Il popolo napoletano ha diversi amuleti, sul podio ovviamente ‘o curniciello, col potere di tener lontano le jatture e non solo: fanno parte degli scongiuri per allontanare il male anche alcuni gesti, come quello delle corna che cambiano il loro significato in base al verso in cui vengono mostrate. Le corna rivolte verso il basso o sfregate verso il corpo si trasformano in un gesto di protezione in presenza di jettatori. Invece le corna rivolte verso l’alto assumono tutt’altro significato: si può trasformare in un gesto volgare e offensivo, molto diffuso nell’Europa mediterranea, gesto che risale all’antica Grecia ed è di questo origine che vogliamo parlarvi.
Ancor prima della storia del Minotauro c’è da dire che l’Europa è un Paese che si fonda sulle corna e ancora oggi ne risente di questo destino. Tutto ebbe inizio quando la nota e incontrollabile libido del padre degli Dei, Zeus, incrociò la bellezza di una fanciulla di nome Europa. Per ingannarla e farla sua si trasformò in un bellissimo e bianco toro che mansueto si stese ai piedi della donna. Ignorando l’inganno la bella Europa gli salì sul dorso per cavalcarlo ma Zeus la rapì attraversando il mare e trasportandola a Cnosso, sull’isola di Creta, per farla sua. Ed è ovvio che con questo gesto il padre degli Dei tradì per l’ennesima volta sua moglie, Era, nota per la sua, giustificata, gelosia.
Storia del gesto delle corna: l’Europa un paese che si fonda su questa “tradizione”
Tornando ad Europa, dall’unione con Zeus, generò tre figli Radamanto, Serpedonte e Minosse e da quest’ultimo che in tutta Europa si diffonde il culto del cornuto. Minosse diventò re di Creta sposando una donna bellissima, Pasifae che tradì il marito con il Toro di Creta generando così il Minotauro. Il popolo cretese per beffarsi del re, gli ricordava costantemente il tradimento della sua sposa mostrandogli il tipico gesto con la mano riprendendo le corna poste sul capo del toro. Da questa leggenda muove così il gesto con l’idea di infedeltà.
Andrea de Jorio, archeologo ed etnologo originario di Procida, nel 1832 studiò le similitudini della gestualità tra gli antichi e i napoletani, individuando anche i diversi modi di fare le corna. A uso dispregiativo lo troviamo anche in Spagna e nelle Repubblica Ceca. Ma è soprattutto al Sud del Belpaese che questo gesto viene utilizzato come atto scaramantico nel desiderio di evitare guai e malasorte. Il gesto delle corna viene accompagnato dal toccare oggetti di ferro o toccarsi testicoli o mammella sinistra o rivolgendolo semplicemente verso il basso per distinguerlo dalle corna rivolte verso l’alto che indicano, appunto, infedeltà.
Una spiegazione molto semplice tra gestualità e significato lo ritroviamo anche nel film di Lina Wertmuller “Io speriamo che me la cavo“, dove il proprietario di casa spiega al maestro Sperelli (interpretato da un incredibile Paolo Villaggio) il diverso significato delle corna in base alla loro direzione.
Fonte: napolimilionaria.it
Ancor prima della storia del Minotauro c’è da dire che l’Europa è un Paese che si fonda sulle corna e ancora oggi ne risente di questo destino. Tutto ebbe inizio quando la nota e incontrollabile libido del padre degli Dei, Zeus, incrociò la bellezza di una fanciulla di nome Europa. Per ingannarla e farla sua si trasformò in un bellissimo e bianco toro che mansueto si stese ai piedi della donna. Ignorando l’inganno la bella Europa gli salì sul dorso per cavalcarlo ma Zeus la rapì attraversando il mare e trasportandola a Cnosso, sull’isola di Creta, per farla sua. Ed è ovvio che con questo gesto il padre degli Dei tradì per l’ennesima volta sua moglie, Era, nota per la sua, giustificata, gelosia.
Storia del gesto delle corna: l’Europa un paese che si fonda su questa “tradizione”
Tornando ad Europa, dall’unione con Zeus, generò tre figli Radamanto, Serpedonte e Minosse e da quest’ultimo che in tutta Europa si diffonde il culto del cornuto. Minosse diventò re di Creta sposando una donna bellissima, Pasifae che tradì il marito con il Toro di Creta generando così il Minotauro. Il popolo cretese per beffarsi del re, gli ricordava costantemente il tradimento della sua sposa mostrandogli il tipico gesto con la mano riprendendo le corna poste sul capo del toro. Da questa leggenda muove così il gesto con l’idea di infedeltà.
Andrea de Jorio, archeologo ed etnologo originario di Procida, nel 1832 studiò le similitudini della gestualità tra gli antichi e i napoletani, individuando anche i diversi modi di fare le corna. A uso dispregiativo lo troviamo anche in Spagna e nelle Repubblica Ceca. Ma è soprattutto al Sud del Belpaese che questo gesto viene utilizzato come atto scaramantico nel desiderio di evitare guai e malasorte. Il gesto delle corna viene accompagnato dal toccare oggetti di ferro o toccarsi testicoli o mammella sinistra o rivolgendolo semplicemente verso il basso per distinguerlo dalle corna rivolte verso l’alto che indicano, appunto, infedeltà.
Una spiegazione molto semplice tra gestualità e significato lo ritroviamo anche nel film di Lina Wertmuller “Io speriamo che me la cavo“, dove il proprietario di casa spiega al maestro Sperelli (interpretato da un incredibile Paolo Villaggio) il diverso significato delle corna in base alla loro direzione.
Fonte: napolimilionaria.it