Originally posted by luciocabrio
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Europa stop circolazione benzina e diesel
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Originally posted by Ice74 View Post
Puntualizzo solo per dire che Alfa...Fiat... Lancia... Jeep...non " esistono più. Semplificando...sono delle Peugeot/ Citroen...poi esternamente le possiamo chiamare come volete. Spiace ma ormai è così. Meccanica e componenti ma anche i bottoni degli alzacristalli o del freno a mano elettrico della " Alfa Milano " , sono quelli delle Peugeot/ Citroen.
Quello che dici è vero fino al segmento C.
La tonale con citroen non ha in comune pianale ecc.
Quello che dici tu accade con le segmento B e B suv per ora. i modelli più grandi avranno una piattaforma sviluppata insieme o dedicata per alcuni marchi (Alfa e maserati)
E anche le futire piattaforme compatte saranno fatte insieme.
Senza contare che se è vero che modelli italiani montano il 1.2 peugeot...
è altrettanto vero che modelli francesi montano motori fiat all'estero.
Il 2.0 turbo made in italy di giulia\stelvio ecc è ancora vivo e vegeto. Solo che non lo montano sulla tonale (ma c'è sulla hornet che è una tonale rimarchiata)in AmericaIDem il 2.2 diesel. Solo che da noi non li usano sui nuovi modelli per via delle politiche ecopugnetta.
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Alcuni dei principali porti europei stanno registrando una situazione caotica a causa delle migliaia di auto elettriche cinesi che stanno sbarcando nel Vecchio Continente con l'obiettivo di “invadere” il mercato europeo delle vetture.
Lo scorso mese di febbraio è sbarcata la prima nave BYD in Europa con ben 7.000 auto, ma si tratta solamente di una delle gigantesche cargo che stanno portando nel Vecchio Continente le vetture green del gigante asiatico.
Il problema è che, come riporta il Financial Times, spesso e volentieri i produttori utilizzano i moli dei porti come dei veri e proprio parcheggi, dei depositi dove alcune auto restano ferme anche fino a 18 mesi. Il motivo di tale congestione lo si deve principalmente a due motivi: il mercato delle auto elettriche che va a rilento, molto meno rispetto al numero di auto importante dalla Cina, e la carenza di autotrasportatori. Se non ci sono sufficienti bisarche a spostare le vetture, è logico che i tempi si dilatano, provocando un vero e proprio caos.
“I distributori di automobili utilizzano sempre più spesso i parcheggi del porto come deposito. Invece di immagazzinare le auto presso i concessionari, queste vengono ritirate al terminal automobilistico”, fa sapere il direttore del porto di Anversa-Bruges, il porto più trafficato d'Europa per quanto riguarda le importazioni di automobili.
Secondo alcuni dirigenti dell'industria automobilistica, le aziende cinesi non stanno vendendo le loro auto così velocemente come si attendevano, di conseguenza si sta creando un intasamento nei moli europei. “I produttori cinesi di veicoli elettrici utilizzano i porti come parcheggi”, ha aggiunto un'altra fonte anonima. "È il caos", ha commentato una persona informata della vicenda.
Situazione simile in Germania, presso il porto tedesco di Bremerhaven, dove la società che gestisce lo stesso terminal per la movimentazione auto, ha sottolineato di aver riscontrato dei tempi di permanenza più lunghi nelle strutture, dopo che il governo federale ha tagliato gli incentivi alle auto elettriche, facendo crollare le vendite.
Le grandi aziende cinesi come BYD, Great Wall, Chery e SAIC stanno spingendo sempre più sulle esportazioni verso l'Europa, con un incremento nel 2023 su base annua del 58%. E fra i gruppi cinesi c'è chi lamenta un eccessivo “favore” nei confronti di Tesla: "La mancanza di camion è un problema molto comune, molti veicoli sono stati prenotati da Tesla", ha aggiunto una fonte che poi ha fatto chiaramente capire come sta la situazione: "Qualsiasi nuovo marchio deve affrontare questo problema: se non avete i numeri e consegne regolari, allora non sarete i migliori clienti delle aziende di autotrasporto".
