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Potevamo farci mancare la FEBBRE DEL NILO?

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    #1

    Potevamo farci mancare la FEBBRE DEL NILO?


    Un anziano di 83 anni è morto a Piove di Sacco (nel Padovano), per una grave forma di encefalite dovuta alla Febbre del Nilo occidentale, virus a cui era risultato positivo.

    Non è stato precisato finora dalle autorità sanitarie se si tratti del paziente già segnalato nei giorni scorsi dall'Iss come primo caso di positività nel Paese alla West Nile, scoperto, appunto, in Veneto.






    Altri due casi -

    Negli ospedali dell'Ulss 6, infatti, è ricoverato un altro uomo di giovane età positivo al virus trasmesso dalle zanzare, mentre su un altro 62enne, sempre ricoverato per encefalite a Piove di Sacco sono in corso accertamenti per stabilire se si tratti o meno di West Nile.


    Come si trasmette

    - I serbatoi del virus, riporta il sito EpiCentro dell'Iss, sono gli uccelli selvatici e le zanzare, specie del tipo Culex. La trasmissione all'uomo avviene principalmente con la puntura, ma sono stati anche segnalati casi di infezione dovuti a trapianti di organi, trasfusioni di sangue e trasmissione madre-feto in gravidanza.


    Aspetto da sottolineare è che la febbre del Nilo occidentale non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con gli infetti. Il virus tuttavia non colpisce solo l'uomo ma anche altri mammiferi, soprattutto gli equini, nonché cani, gatti e conigli.


    Incubazione e sintomi

    - Il periodo di incubazione varia dai 2 ai 14 giorni dalla puntura, ma può arrivare fino ai 21 giorni nei soggetti con deficit del sistema immunitario. Come spiega EpiCentro, la maggior parte degli infetti non manifesta alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Il malessere può durare pochi giorni.


    I casi gravi

    - I sintomi più pesanti si presentano in meno dell'1% delle persone infette, che riportano febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. EpiCentro sottolinea che nei soli casi più gravi il virus può causare un'encefalite letale. Proprio in Italia, nel 2018, la febbre del Nilo occidentale ha causato alcuni decessi.

    Dove circola in Italia

    - Il virus è endemico in Veneto, così come in altre aree della Pianura padana. Tuttavia, solo ora è stata accertata la prima infezione in un uomo dall'inizio dell'estate 2022. La sorveglianza veterinaria nel nostro Paese su cavalli, zanzare, uccelli stanziali e selvatici ha confermato "la circolazione del virus in Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Sardegna".

    Non esiste al momento un vaccino per questa malattia: bisogna dunque puntare sulla prevenzione, che consiste soprattutto nel ridurre l'esposizione alle punture di zanzare.
    da tgcom24

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    #2
    Pare la caccia a qualunque tipo di virusl

    Prevenzione per una malattia che normalmente non ci si accorge nemmeno di avere ?

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      #3
      Io l'ho presa 4 o 5 anni fa.. me ne accorsi solo perché mi fecero dei controlli specifici in quanto dovevo fare una donazione..
      Credo che ad 83 anni sia normale morire

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        #4

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          #5

          Il virus West Nile ha fatto la seconda vittima in Veneto, in provincia di Padova.

          All'ospedale di Schiavonia, è deceduto un anziano di 77 anni, residente a Legnaro, affetto da più patologie, ricoverato dal 15 luglio con un quadro di encefalite da West Nile. Attualmente, il quadro delle encefaliti comprende il paziente deceduto la scorsa settimana a Piove di Sacco (Padova), uno ricoverato sempre a Piove di Sacco in Terapia intensiva, confermato positivo alla West Nile, un terzo paziente ricoverato a Schiavonia, in miglioramento, un quarto in Azienda Ospedaliera a Padova. La situazione da Vercelli a Pescara.


          L'attività di monitoraggio ha evidenziato la presenza di due soggetti asintomatici donatori di sangue, positivi alla West Nile. Il Dipartimento di Prevenzione, con la parte veterinaria, registra due cavalli infetti dal virus con sindromi neurologiche.

          Verrà dimesso il paziente di Vercelli -

          E' ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell'ospedale Sant'Andrea di Vercelli il paziente della provincia sul quale è stato riscontrato uno dei due casi di positività al virus West Nile comunicati dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. Il secondo caso notificato in Piemonte è stato riscontrato in provincia di Novara. Dall'Asl di Vercelli sottolineano che il paziente vercellese è prossimo a essere dimesso.



          Piano di monitoraggio della Asl di Pescara -

          Un piano di monitoraggio per la prevenzione della West Nile Disease, la cosiddetta febbre del Nilo, provocata da un virus che ha come serbatoi uccelli e zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo. E' quello della Asl di Pescara, condotto tramite i Servizi del Dipartimento di Prevenzione, di concerto con l'Istituto Zooprofilattico di Teramo.



          In particolare, il controllo del virus avviene attraverso la cattura di zanzare con trappole entomologiche distribuite in luoghi significativi di tutto il territorio della provincia. Le indagini, i campionamenti e gli studi effettuati - fa sapere l'azienda sanitaria - non hanno riscontrato, dal 2018 ad oggi, la circolazione del virus della West Nile Disease nel territorio provinciale. In caso di positività scatteranno immediatamente le misure di intensificazione della lotta agli insetti, oltre che gli alert per i Centri Trasfusionali.



          Il direttore dell'Uoc di Sanità Animale, Franco Ruggeri, consiglia di "rendere difficile la vita alle zanzare, applicando le zanzariere alle finestre, ma anche di evitare di lasciare contenitori di qualsiasi genere (secchi, sottovasi, serbatoi, tombini ecc.) con acqua stagnante, luogo ideale per la riproduzione delle zanzare".



          I sintomi -

          Nell'uomo la febbre del Nilo è caratterizzata da uno stato febbrile similinfluenzale, che, in casi gravi, e soprattutto in soggetti immuno compromessi, può arrivare a dare forme di encefaliti gravi potenzialmente mortali. Negli animali è quasi sempre asintomatica, tranne che nei cavalli che, analogamente all'uomo, possono avere forme encefalitiche.



          "E' importante rivolgersi con sollecitudine al proprio medico e se necessario alle strutture ospedaliere nel caso compaiano sintomi come forte febbre, mal di testa, disorientamento, intorpidimento, calo della vista - rende noto Marina Munari, direttore della Terapia Intensiva Neurochirurgica dell'Azienda Ospedale Università di Padova. - Una diagnosi tempestiva aumenta la possibilità di cure efficaci, limitando gli effetti del virus; il contagio da West Nile, come molte delle febbri estive, solitamente non comporta particolari rischi. La maggior parte dei pazienti, quattro su cinque, è asintomatico. Uno su cinque sviluppa febbre, cefalea e artralgia, ma in alcuni rari casi può svilupparsi un'encefalite con compromissione del sistema nervoso centrale".
          da tgcom24

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