Prendendo spunto dall?interessante post che danon ha scritto sul tempo, mi sono ricordata di aver letto un libro che parlava proprio di quello su cui danon e gli altri ragazzi stavano riflettendo.. cos? ho pensato di trascriverne una parte che pu? apparire un mattone alla vista, ma molto utile a quelle persone che vogliono saperne di pi? di s? stessi. Spero ke danon legga questo brano (anke perk? ci ho messo un?ora a trovare il libro e a trascriverlo tagliandone alcune frasi!!) e che possa servirgli.
??per molti ci? che ? sempre in discussione ? la fama, per altri il semplice mangiare, per altri il trono. Ci? che noi siamo, lo stare, l?essere, ? il risultato di un correre, di un competere, di un incessante fare. L?animale deve passare la maggior parte del tempo alla ricerca di cibo. ? per questo che volano gli uccelli. Se avessero cibo non volerebbero. I cigni ben nutriti sono animali pigri, apatici. L?animale naturale ? ombroso, scattante, magro, con muscoli pronti. Il falco deve volare altissimo in lente volute e poi gettarsi in picchiata ? [ ] Quando l?animale ? protetto da tutti questi problemi, allora sonnecchia.
Non c?? nella vita un?unica et? evolutiva . Tutta la vita ? un unico processo evolutivo. Non c?? nemmeno un individuo che si deve adattare, una volta per tutte, ad una societ?. Ciascuno di noi, nella sua vita, incontra, successivamente diverse societ?. Come se si dovesse recare, ogni volta, in un paese straniero e dovesse ricominciare tutto da capo, come un emigrante. Naturalmente una esperienza di questo genere non la proviamo ogni giorno. Vi sono dei periodi in cui ci identifichiamo con un compito, con un ruolo. Allora sappiamo chi siamo e cosa vogliamo. Ma viene poi il momento in cui qualcosa ci appare stonato. In genere proviamo un senso crescente di noia, come se le cose che facciamo ci fossero troppo familiari. Ma ? un?illusione di prospettiva. Siamo noi che stiamo perdendo i contatti con la pi? grande societ?, che ci rifugiamo nel nostro intorno immediato, dove le cose restano immobili.
La noia ? il sintomo del deterioramento del nostro rapporto col mondo e, quindi, con noi stessi. La noia scompare solo ritornando al mondo, cio? ACCETTANDONE LA SFIDA. Cercando cio? la nostra nuova identit?.
Periodicamente, nel corso della vita, noi dobbiamo, perci?, gettare via una parte di noi stessi, abbandonare una parte della societ? che ci ? familiare. DOBBIAMO PERDERCI PER RITROVARE LA STRADA. Dobbiamo tornare ad essere dei viandanti che arrivano in un territorio sconosciuto. Dobbiamo riconquistare un posto nella societ? come se questa ci fosse straniera. ..[ ] Anche la ricerca di noi stessi segue la legge generale di tutte le intraprese. C?? dapprima una famedi ricerca, per tentativi ed errori. ? un?attivit? esplorativa, di sondaggio, in cui accumuliamo errori e delusioni. Solo dopo un certo tempo riusciamo ad intravedere quale pu? essere la nostra strada. Finch? non possiamo fare un vero e proprio piano d?azione e concentrare tutte le nostre energie in quella direzione. In quest?ultima fase noi possiamo dire che stiamo progettando noi stessi. Infatti scegliamo ci? che vogliamo a partire dai nostri desideri, dalle nostre aspirazioni, dalle nostre reali capacit?, dalle risorse che possiamo utilizzare. C??, perci?, sempre una scelta: la volont? di essere in quel modo e non in un altro. E un?azione: l?intervento sulla societ? per realizzare il nostro disegno. Ogni fase di ricerca e di definizione della nostra identit? ? perci? anche un?impresa, un confronto, UNA LOTTA..?
Tratto da ?L?amicizia? di Francesco Alberoni
??per molti ci? che ? sempre in discussione ? la fama, per altri il semplice mangiare, per altri il trono. Ci? che noi siamo, lo stare, l?essere, ? il risultato di un correre, di un competere, di un incessante fare. L?animale deve passare la maggior parte del tempo alla ricerca di cibo. ? per questo che volano gli uccelli. Se avessero cibo non volerebbero. I cigni ben nutriti sono animali pigri, apatici. L?animale naturale ? ombroso, scattante, magro, con muscoli pronti. Il falco deve volare altissimo in lente volute e poi gettarsi in picchiata ? [ ] Quando l?animale ? protetto da tutti questi problemi, allora sonnecchia.
Non c?? nella vita un?unica et? evolutiva . Tutta la vita ? un unico processo evolutivo. Non c?? nemmeno un individuo che si deve adattare, una volta per tutte, ad una societ?. Ciascuno di noi, nella sua vita, incontra, successivamente diverse societ?. Come se si dovesse recare, ogni volta, in un paese straniero e dovesse ricominciare tutto da capo, come un emigrante. Naturalmente una esperienza di questo genere non la proviamo ogni giorno. Vi sono dei periodi in cui ci identifichiamo con un compito, con un ruolo. Allora sappiamo chi siamo e cosa vogliamo. Ma viene poi il momento in cui qualcosa ci appare stonato. In genere proviamo un senso crescente di noia, come se le cose che facciamo ci fossero troppo familiari. Ma ? un?illusione di prospettiva. Siamo noi che stiamo perdendo i contatti con la pi? grande societ?, che ci rifugiamo nel nostro intorno immediato, dove le cose restano immobili.
La noia ? il sintomo del deterioramento del nostro rapporto col mondo e, quindi, con noi stessi. La noia scompare solo ritornando al mondo, cio? ACCETTANDONE LA SFIDA. Cercando cio? la nostra nuova identit?.
Periodicamente, nel corso della vita, noi dobbiamo, perci?, gettare via una parte di noi stessi, abbandonare una parte della societ? che ci ? familiare. DOBBIAMO PERDERCI PER RITROVARE LA STRADA. Dobbiamo tornare ad essere dei viandanti che arrivano in un territorio sconosciuto. Dobbiamo riconquistare un posto nella societ? come se questa ci fosse straniera. ..[ ] Anche la ricerca di noi stessi segue la legge generale di tutte le intraprese. C?? dapprima una famedi ricerca, per tentativi ed errori. ? un?attivit? esplorativa, di sondaggio, in cui accumuliamo errori e delusioni. Solo dopo un certo tempo riusciamo ad intravedere quale pu? essere la nostra strada. Finch? non possiamo fare un vero e proprio piano d?azione e concentrare tutte le nostre energie in quella direzione. In quest?ultima fase noi possiamo dire che stiamo progettando noi stessi. Infatti scegliamo ci? che vogliamo a partire dai nostri desideri, dalle nostre aspirazioni, dalle nostre reali capacit?, dalle risorse che possiamo utilizzare. C??, perci?, sempre una scelta: la volont? di essere in quel modo e non in un altro. E un?azione: l?intervento sulla societ? per realizzare il nostro disegno. Ogni fase di ricerca e di definizione della nostra identit? ? perci? anche un?impresa, un confronto, UNA LOTTA..?
Tratto da ?L?amicizia? di Francesco Alberoni
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