Fabio Fognini è stato eliminato negli ottavi di finale del torneo di tennis delle Olimpiadi di Tokyo. L'ultimo rappresentante italiano è stato battuto in tre set da Daniil Medvedev, numero 2 ATP. Ma la notizia è un'altra, perché ancora una volta il tennista ligure si è reso protagonista di uno sfogo inaccettabile in campo, dettato da adrenalina e tensione agonista, che l'ha portato abbondantemente oltre i limiti per i termini utilizzati. Soprattutto in considerazione del palcoscenico olimpico e del particolare momento storico che stiamo vivendo.
Lo sfogo da censura di Fognini
Dopo aver vinto il secondo set e aver messo in parità il punteggio dell'incontro, Fognini si procura due palle break in apertura di terzo set. Sa che l'occasione è grossa e quando manca la prima delle due opportunità si arrabbia, va su tutte le furie. Non se la prende con nessuno, né con l'arbitro né con l'avversario, ma solo con se stesso. Il problema è che la fa utilizzando parole inappropriate e oltrepassando il limite del buonsenso che può essere concesso ad un atleta in pieno sforzo agonistico, con l'adrenalina in circolo. "Sei un frocio, sei un frocio", urla nel silenzio di Tokyo. Poi si gira verso un raccattapalle, gli dice in italiano "dammi questa palla", la tira dall'altra parte della rete e aggiunge: "Sei un frocio perché devi tirarle sopra la rete". Avrebbe potuto sfogare la sua rabbia in tanti modi e il tutto sarebbe rientrato in una normale dinamica del tennis, ma Fognini ha scelto l'espressione sbagliata.
La squalifica a Barcellona, le multe a Wimbledon e agli US Open
Questo scivolone è solo l'ultimo di una lunga serie. Perché Fognini nell'arco della sua carriera molto spesso è stato autore di uscite infelici che gli sono costate carissimo e che, ahi lui, hanno fatto il giro del mondo. Lo scorso aprile nel torneo di Barcellona l'italiano è stato squalificato per aver detto qualcosa di offensivo a un giudice di linea, provvedimento che gli è costato squalifica e sconfitta con Bernabé Zapata nonostante la sua vigorosa difesa. A Wimbledon due anni fa, passò alle cronache per una frase scioccante pronunciata nel corso del match contro Sandgren: "Ma è giusto giocare qua? Maledetti inglesi… Scoppiasse una bomba su sto circolo, una bomba deve scoppiare". Subì una multa di 10 mila sterline e si scusò prontamente con gli organizzatori.
Andò peggio agli US Open del 2017 quando Fognini proferì parole orribili nei confronti del giudice di sedia Engzell, alla quale vennero rivolti insulti sessisti. Fognini fu squalificato dal torneo di doppio e escluso con la condizionale dai due Slam successivi. Nei suoi trascorsi anche la frase "Uno zingaro di m****" urlata al serbo Krajinovic e la multa per condotta antisportiva a Wimbledon nel 2014. Una storia di limiti superati troppo spesso – e adesso anche alle Olimpiadi – da Fabio Fognini, tennista talentuoso che dovrebbe imparare a tenere a freno la lingua.
Lo sfogo da censura di Fognini
Dopo aver vinto il secondo set e aver messo in parità il punteggio dell'incontro, Fognini si procura due palle break in apertura di terzo set. Sa che l'occasione è grossa e quando manca la prima delle due opportunità si arrabbia, va su tutte le furie. Non se la prende con nessuno, né con l'arbitro né con l'avversario, ma solo con se stesso. Il problema è che la fa utilizzando parole inappropriate e oltrepassando il limite del buonsenso che può essere concesso ad un atleta in pieno sforzo agonistico, con l'adrenalina in circolo. "Sei un frocio, sei un frocio", urla nel silenzio di Tokyo. Poi si gira verso un raccattapalle, gli dice in italiano "dammi questa palla", la tira dall'altra parte della rete e aggiunge: "Sei un frocio perché devi tirarle sopra la rete". Avrebbe potuto sfogare la sua rabbia in tanti modi e il tutto sarebbe rientrato in una normale dinamica del tennis, ma Fognini ha scelto l'espressione sbagliata.
La squalifica a Barcellona, le multe a Wimbledon e agli US Open
Questo scivolone è solo l'ultimo di una lunga serie. Perché Fognini nell'arco della sua carriera molto spesso è stato autore di uscite infelici che gli sono costate carissimo e che, ahi lui, hanno fatto il giro del mondo. Lo scorso aprile nel torneo di Barcellona l'italiano è stato squalificato per aver detto qualcosa di offensivo a un giudice di linea, provvedimento che gli è costato squalifica e sconfitta con Bernabé Zapata nonostante la sua vigorosa difesa. A Wimbledon due anni fa, passò alle cronache per una frase scioccante pronunciata nel corso del match contro Sandgren: "Ma è giusto giocare qua? Maledetti inglesi… Scoppiasse una bomba su sto circolo, una bomba deve scoppiare". Subì una multa di 10 mila sterline e si scusò prontamente con gli organizzatori.
Andò peggio agli US Open del 2017 quando Fognini proferì parole orribili nei confronti del giudice di sedia Engzell, alla quale vennero rivolti insulti sessisti. Fognini fu squalificato dal torneo di doppio e escluso con la condizionale dai due Slam successivi. Nei suoi trascorsi anche la frase "Uno zingaro di m****" urlata al serbo Krajinovic e la multa per condotta antisportiva a Wimbledon nel 2014. Una storia di limiti superati troppo spesso – e adesso anche alle Olimpiadi – da Fabio Fognini, tennista talentuoso che dovrebbe imparare a tenere a freno la lingua.
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