Ebbene sì, anche nell’antica Roma esisteva un sistema che suggeriva esattamente tutti i nomi da ricordare.
Quante volte ricorriamo a una veloce ricerca online perché non ricordiamo un nome, una data o un luogo? In quei momenti benediciamo letteralmente il supporto della tecnologia non sapendo, forse, anche in tempi non sospetti – e parliamo dell’antica Roma – esisteva un metodo preciso a cui i nostri antenati ricorrevano ogni volta che erano in difficoltà con la propria memoria.
In verità, più che un sistema, era una persona in carne e ossa il cui ruolo era esattamente quello di sussurrare le parole giuste al momento giusto. Questi professionisti dell’arte mnemonica erano per lo più schiavi o liberti ed erano chiamati ‘nomenclatores’. Il loro compito era quello di stare al fianco del padrone quando si spostava per la città suggerendogli nell’orecchio i nomi di chi, via via, incontrava lungo la via.
Il ‘nomenclator’, una storia di ‘Google umano’, sussurrava l’identità dei notabili a cui era doveroso dare o rendere il saluto. Inoltre, nel caso della salutatio mattutina, spettava a questa figura anche presentare clienti e amici prima di introdurli al padrone. Come riferisce l’Enciclopedia Treccani sotto la voce dedicata, nella casa imperiale era il ruolo del nomenclator era analogo a quello di un cerimoniere.
E non si trattava solo di buona educazione, basti pensare al caso di candidati alle elezioni che incontravano potenziali elettori. È evidente che ricordare i loro nomi e mostrare quasi una certa familiarità doveva suonare come una forma di interesse nei loro confronti capace di far guadagnare la simpatia delle persone. Più che un accompagnatore, dunque, il ‘nomenclator’ aveva un ruolo chiave anche nel destino sociale, e a volte anche politico, del suo padrone.
Curiosamente, poi, erano soprannominati ‘farcitori’ perché ‘riempivano’ le orecchie dei loro superiori con tutte le informazioni necessarie. Esattamente come fa un salumaio che ‘infarcisce’ la carne.
Fonte: Supereva
Quante volte ricorriamo a una veloce ricerca online perché non ricordiamo un nome, una data o un luogo? In quei momenti benediciamo letteralmente il supporto della tecnologia non sapendo, forse, anche in tempi non sospetti – e parliamo dell’antica Roma – esisteva un metodo preciso a cui i nostri antenati ricorrevano ogni volta che erano in difficoltà con la propria memoria.
In verità, più che un sistema, era una persona in carne e ossa il cui ruolo era esattamente quello di sussurrare le parole giuste al momento giusto. Questi professionisti dell’arte mnemonica erano per lo più schiavi o liberti ed erano chiamati ‘nomenclatores’. Il loro compito era quello di stare al fianco del padrone quando si spostava per la città suggerendogli nell’orecchio i nomi di chi, via via, incontrava lungo la via.
Il ‘nomenclator’, una storia di ‘Google umano’, sussurrava l’identità dei notabili a cui era doveroso dare o rendere il saluto. Inoltre, nel caso della salutatio mattutina, spettava a questa figura anche presentare clienti e amici prima di introdurli al padrone. Come riferisce l’Enciclopedia Treccani sotto la voce dedicata, nella casa imperiale era il ruolo del nomenclator era analogo a quello di un cerimoniere.
E non si trattava solo di buona educazione, basti pensare al caso di candidati alle elezioni che incontravano potenziali elettori. È evidente che ricordare i loro nomi e mostrare quasi una certa familiarità doveva suonare come una forma di interesse nei loro confronti capace di far guadagnare la simpatia delle persone. Più che un accompagnatore, dunque, il ‘nomenclator’ aveva un ruolo chiave anche nel destino sociale, e a volte anche politico, del suo padrone.
Curiosamente, poi, erano soprannominati ‘farcitori’ perché ‘riempivano’ le orecchie dei loro superiori con tutte le informazioni necessarie. Esattamente come fa un salumaio che ‘infarcisce’ la carne.
Fonte: Supereva