Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Ci Sono Estimatori Del Grande David Sylvian ???

Collapse
X
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #16

    Comment


    • Font Size
      #17
      Originally posted by Paolino81
      siamo totalmemte fuori strada

      Comment


      • Font Size
        #18
        Originally posted by kaciaro
        siamo totalmemte fuori strada
        beh, in effetti un po' ci somiglia...

        Comment


        • Font Size
          #19
          Originally posted by edorsv99
          beh, in effetti un po' ci somiglia...
          ma che david e' un bono della ******* diceva sempre una mia amica!!!!

          Comment


          • Font Size
            #20
            Originally posted by kaciaro
            ma che david e' un bono della ******* diceva sempre una mia amica!!!!
            La tua amica aveva dei gusti raffinati, non come (quasi) tutte le altre che allora sbavavano per quel "pallone" di Simon le Bon...

            Comment


            • Font Size
              #21
              Originally posted by edorsv99
              La tua amica aveva dei gusti raffinati, non come (quasi) tutte le altre che allora sbavavano per quel "pallone" di Simon le Bon...
              e anche del belloccio degli spandau

              Comment


              • Font Size
                #22
                Per chi fosse interessato al personaggio, ecco una recensione presa da www.ondarock.it sezione "pietre miliari".

                Autore: DAVID SYLVIAN
                Titolo: Secrets Of The Beehive
                Anno: 1987

                I segreti dell'alveare

                "L'alveare, in molte societ? e attraverso i secoli, ha rappresentato la famiglia ideale, il gruppo ideale, e anche una certa scala di valori spirituali.
                Molti dei miei testi parlano del desiderio di essere accettati, di appartenere, e nello stesso tempo esprimono questo senso di isolamento, di non essere capaci di appartenere.
                La societ? ideale pu? esistere solo basandosi su leggi universali.
                Sono una persona antisociale perch? non riesco a farmi una ragione della societ? in cui vivo".

                David Sylvian, settembre 1987, "Melody Maker"

                Il pesante make up dell'eccentrica e affascinante figura dandy dei tardi anni 70, che, dai disorientati suoni heavy glam del primo periodo, approda alla raffinata e decadente forma di "art rock" del secondo periodo dei Japan, le rarefatte atmosfere del primo album solista "Brilliant Trees" e gli splendidi intarsi sonori del doppio album "Gone to Earth", in compagnia di Robert Fripp, lasciano il posto a un Sylvian totalmente dimesso, libero da ogni fronzolo, distaccato dal mondo e allo stesso tempo parte di esso.

                Nel 1987, in "Secrets Of The Beehive" (suo terzo album solista), David Sylvian con assoluta naturalezza si denuda completamente da ogni artifizio, rivelando quella che sembra essere la sua perfetta dimensione: un poeta d'intensa suggestione con una voce d'angelo, un cantautore appassionato per le atmosfere jazz e minimali, un creatore di paesaggi sonori che distilla emozioni in fulgide e lontane nebulose.

                Personalit? introversa ed enigmatica, modesta e poco incline allo show-business, Mr. Sylvian vanta un singolare percorso artistico in continua evoluzione, caratterizzato da una variegata e pregevole successione di stili e progetti musicali, nonch? da una ricca e blasonata schiera di collaboratori (Mick Karn, Ryuichi Sakamoto, Holger Czukay, Jon Hassell, Mark Isham, Kenny Wheeler, Robert Fripp, David Torn, Phil Palmer, Danny Thompson, Wayne Braithwaite, Ronny Drayton, Bill Nelson, Mel Collins e altri). Nel 1983, conclusa all'apice del successo l'esperienza "Japanese", fra i compromessi che lo avrebbero reso una megastar commerciale e il corteggiamento di allettanti proposte, fra le quali quelle di Andy Warhol (che avrebbe dovuto scrivere dei testi per un eventuale altro album dei Japan) e Ivo Watts-Russell della 4AD (che lo avrebbe voluto perlomeno inserire nel progetto "This Mortal Coil"), David Sylvian, incoraggiato e aiutato da Ryuichi Sakamoto, scelse la difficile via solista, quella dell'arte legata alla ricerca interiore.

