
La civetta, un po' come tutti i rapaci notturni, è un animale molto presente nell'immaginario collettivo, ma alla quale vengono attribuite caratteristiche e comportamenti che niente hanno a che fare con la sue reali peculiarità. Le sue abitudini notturne, il suo richiamo particolare, ma soprattutto la posizione e la dimensione degli occhi, che le danno un'espressione così simile a quella di un bambino miope, hanno fatto si che da sempre la si umanizzasse e le si attribuissero caratteristiche spiccatamente umane.
La Civetta (Athene noctua) in alcune epoca è stato simbolo di valori positivi: per gli antichi greci ad esempio era l'animale che rappresentava la dea Athena (da qui il nome scientifico), dea della sapienza e delle arti, ma purtroppo, molto più spesso, è stata vittima di superstizioni e di persecuzioni. In Friuli vive, tutto l'anno, una delle più simpatiche civette esistenti la Civetta Capogrosso, a cui la nomea di porta sfortuna la si ritrova addirittura nel nome scientifico: Aegolius funereus , cioè "preda capre funereo". In realtà mai nome fu meno appropriato in primo luogo poiché penso nessuno di voi creda ancora che una civetta possa predare delle capre, ma soprattutto perchè non è assolutamente un animale funereo, anzi! Il verso della Civetta Capogrosso è uno dei più piacevoli tra quelli dei rapaci notturni (potete ascoltarli al seguente link: https://www.gruppoitalianocivette.it/audiogallery); risulta perciò veramente difficile capire da dove deriva questo triste nome.
Ma se ci pensate bene molti di voi avranno sentito dire almeno una volta nella vita che: “ la civetta è un uccello del Malaugurio poiché canta il morto”. O più in generale che il canto della civetta è presagio di disgrazie, annuncia la morte e altre amenità simili. In realtà questa brutta noema è stata addossata alla civetta per un mix di ignoranza, di deduzioni errate e di una versione distorta del nesso causa-effetto di una osservazione legata alle civette.
Immagino che a questo punto non stiate capendo più niente, ma con calma cercherò di spiegarvelo: tutto è iniziato nel medioevo, quando il Cristianesimo è diventata la religione dominante in quasi tutta Europa. All'epoca la maggior parte delle persone faceva lavori manuali e, visto che la corrente elettrica non esisteva e candele e lanterne costavano parecchio, generalmente il popolo si alzava all'alba e andava a dormire al tramonto: erano pertanto ben poche le occasioni d'incontro con animali notturni schivi come le nostre amate civette. Con l'avvento del Cristianesimo, inoltre, si affermarono anche una serie di riti legati alla “nuova” religione, e tra questi, per il nostro racconto, è fondamentale l'usanza delle veglie funebri: ovvero recarsi nella casa del defunto, che veniva illuminata con candele e lanterne, e assieme alla famiglia, vegliare e pregare per l'intera notte la persona appena scomparsa. Ora questa usanza ha fatto si che succedessero due cose: In primo luogo, nelle notte in cui si effettuavano le veglie funebri le persone, che normalmente andavano a dormire con il calare del sole, rimanevano sveglie per l'intera notte, aumentando in questa maniera la probabilità di sentire il canto degli animali notturni; In secondo luogo, le case in cui si vegliava il morto, venivano illuminate con luci artificiali che, come ben sappiamo, costituiscono una attrattiva irresistibile per molti insetti notturni come le falene. E le falene costituiscono una parte rilevante della dieta di alcune civette, che pertanto erano attirate dalla inusuale concentrazione degli insetti intorno alle case insolitamente illuminate. Di conseguenza la probabilità che chi vegliava un morto sentisse cantare una civetta, aumentava moltissimo. Facile perciò per le persone arrivare a credere che la civetta canti in occasione della morte di qualcuno o, più in generale, che porti sfortuna. Come avrete già capito, nella realtà è stata un'usanza umana che ha condotto la civetta, per opportunismo, a cambiare le sue abitudini (avvicinandosi alle case illuminate) e le persone a sentirla cantare solo in corrispondenza delle veglie funebri (poiché in tutte le altre notti, le persone dormivano, mentre le civette cantavano comunque).
Le conseguenze di questo nostro errore interpretativo non sono state da poco per la povera civetta, che per anni è stata perseguitata proprio a causa di questa brutta nomea.
Queste come tante altre storie simili, ci deve far riflettere sulla stupidità che sta dietro alle superstizioni. Perciò abbasso le superstizioni e W le civette.
Fonte: farfallenellatesta.it
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