Le bollicine rischiano di diventare più rare della famosa particella di sodio di una vecchia pubblicità. Colpa della guerra, del caro energia, di una concatenazione di eventi negativi. Di certo, pochi avrebbero potuto ipotizzare che venisse a mancare l’anidride carbonica. L’allarme lo ha lanciato, nei giorni scorsi, Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Sant'Anna, l'azienda di Vinadio (Cuneo) che è il primo produttore europeo con un unico brand, 1 miliardo e 500 milioni di bottiglie all'anno. «Ho dovuto fermare le linee dell'acqua gasata, il 30% della nostra produzione - ha spiegato Bertone - l'anidride carbonica è diventata introvabile, i fornitori con cui abbiamo un contratto ci hanno spiegato che non conviene più produrla e hanno fermato gli impianti».
Allarme anche in Sardegna, anche se con toni molto più attenuati: «L’allarme lanciato dai produttori di Sant’Anna è arrivato anche qua - spiega Mauro Solinas, amministratore delegato di Alb, la società che commercializza l’acqua col marchio Smeraldina e che fattura 11,8 milioni di euro -. Ci sono stati preannunciati possibili ritardi nella consegna del Co2. Ritardi legati a problemi nell’estrazione e nella consegna. Tutto parte dal caro gasolio e dal caro energia. C’è allarme, anche se al momento il Co2 non ci è ancora mancato. Ma c’è lo stesso allarme anche per il vetro, l’alluminio, la plastica, il cartone».
La situazione viene confermata anche da Pier Mario Simula, della San martino di Codrongianos (4,2 milioni di fatturato): «Siamo in costante contatto con i fornitori. Al momento non siamo in allarme rosso». La sensazione è che le aziende che imbottigliano acque minerali siano preoccupate per il Co2, ma anche per altre ragioni: «In genere stiamo vivendo una stagione difficile - dice ancora Mauro Solinas -. Pensi che mancano persino le pedane. Mai avremmo pensato di dover dare un valore a una pedana di legno. E poi i trasporti: non si trovano solo trasportatori. E non parlo dei collegamenti interni all’isola, ma anche quelli che ci consentono di portare le materie prime da fuori. Si accumulano ritardi nelle consegne anche di 72 ore. E si cominciano ad avere danni dopo 4 ore».
«Il problema dell'anidride carbonica è uno dei problemi di questo momento e in uno scenario di problemi bisogna essere ottimisti, anche se non pensiamo si risolva nel breve periodo, ma complessivamente la situazione è estremamente negativa», dice Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe. È la stessa linea dell’Ad di Smeraldina: «L’allarme per la carenza di Co2 esiste, ma è inutile avere il Co2 se poi non hai il tappo per chiudere la bottiglia, o l’etichetta, o la plastica per le confezioni. Il Co2 è un problema, ma non è l’unico».
In questa situazione quali sono le prospettive del settore delle acque minerali? «Impossibile parlarne - conclude Solinas -. Il futuro è sempre incerto. Per luglio abbiamo le materie prime, ma non possiamo sapere cosa accadrà ad agosto. Se ci saranno problemi energetici, se magari ci costringeranno a produrre solo di notte per risparmiare. Non possiamo saperlo. Ma non è un problema che riguarda solo il nostro settore: l’incertezza riguarda tutti».
Allarme anche in Sardegna, anche se con toni molto più attenuati: «L’allarme lanciato dai produttori di Sant’Anna è arrivato anche qua - spiega Mauro Solinas, amministratore delegato di Alb, la società che commercializza l’acqua col marchio Smeraldina e che fattura 11,8 milioni di euro -. Ci sono stati preannunciati possibili ritardi nella consegna del Co2. Ritardi legati a problemi nell’estrazione e nella consegna. Tutto parte dal caro gasolio e dal caro energia. C’è allarme, anche se al momento il Co2 non ci è ancora mancato. Ma c’è lo stesso allarme anche per il vetro, l’alluminio, la plastica, il cartone».
La situazione viene confermata anche da Pier Mario Simula, della San martino di Codrongianos (4,2 milioni di fatturato): «Siamo in costante contatto con i fornitori. Al momento non siamo in allarme rosso». La sensazione è che le aziende che imbottigliano acque minerali siano preoccupate per il Co2, ma anche per altre ragioni: «In genere stiamo vivendo una stagione difficile - dice ancora Mauro Solinas -. Pensi che mancano persino le pedane. Mai avremmo pensato di dover dare un valore a una pedana di legno. E poi i trasporti: non si trovano solo trasportatori. E non parlo dei collegamenti interni all’isola, ma anche quelli che ci consentono di portare le materie prime da fuori. Si accumulano ritardi nelle consegne anche di 72 ore. E si cominciano ad avere danni dopo 4 ore».
«Il problema dell'anidride carbonica è uno dei problemi di questo momento e in uno scenario di problemi bisogna essere ottimisti, anche se non pensiamo si risolva nel breve periodo, ma complessivamente la situazione è estremamente negativa», dice Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe. È la stessa linea dell’Ad di Smeraldina: «L’allarme per la carenza di Co2 esiste, ma è inutile avere il Co2 se poi non hai il tappo per chiudere la bottiglia, o l’etichetta, o la plastica per le confezioni. Il Co2 è un problema, ma non è l’unico».
In questa situazione quali sono le prospettive del settore delle acque minerali? «Impossibile parlarne - conclude Solinas -. Il futuro è sempre incerto. Per luglio abbiamo le materie prime, ma non possiamo sapere cosa accadrà ad agosto. Se ci saranno problemi energetici, se magari ci costringeranno a produrre solo di notte per risparmiare. Non possiamo saperlo. Ma non è un problema che riguarda solo il nostro settore: l’incertezza riguarda tutti».
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