                Sebbene il suo look camaleontico non abbia mai trovato un punto fermo, le sue composizioni sono via via affiorate nel corso degli anni, materializzandosi in una forma sonora sempre pi? essenziale e ricercata, che sembra distare anni luce dalle sue prime apparizioni con i Japan (che lo vedevano essere bollato come nient'altro che un ibrido di Sylvain delle New York Dolls e Bryan Ferry dei Roxy Music), ma che gi? a distanza di due anni, a partire dal terzo album "Quiet Life", lascia intravedere quello che sar? il suo stile. Composizioni quali "The Other Side of Life", "Nightporter", "Ghosts" tracciano in punta di piedi la strada dell'artista londinese, percorso che trover? la massima espressione con "Secrets of the Beehive".

                Nei suoi trentaquattro minuti, "Secrets of the Beehive" (un titolo che gi? di per s? denota gli aspetti poetici che l'album trasuda) viene fuori come un dipinto intriso da toni perlopi? cupi, ricco di sfumature e fortemente irradiato dagli intensi squarci di luce sparsi nel disco.

                Un'opera in penombra, come sembra suggerire la foto di Sylvian ritratta da Yuka Fuji del retro copertina cos? come l'intero design affidato per l'occasione a Vaughan Oliver (immagine costante della 4AD), nella quale Sylvian sussurra, declama, trascende, immergendosi con profonda dedizione nei meandri dell'anima con i suoi densi e preziosi fraseggi vocali. Un album quasi interamente acustico, magicamente arrangiato dal caro amico e consolidato collaboratore Sakamoto, capace di plasmare le intuizioni di Sylvian senza mai coprirle, esaltandone l'assoluta bellezza con tessiture armoniche magistralmente eseguite da musicisti d'eccezione, quali Mark Isham, David Torn, Phil Palmer, Danny Thompson, Steve Jansen, Danny Cummings, oltre allo stesso Sakamoto.

                Quella di "Secrets Of The Beehive" ? forma canzone-poesia essenziale, dove i testi, ancora pi? ermetici ed emblematici dei precedenti, tendono a esprimere sempre pi? il bisogno di introspezione, lottando fra spettri del passato, disagi esistenziali, forze oscure, solitudine. Il tutto accompagnato da un costante spiraglio di speranza.

                Nove tracce di intensa bellezza che nell'insieme, pur godendo ogni brano di una propria e distinta personalit?, sembrano dar vita ad un unico e omogeneo viaggio: il fugace ritratto delle atmosfere autunnali di "Septmber", la struggente ballata di "The Boy With The Gun", i chiaroscuri evocativi dell'eterea "Maria", lo splendido arpeggio flamenco che accompagna le liriche metaforiche di "When Poets Dreamed Of Angels", le oscure atmosfere noir di "Mother and child" e "The devil's own", la solitudine e l'eco dei ricordi sui tappeti orchestrali di "Waterfront", la gioia e la sacralit? di "Let The Happiness in" e i lontani riverberi delle delicate armonie di "Orpheus", citazione del leggendario e misterioso cantore. A queste nove perle, l'edizione su cd ne aggiunge un'altra come bonus track: "Forbidden Colours", nuova versione del singolo-capolavoro di Sakamoto e Sylvian del 1983, gi? presente nella colonna sonora del film di Nagisa Oshima "Merry Christmas Mr. Lawrence", interpretato da David Bowie (in Italia: "Furyo").

                "Secrets Of The Beehive" d? vita a una musica-pensiero che si incontra con l'anima, assimilando il fascino dell'ignoto per proiettarsi nei punti pi? profondi della percezione, una purezza che non lascia vie di mezzo: incanta o allontana.

