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Indulto, il Csm lancia l'allarme
"Oltre 90% cause finiranno nel nulla"
Pi? del 90% dei processi nell'arco dei prossimi cinque anni sono destinati a finire nel nulla, cio? con sentenze non eseguibili, per effetto dell'indulto. Ma il Csm non ha il potere di chiedere ai capi degli uffici giudiziari di metterli da parte e privilegiarne altri. E' la risposta del Consiglio superiore della magistratura al Guardasigilli, che aveva chiesto di verificare criteri di priorit? nel trattare i processi.
Un messaggio contenuto nella bozza di risoluzione messa a punto da due Commissioni di Palazzo dei marescialli, proprio alla vigilia del plenum straordinario, previsto per domani pomeriggio, in cui il Guardasigilli illustrera' ai nuovi consiglieri la politica del governo in tema di organizzazione giudiziaria.
Del problema hanno discusso la Sesta e la Settima del Csm, che nelle scorse settimane hanno anche ascoltato i procuratori generali e i presidenti di Corte d'appello dei principali distretti giudiziari (Roma, Milano,Napoli, Palermo e Torino) e che ora si preparano a rilanciare l'allarme raccolto dai capi degli uffici giudiziari sulle gravi ricadute che l'indulto avra' sul lavoro della magistratura. Una situazione di fronte alla quale il Csm ha le mani legate: criteri di priorita' nella trattazione dei processi possono essere indicati solo dai responsabili degli uffici, fanno presente le due Commissioni, nella prima stesura del documento, che dovrebbe essere votato domani.
L'alternativa potrebbe essere solo un intervento del Parlamento: i consiglieri di Palazzo dei marescialli non si spingono sino a sollecitare un'amnistia, ma ricordano che nella storia repubblicana l'indulto e' sempre stato accompagnato da un provvedimento di questo tipo; e fanno presente che nell'unico precedente analogo, la riforma del giudice unico, fu una norma legislativa a indicare agli uffici giudiziari i "criteri di priorita"' a cui attenersi nella trattazione dei procedimenti pendenti.
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