Fonte Hw-Upgrade ...
Prendiamo spunto dalle parole di Thomas Lindeman, Microsoft senior product manager, per poter affrontare un tema molto ricorrente nel mondo informatico, ovvero quello della pirateria. Stando alle dichiarazioni di Mr. Linderman riportate da CDRInfo, Microsoft avrebbe allo studio alcune pesanti limitazioni in caso di un utilizzo illegale del futuro sistema operativo Windows Vista.
In caso di mancato acquisto di una copia legale, potrebbe venire meno la tanto attesa interfaccia Windows Aero, o subentrerebbe addirittura una limitazione a tempo per l'utilizzo del browser. Non solo: alcune limitazioni allo studio coinvolgerebbero anche l'utilizzo del client di posta Outlook ed altri applicativi comunemente utilizzati dall'utente medio, che verrebbe quindi invogliato ad acquistare una copia regolare del sistema operativo. Verranno in ogni caso garantiti gli aggiornamenti critici come nel caso di Windows XP.
Un giro di vite insomma per quanto riguarda l'approccio anti-pirateria avuto da Microsoft in questi anni, che andr? di pari passo con un sistema di controllo pi? accurato rispetto a quello utilizzato dalla versione XP, anche senza la necessit? di utilizzare una connessione al web.
Gridare allo scandalo ? fin troppo facile, e con buona probabilit? prematuro oltre che sbagliato. A prescindere dalla software house, utilizzare un software in maniera illegale ? prima di tutto un reato, piaccia o no. Le misure scelte per impedire un utilizzo "improprio" del software possono essere oggetto di discussione, mentre l'interesse di un'azienda a difendersi da un fenomeno estremamente diffuso appare legittimo.
Certamente qualcuno potr? obiettare dicendo che fino ad ora Microsoft ha avuto un comportamento pi? tenero nei confronti del problema pirateria, magari "sfruttandolo" per ottenere una maggiore penetrazione nel mercato. Fondati sospetti o illazioni immotivate che siano, Microsoft deve fare i conti con dati oggettivi emersi da recenti indagini: il 35% delle copie di Windows installate a livello globale sono illegali.
Obiettivo di Microsoft sarebbe quello di aumentare drasticamente le differenze esistenti fra una copia regolarmente registrata ed una no, molto pi? di quanto accada ora con Windows XP. Avidit?, sete di giustizia, operazione legittima: si pu? chiamare l'iniziativa in molti modi diversi, ma il vero problema di Microsoft sembra essere di carattere geo-politico.
Ad impensierire Microsoft sembrano essere Paesi come Cina e Russia, ovvero un enorme bacino di utenza in cui i margini di espansione sono ancora enormi, ma nei quali manca una legislazione certa ed in cui mancano quasi totalmente i controlli da parte del sistema legislativo e, peggio ancora, manca proprio l'intenzione da parte della politica di occuparsene, soprattutto in Cina, la patria della copia illegale per eccellenza.
Microsoft cercherebbe quindi di tutelarsi introducendo limitazioni al proprio sistema operativo usato illegalmente, ben sapendo di non poter contare sull'appoggio di nessuno in Paesi dove il bacino di utenza potrebbe arrivare alle centinaia di milioni di copie nei prossimi anni, Paesi dove attualmente si concentra la maggiore percentuale di copie pirata.
Siamo ovviamente ancora nel campo delle ipotesi, in quanto non ? detto che tutto quanto promesso all'utente non in regola si possa poi avverare; quel che ? certo ? che Microsoft dovr? fare bene i propri conti e soppesare bene le scelte, al fine di mantenere la stratosferica diffusione del sistema operativo Windows (quasi il 90% delle macchine a livello globale) e contemporaneamente invogliare l'utenza a regolarizzare la propria posizione.
In caso di mancato acquisto di una copia legale, potrebbe venire meno la tanto attesa interfaccia Windows Aero, o subentrerebbe addirittura una limitazione a tempo per l'utilizzo del browser. Non solo: alcune limitazioni allo studio coinvolgerebbero anche l'utilizzo del client di posta Outlook ed altri applicativi comunemente utilizzati dall'utente medio, che verrebbe quindi invogliato ad acquistare una copia regolare del sistema operativo. Verranno in ogni caso garantiti gli aggiornamenti critici come nel caso di Windows XP.
Un giro di vite insomma per quanto riguarda l'approccio anti-pirateria avuto da Microsoft in questi anni, che andr? di pari passo con un sistema di controllo pi? accurato rispetto a quello utilizzato dalla versione XP, anche senza la necessit? di utilizzare una connessione al web.
Gridare allo scandalo ? fin troppo facile, e con buona probabilit? prematuro oltre che sbagliato. A prescindere dalla software house, utilizzare un software in maniera illegale ? prima di tutto un reato, piaccia o no. Le misure scelte per impedire un utilizzo "improprio" del software possono essere oggetto di discussione, mentre l'interesse di un'azienda a difendersi da un fenomeno estremamente diffuso appare legittimo.
Certamente qualcuno potr? obiettare dicendo che fino ad ora Microsoft ha avuto un comportamento pi? tenero nei confronti del problema pirateria, magari "sfruttandolo" per ottenere una maggiore penetrazione nel mercato. Fondati sospetti o illazioni immotivate che siano, Microsoft deve fare i conti con dati oggettivi emersi da recenti indagini: il 35% delle copie di Windows installate a livello globale sono illegali.
Obiettivo di Microsoft sarebbe quello di aumentare drasticamente le differenze esistenti fra una copia regolarmente registrata ed una no, molto pi? di quanto accada ora con Windows XP. Avidit?, sete di giustizia, operazione legittima: si pu? chiamare l'iniziativa in molti modi diversi, ma il vero problema di Microsoft sembra essere di carattere geo-politico.
Ad impensierire Microsoft sembrano essere Paesi come Cina e Russia, ovvero un enorme bacino di utenza in cui i margini di espansione sono ancora enormi, ma nei quali manca una legislazione certa ed in cui mancano quasi totalmente i controlli da parte del sistema legislativo e, peggio ancora, manca proprio l'intenzione da parte della politica di occuparsene, soprattutto in Cina, la patria della copia illegale per eccellenza.
Microsoft cercherebbe quindi di tutelarsi introducendo limitazioni al proprio sistema operativo usato illegalmente, ben sapendo di non poter contare sull'appoggio di nessuno in Paesi dove il bacino di utenza potrebbe arrivare alle centinaia di milioni di copie nei prossimi anni, Paesi dove attualmente si concentra la maggiore percentuale di copie pirata.
Siamo ovviamente ancora nel campo delle ipotesi, in quanto non ? detto che tutto quanto promesso all'utente non in regola si possa poi avverare; quel che ? certo ? che Microsoft dovr? fare bene i propri conti e soppesare bene le scelte, al fine di mantenere la stratosferica diffusione del sistema operativo Windows (quasi il 90% delle macchine a livello globale) e contemporaneamente invogliare l'utenza a regolarizzare la propria posizione.
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