Non può ancora rientrare a casa Ennio Di Lalla, l'86enne "sfrattato" dalla sua abitazione nel quartiere Don Bosco a Roma oltre tre settimane fa mentre era in ospedale. Infatti, dopo lo sgombero, avvenuto venerdì, i carabinieri, come disposto dai magistrati, hanno posto i sigilli alla porta d'ingresso. Come riporta Il Messaggero, l'anziano dovrà ancora aspettare qualche giorno per prendere nuovamente possesso del proprio appartamento, del quale è stato nominato custode.
Il caso - L'anziano aveva trascorso qualche giorno in ospedale per sottoporsi al alcuni controlli medici e al suo ritorno aveva trovato l'appartamento occupato, con tanto di serratura cambiata. Non riuscendo a rientrare in casa, aveva chiamato le forze dell'ordine ma nell'immediato si era dovuto limitare a sporgere denuncia contro la donna che aveva preso possesso di casa sua. Venerdì era finalmente rientrato nella sua abitazione, accompagnato dai carabinieri. Al loro arrivo la donna aveva già lasciato l'edificio. Tuttavia, l'86enne era quasi svenuto nel vedere le condizioni in cui era stata ridotta l'abitazione. "Centinaia di sigarette spente sul tavolo. Pipì di cane sparsa dappertutto. La cera delle candele sciolta sul pavimento e sopra i mobili", ha poi raccontato al Corriere.
Nonostante tutto, Di Lalla pensava di aver ripreso pieno possesso della casa, invece no. Per tornare nell'abitazione, dovrà attendere un ulteriore sblocco giudiziario: il magistrato che aveva chiesto lo sgombero e il sequestro dell'appartamento dovrà autorizzarlo. Sabato, il legale del pensionato Alessandro Olivieri ha formalizzato la richiesta. "Se l'avvocato mi ha detto che devo stare tranquillo, mi rassereno. Evidentemente serviva anche quest'altra procedura per riavere la casa. Ho aspettato tanto, aspetterò ancora qualche altro giorno. Mi arrendo di fronte ai meccanismi della giustizia", ha commentato l'anziano, come riporta Il Messaggero.
da tgcom24
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