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Vendite che crescono, ma a rilento. Centraline di ricarica al palo e mancanza di dati sui potenziali rischi di blackout di rete. E una catena di approvvigionamento delle batterie ancora da costruire e fortemente sbilanciata verso l'estero. Sono le carenze che l'Europa si trova ad affrontare nella sua rincorsa all'auto elettrica. Nulla su cui diversi esperti e costruttori Ue non abbiano già messo in guardia, ma a rendere significativo questo elenco di debolezze è il fatto che a stilarlo sia stata la Commissione europea in un documento che potrebbe portare acqua al mulino di chi chiede di rinviare l'addio ai veicoli a benzina e diesel fissato per il 2035.
Il documento è stato preparato dai funzionari della direzione generale Mercato interno e industria, guidata dal commissario francese Thierry Breton, e lancia un avvertimento chiaro: l'Europa è lontana dall'essere pronta per vietare i motori a combustione. "Il Green Deal non sarà raggiunto con la bacchetta magica o con un ordine esecutivo di Bruxelles", ha detto Breton al quotidiano Politico. "Tutte le condizioni abilitanti devono essere soddisfatte", ha aggiunto. E quali sono queste condizioni?
documento prende in esame cinque aspetti. Il primo è l'evoluzione delle vendite di auto elettriche: nel 2023, nell'Ue sono state venduti circa 1,5 milioni di veicoli a batteria. Rispetto all'anno precedente, le vendite sono aumentate di 400mila unità, ma a questo ritmo difficilmente l'Europa raggiungerà il target per il 2035, quando dai concessionari dovrebbero uscire circa 10 milioni di auto elettriche, secondo i calcoli di Bruxelles.
La Commissione sottolinea come nel 2023 il 20% delle auto a zero emissioni vendute nel blocco siano state costruite in Cina. Una quota che potrebbe aumentare esponenzialmente: le vetture cinesi sono meno care, e dei sei modelli di elettrica con un prezzo medio inferiore ai 30mila euro, la metà proveniva da Pechino. Bruxelles segnala che finora nessun modello venduto in Europa costi meno di 20mila euro (sempre tenendo conto del prezzo medio), e questo solleva il secondo problema: l'accessibilità dei nuovi veicoli per chi non ha un reddito alto.
La terza carenza allarmante riguarda le infrastrutture: nell'Ue ci sono attualmente circa 600mila punti di ricarica, ma la stragrande maggioranza (il 61%) è concentrata in soli tre Paesi, ossia Germania, Francia e Olanda. Entro il 2035 ne serviranno almeno 3 milioni. Inoltre, la Commissione punta il dito sulla mancanza di dati sulla capacità della rete elettrica di sostenere il carico della transizione ai veicoli a zero emissioni.
C'è poi il nodo occupazione: i lavoratori dell'automotive Ue sono diminuiti negli ultimi anni, soprattutto tra le imprese dell'indotto. Il passaggio all'elettrico e l'abbandono del motore a combustione richiederanno nuove tipologie di operai specializzati, e molti potrebbero trovarsi con competenze ormai fuori mercato. Per questo, è necessario puntare sulla formazione degli attuali occupati, onde evitare gravi problemi sociali. Bruxelles sottolinea l'importanza di iniziative come quella dell'Automotive skills alliance, network di costruttori, università e autorità locali, che ha lanciato un piano per la riqualificazione professionale di 700mila dipendenti entro il 2027.