                Recensione di Piero Ferrara

                Comment


                • Font Size
                  #23
                  Originally posted by edorsv99
                  Per chi fosse interessato al personaggio, ecco una recensione presa da www.ondarock.it sezione "pietre miliari".

                  Autore: DAVID SYLVIAN
                  Titolo: Secrets Of The Beehive
                  Anno: 1987

                  I segreti dell'alveare

                  "L'alveare, in molte societ? e attraverso i secoli, ha rappresentato la famiglia ideale, il gruppo ideale, e anche una certa scala di valori spirituali.
                  Molti dei miei testi parlano del desiderio di essere accettati, di appartenere, e nello stesso tempo esprimono questo senso di isolamento, di non essere capaci di appartenere.
                  La societ? ideale pu? esistere solo basandosi su leggi universali.
                  Sono una persona antisociale perch? non riesco a farmi una ragione della societ? in cui vivo".

                  David Sylvian, settembre 1987, "Melody Maker"

                  Il pesante make up dell'eccentrica e affascinante figura dandy dei tardi anni 70, che, dai disorientati suoni heavy glam del primo periodo, approda alla raffinata e decadente forma di "art rock" del secondo periodo dei Japan, le rarefatte atmosfere del primo album solista "Brilliant Trees" e gli splendidi intarsi sonori del doppio album "Gone to Earth", in compagnia di Robert Fripp, lasciano il posto a un Sylvian totalmente dimesso, libero da ogni fronzolo, distaccato dal mondo e allo stesso tempo parte di esso.

                  Nel 1987, in "Secrets Of The Beehive" (suo terzo album solista), David Sylvian con assoluta naturalezza si denuda completamente da ogni artifizio, rivelando quella che sembra essere la sua perfetta dimensione: un poeta d'intensa suggestione con una voce d'angelo, un cantautore appassionato per le atmosfere jazz e minimali, un creatore di paesaggi sonori che distilla emozioni in fulgide e lontane nebulose.

                  Personalit? introversa ed enigmatica, modesta e poco incline allo show-business, Mr. Sylvian vanta un singolare percorso artistico in continua evoluzione, caratterizzato da una variegata e pregevole successione di stili e progetti musicali, nonch? da una ricca e blasonata schiera di collaboratori (Mick Karn, Ryuichi Sakamoto, Holger Czukay, Jon Hassell, Mark Isham, Kenny Wheeler, Robert Fripp, David Torn, Phil Palmer, Danny Thompson, Wayne Braithwaite, Ronny Drayton, Bill Nelson, Mel Collins e altri). Nel 1983, conclusa all'apice del successo l'esperienza "Japanese", fra i compromessi che lo avrebbero reso una megastar commerciale e il corteggiamento di allettanti proposte, fra le quali quelle di Andy Warhol (che avrebbe dovuto scrivere dei testi per un eventuale altro album dei Japan) e Ivo Watts-Russell della 4AD (che lo avrebbe voluto perlomeno inserire nel progetto "This Mortal Coil"), David Sylvian, incoraggiato e aiutato da Ryuichi Sakamoto, scelse la difficile via solista, quella dell'arte legata alla ricerca interiore.

                  Sebbene il suo look camaleontico non abbia mai trovato un punto fermo, le sue composizioni sono via via affiorate nel corso degli anni, materializzandosi in una forma sonora sempre pi? essenziale e ricercata, che sembra distare anni luce dalle sue prime apparizioni con i Japan (che lo vedevano essere bollato come nient'altro che un ibrido di Sylvain delle New York Dolls e Bryan Ferry dei Roxy Music), ma che gi? a distanza di due anni, a partire dal terzo album "Quiet Life", lascia intravedere quello che sar? il suo stile. Composizioni quali "The Other Side of Life", "Nightporter", "Ghosts" tracciano in punta di piedi la strada dell'artista londinese, percorso che trover? la massima espressione con "Secrets of the Beehive".

