Le regole sono chiare, e sono le stesse per tutti: se un telefonino viene utilizzato durante l’orario di lezione finisce “sotto sequestro” per tutta la mattinata e a ritirarlo deve essere obbligatoriamente un genitore. Funziona così in questa scuola media di Carmagnola, nel Torinese, solo che stavolta qualcosa è andato storto, Il papà dell'alunna "ribelle" ha deciso di denunciare la dirigente dell’istituto di corso Sacchirone per appropriazione indebita.
La storia è raccontata da La Repubblica. Tutto inizia giovedì, durante l’ora di arte, quando la studentessa viene beccata dall’insegnante con lo smartphone e lo consegna alla docente. “Il regolamento prevede che il telefonino venga riconsegnato soltanto a un genitore – spiega Carla Leolini, la dirigente scolastica – e fino a quando non viene riconsegnato, viene custodito in cassaforte al sicuro. Prima del Covid chiedevamo a tutti gli studenti, una volta entrati in classe, di lasciare il telefono in una scatola; ora, con la pandemia, non possiamo più lasciare gli apparecchi tutti insieme e quindi li facciamo mettere sul davanzale. Se una studentessa lo usa invece di stare attenta alla lezione, l’insegnante deve intervenire”.
Ma a fine mattinata, il padre della ragazza non è potuto andare a scuola e ha chiesto di restituirlo direttamente alla figlia senza però essere accontentato. ."Noi abbiamo un regolamento - spiega la preside - che è stato stabilito per una finalità educativa. Chiediamo che sia il genitore a venirlo a prendere perché così c’è un’occasione di confronto e collaborazione tra lui e l’insegnante. Ci sono cellulari che sono rimasti in cassaforte per giorni”. Ma evidentemente al papà non è andata giù e dopo aver recuperato il telefonino a scuola si dirige immediatamente nella caserma dei carabinieri di Carmagnola per denunciare la dirigente per appropriazione indebita del cellulare della figlia.
da tgcom24
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