilate nel 2001 dalla Commissione presieduta dal celebre oncologo Franco Mandelli, non ci sono prove del nesso tra esposizione all'uranio impoverito e decessi per tumore. Intanto per? i militari italiani reduci dalla missione nei Balcani continuano a morire e ad ammalarsi.
E' di oggi la notizia della vittima numero 45. Si tratta di un giovane militare di 30 anni, originario di Salerno, deceduto due giorni fa a Roma per un tumore dopo una lunga malattia e quattro trapianti. A renderlo noto ? stato Domenico Leggiero, dell'Osservatorio militare, ricordando che attualmente sono 513 i soldati malati da patologie associabili all'esposizione all'uranio impoverito, sostanza massicciamente impiegata negli armamenti usati dalle forze armate della Nato durante l'intervento nei Balcani.
La giovane vittima, ha rivelato Leggiero, era un volontario dell'Esercito, pi? volte in missione nell'area balcanica, dalla quale era tornato affetto da Linfoma di Hodgkin. "Gli era stata riconosciuta la causa di servizio - ha ricordato il responsabile dell'Osservatorio - ma non aveva ancora preso un soldo".
Il militare deceduto aveva prestato servizio in particolare nel 19/o reggimento 'Guide' di Salerno, prendendo parte, ha ricordato Leggiero, "alla missione nella famigerata 'Tito Barrak' di Sarajevo che gli ? stata fatale". Secondo il responsabile dell'Osservatorio sono "sono ben 13 le vittime tra i soldati che hanno prestato servizio nella caserma maledetta".
Eppure, malgrado questi dati inquietanti, la relazione conclusiva della commissione Mandelli nel 2001 ha stabilito che la "sindrome dei Balcani" non pu? essere provata. Il numero di neoplasie maligne rilevate sui soldati, spiegava l'equipe medica guidata dall'oncologo incaricata dal governo di indagare il fenomeno, ? infatti "significativamente inferiore a quello atteso".
Mandelli ammetteva che fra i membri del contingente era stato riscontrato un eccesso di linfomi Hodking (9 rispetto ai 4 attesi sulla base delle statistiche), ma lo definiva "statisticamente non significativo". Troppo poco, quindi, per dire che quelle leucemie erano state provocate dall'uso di proiettili all'uranio impoverito durante le missioni. "Allo stato attuale tale risultato pu? essere dovuto al caso", concludeva tranquillizzante il medico, sollecitando per? ulteriori accertamenti
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