                  Nei suoi trentaquattro minuti, "Secrets of the Beehive" (un titolo che gi? di per s? denota gli aspetti poetici che l'album trasuda) viene fuori come un dipinto intriso da toni perlopi? cupi, ricco di sfumature e fortemente irradiato dagli intensi squarci di luce sparsi nel disco.

                  Un'opera in penombra, come sembra suggerire la foto di Sylvian ritratta da Yuka Fuji del retro copertina cos? come l'intero design affidato per l'occasione a Vaughan Oliver (immagine costante della 4AD), nella quale Sylvian sussurra, declama, trascende, immergendosi con profonda dedizione nei meandri dell'anima con i suoi densi e preziosi fraseggi vocali. Un album quasi interamente acustico, magicamente arrangiato dal caro amico e consolidato collaboratore Sakamoto, capace di plasmare le intuizioni di Sylvian senza mai coprirle, esaltandone l'assoluta bellezza con tessiture armoniche magistralmente eseguite da musicisti d'eccezione, quali Mark Isham, David Torn, Phil Palmer, Danny Thompson, Steve Jansen, Danny Cummings, oltre allo stesso Sakamoto.

                  Quella di "Secrets Of The Beehive" ? forma canzone-poesia essenziale, dove i testi, ancora pi? ermetici ed emblematici dei precedenti, tendono a esprimere sempre pi? il bisogno di introspezione, lottando fra spettri del passato, disagi esistenziali, forze oscure, solitudine. Il tutto accompagnato da un costante spiraglio di speranza.

                  Nove tracce di intensa bellezza che nell'insieme, pur godendo ogni brano di una propria e distinta personalit?, sembrano dar vita ad un unico e omogeneo viaggio: il fugace ritratto delle atmosfere autunnali di "Septmber", la struggente ballata di "The Boy With The Gun", i chiaroscuri evocativi dell'eterea "Maria", lo splendido arpeggio flamenco che accompagna le liriche metaforiche di "When Poets Dreamed Of Angels", le oscure atmosfere noir di "Mother and child" e "The devil's own", la solitudine e l'eco dei ricordi sui tappeti orchestrali di "Waterfront", la gioia e la sacralit? di "Let The Happiness in" e i lontani riverberi delle delicate armonie di "Orpheus", citazione del leggendario e misterioso cantore. A queste nove perle, l'edizione su cd ne aggiunge un'altra come bonus track: "Forbidden Colours", nuova versione del singolo-capolavoro di Sakamoto e Sylvian del 1983, gi? presente nella colonna sonora del film di Nagisa Oshima "Merry Christmas Mr. Lawrence", interpretato da David Bowie (in Italia: "Furyo").

                  "Secrets Of The Beehive" d? vita a una musica-pensiero che si incontra con l'anima, assimilando il fascino dell'ignoto per proiettarsi nei punti pi? profondi della percezione, una purezza che non lascia vie di mezzo: incanta o allontana.

                  Recensione di Piero Ferrara
                  Passa a trovarmi ho un po' di robetta inedita

                  Comment


                  • Font Size
                    #24
                    Metti qualche foto, piuttosto, cos? le femminucce si rendono conto...

                    Comment


                    • Font Size
                      #25
                      Originally posted by edorsv99
                      Metti qualche foto, piuttosto, cos? le femminucce si rendono conto...
                      ma attuali o dell'epoca???



                      prima

                      Comment


                      • Font Size
                        #26
                        Potremmo continuare le serie dei "belli e dannati" con Jeff Buckley, che ne dici?

                        Comment


                        • Font Size
                          #27
                          Originally posted by edorsv99
                          Potremmo continuare le serie dei "belli e dannati" con Jeff Buckley, che ne dici?
                          NON LO CONOSCO BENE mentre di David ho praticamente tutto

                          Comment

                          X
                          Working...
                          X