Ci è voluto molto tempo per capire l'importanza dell'igiene. Un esempio? Il Re Sole, in 72 anni di regno, fece solamente due bagni.
La storia dell'igiene ha dell'incredibile: ci sono voluti secoli per poter arrivare alle sane abitudini odierne. Basti pensare che in Europa, dal Rinascimento fino all'Illuminismo, fare il bagno era vietato dai medici perché ritenevano che l'acqua aprisse i pori della pelle, attraverso i quali potevano entrare gravi malattie. Ecco dunque spiegato perché, per esempio, Luigi XIV, detto il re Sole, durante i suoi 72 anni di regno (dal 1643, quando aveva meno di cinque anni, fino alla morte nel 1715), fece soltanto due bagni. In compenso, ogni giorno si sciacquava le mani con acqua profumata e a giorni alterni si sfregava il viso con un asciugamano inumidito.
CATTIVE ABITUDINI. Inoltre, si cambiava più volte durante il giorno, perché in quel secolo l'idea era che fossero gli abiti puliti a garantire l'igiene personale, asportando lo sporco dalla pelle. Di qui il grande sfoggio di colletti e polsini, come si vede, per esempio, nella pittura barocca olandese. «In un'epoca in cui erano leciti in pubblico perfino gli sputi», dice Peter Ward nel saggio The clean body, «questi dettagli esprimevano con il loro lindore la raffinatezza di chi li indossava».
Dalla fine del 1700, l'idea di doversi fare un bagno settimanale guadagnò consensi tra le classi agiate, mentre la pulizia delle classi inferiori divenne oggetto di preoccupazione delle autorità solo dall'inizio del secolo XIX, perché l'industrializzazione spinse le masse ad assembrarsi nelle città.
LETAME E RIFIUTI. La sporcizia delle strade e delle persone preoccupava a causa della teoria medica dei miasmi, che spiegava l'origine delle malattie infettive attraverso la diffusione nell'aria di "miasmi" appunto, cioè microparticelle velenose provenienti da rifiuti, sporcizia e letame.
Più tardi, con l'avvento della teoria dei germi diPasteur, che vede nei microbi la causa principale di molte malattie, i governanti decisero di costruire impianti fognari e di fornitura dell'acqua, ampliare la raccolta dei rifiuti e inaugurare i primi bagni pubblici (in Italia il primo fu aperto a Firenze nel 1869), mentre la comparsa della stanza da bagno nelle case dei ricchi fu gradualmente imitata in quelle borghesi, e poi passò dalle città alle campagne.
notizia da:focus.it
La storia dell'igiene ha dell'incredibile: ci sono voluti secoli per poter arrivare alle sane abitudini odierne. Basti pensare che in Europa, dal Rinascimento fino all'Illuminismo, fare il bagno era vietato dai medici perché ritenevano che l'acqua aprisse i pori della pelle, attraverso i quali potevano entrare gravi malattie. Ecco dunque spiegato perché, per esempio, Luigi XIV, detto il re Sole, durante i suoi 72 anni di regno (dal 1643, quando aveva meno di cinque anni, fino alla morte nel 1715), fece soltanto due bagni. In compenso, ogni giorno si sciacquava le mani con acqua profumata e a giorni alterni si sfregava il viso con un asciugamano inumidito.
CATTIVE ABITUDINI. Inoltre, si cambiava più volte durante il giorno, perché in quel secolo l'idea era che fossero gli abiti puliti a garantire l'igiene personale, asportando lo sporco dalla pelle. Di qui il grande sfoggio di colletti e polsini, come si vede, per esempio, nella pittura barocca olandese. «In un'epoca in cui erano leciti in pubblico perfino gli sputi», dice Peter Ward nel saggio The clean body, «questi dettagli esprimevano con il loro lindore la raffinatezza di chi li indossava».
Dalla fine del 1700, l'idea di doversi fare un bagno settimanale guadagnò consensi tra le classi agiate, mentre la pulizia delle classi inferiori divenne oggetto di preoccupazione delle autorità solo dall'inizio del secolo XIX, perché l'industrializzazione spinse le masse ad assembrarsi nelle città.
LETAME E RIFIUTI. La sporcizia delle strade e delle persone preoccupava a causa della teoria medica dei miasmi, che spiegava l'origine delle malattie infettive attraverso la diffusione nell'aria di "miasmi" appunto, cioè microparticelle velenose provenienti da rifiuti, sporcizia e letame.
Più tardi, con l'avvento della teoria dei germi diPasteur, che vede nei microbi la causa principale di molte malattie, i governanti decisero di costruire impianti fognari e di fornitura dell'acqua, ampliare la raccolta dei rifiuti e inaugurare i primi bagni pubblici (in Italia il primo fu aperto a Firenze nel 1869), mentre la comparsa della stanza da bagno nelle case dei ricchi fu gradualmente imitata in quelle borghesi, e poi passò dalle città alle campagne.
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