Infine, la questione forse più delicata, quella delle batterie. La Commissione prevede che da qui al 2026, la domanda di batterie dovrebbe superare l'offerta delle gigafactory europee. Ma entro il 2035, gli investimenti dovrebbe consentire di coprire adeguatamente il mercato interno con batterie fatte in casa. Il punto delicato, semmai, è la catena di approvvigionamento dei materiali necessari a costruire i nuovi "motori": il rischio di dipendenza dall'estero è elevatissimo. "Anche se abbiamo fatto buoni progressi nella produzione di batterie, i progetti non emergono così velocemente come necessario", ha detto Breton sempre a Politico. "Non ci sarà mobilità a emissioni zero" senza miglioramenti su questi punti, ha avvertito il commissario.
Parole che riaprono il dibattito su quello che potrebbe avvenire dopo le elezioni europee: la legge che introduce il divieto di auto a benzina e diesel dal 2035 contiene una sorta di freno di emergenza in base al quale la Commissione può rinviare lo stop. Entro il 2026, Bruxelles dovrà realizzare un rapporto di valutazione sui progressi nella transizione. Se tali progressi saranno considerato insufficienti a prevenire gravi ripercussioni sul settore dei trasporti europeo, la vita del motore a combustione per i veicoli leggeri potrebbe essere allungata.
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Originally posted by omarMT01 View PostNon so quante volte ho scritto...ma quanta energia costa produrre queste auto? siamo sicuri che siano più ecologiche?
https://www.instagram.com/reel/C2czU...h6MHRqNGMxaXdr
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Originally posted by Andy96 View Post
E quanto durano nel tempo? Attaccano le batterie al telaio e diventano parte portante. E per cambiarle?
Oltre ad un aumento del peso IMPORTANTE che si traduce in un aumento di consumo di freni e pneumatici.Last edited by omarMT01; 18-04-24, 17:04.
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Duecentocinquanta
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Originally posted by omarMT01 View Post
...e per smaltirle?
Oltre ad un aumento del peso IMPORTANTE che si traduce in un aumento di consumo di freni e pneumatici.
In rete si legge che arrivano anche a non cambiare mai le pastiglie, poi ovviamente dipende dall'utilizzo.
Comunque NON fate l'errore di confrontare l'efficienza di una tecnologia consolidata all'apice del suo sviluppo, con una agli albori.
Fra 10, 15 anni una auto elettrica sarà molto più efficiente, economica, e meno inquinante di adesso
Fra 10, 15 anni una auto endotermica sarà efficiente, economica e inquinante come adesso
Oggi il vecchio è meglio del nuovo, ma è destinato a perdere.
Le risorse fossili come il petrolio sono una risorsa con un limite di quantità (non sono infinite), mentre la corrente elettrica che si può estrarre dal sole, vento, acqua, è infinita
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Sicuro siano in esaurimento?
Sento questo discorso da decenni.
Poi parli con chi lavora nel petrolifero e scopri che pozzi chiusi 10 anni fa, ora hanno di nuovo petrolio.
A me fa strano la storia dei dinosauri/piante che raccontano a scuola.
Come spieghi un giacimento che dopo pochi anni è di nuovo utilizzabile?
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Questa transizione verso l'elettrico non si fa perché oggi è meglio, ma è un investimento verso il futuro.
Giudicare un errore una macchina elettrica oggi, è come essere a fine anni 90 e giudicare sbagliata una macchina fotografica digitale, perché non fa foto ad alta risoluzione e non ha durata ne di batteria ne di spazio di archiviazione.
Ora ditemi che oggi una reflex digitale non è più efficiente ed economica per noi, rispetto ad una con pellicola da portare a sviluppare....
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Originally posted by Andy96 View PostSicuro siano in esaurimento?
Sento questo discorso da decenni.
Poi parli con chi lavora nel petrolifero e scopri che pozzi chiusi 10 anni fa, ora hanno di nuovo petrolio.
A me fa strano la storia dei dinosauri/piante che raccontano a scuola.
Come spieghi un giacimento che dopo pochi anni è di nuovo utilizzabile?
Detto ciò non credo che il petrolio finirà ne domani, ne fra 30 anni.
Ma non so fra 50 o 100 anni se basterà qualora il mondo saremo il doppio e tutti con una auto a benzina
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