Ferrari: “Ho già 80 prenotazioni tra venerdì e sabato”
Partita come una boutade, è presto diventata una vera iniziativa di massa tra i ristoratori quella prevista per il prossimo 15 gennaio, con la chiara etichetta #Ioapro. Tra loro c’è Hermes Ferrari, proprietario del modenese Regina Margherita: “Se non apriamo adesso chiudiamo per sempre. Ristori ridicoli”
Sono sempre di più e crescono di ora in ora le attività che hanno deciso di aderire all’iniziativa di protesta #Ioapro, che prevede per il 15 gennaio l’apertura dei ristoranti contro le normative dettate dall’ultimo DPCM. Un atto di protesta che mira a mettere in evidenza le difficoltà di un settore che sta purtroppo soffrendo le restrizioni imposte dalla pandemia e che, molto più di altri, si è visto soggetto a un’indecisione cronica dell’esecutivo, e che ha visto più volte le grosse spese fatte ai fini di adeguamento alle normative diventare inutili pochi giorni dopo, sulla scia di subentrate chiusure.
Un clima di incertezza e impotenza, aggravato da ristori troppo spesso insufficienti e risposte inadeguate, come sottolineato dalla grande maggioranza dei ristoratori. Tra loro uno dei più attivi è certamente Hermes Ferrari, proprietario del modenese Regina Margherita e in grado di amplificare l’iniziativa di protesta tramite i social della sua attività, con un video diventato presto virale a promuovere l’hashtag #Ioapro. Raggiunto telefonicamente da MOW, ci ha ribadito le ragioni di quella che definisce una mossa quasi obbligata: “Facciamo questo perché se non apriamo adesso chiudiamo per sempre. Noi ci sentiamo discriminati come categoria, mentre intanto contagi e morti aumentano ed è sempre più chiaro che gli untori non siamo noi. Le difficoltà tra chi fa il nostro lavoro sono comuni e partono dal non riuscire nemmeno a pagare l’affitto. Sono ben disposto a prendere una multa, ma la volontà tra noi è comune”.
Una situazione sulla quale ha non poco peso la questione cassa integrazione e ristori, che Ferrari chiarisce come inesistente nel primo caso e ridicola nel secondo:“I miei dipendenti non hanno percepito nessuna cassa integrazione, mentre di ristori da marzo sono arrivati 3.600 euro, e se ne aggiungeranno a breve altri 2.000. Io solo di affitto pago 4mila euro al mese… Sinceramente, appena arriverà un altro ristoro di una cifra simile andrò direttamente a Montecitorio a restituirlo a Conte.”
Per ora la risposta delle persone si è mostrata decisamente positiva, con ben 80 prenotati tra venerdì e sabato, e la previsione di una partecipazione che mira a evidenziare criticità condivise da un intero settore: “Le persone verranno per solidarietà, perché hanno capito molto bene qual è la nostra situazione. Per noi che siamo una pizzeria essere aperti solo a pranzo è quasi inutile. Quello che stiamo facendo è un atto dovuto, noi non possiamo più stare zitti mentre l’80% dei ristoratori rischia di chiudere per sempre, sarei un’ipocrita se lo facessi”.
Fonte mowmag.com
Partita come una boutade, è presto diventata una vera iniziativa di massa tra i ristoratori quella prevista per il prossimo 15 gennaio, con la chiara etichetta #Ioapro. Tra loro c’è Hermes Ferrari, proprietario del modenese Regina Margherita: “Se non apriamo adesso chiudiamo per sempre. Ristori ridicoli”
Sono sempre di più e crescono di ora in ora le attività che hanno deciso di aderire all’iniziativa di protesta #Ioapro, che prevede per il 15 gennaio l’apertura dei ristoranti contro le normative dettate dall’ultimo DPCM. Un atto di protesta che mira a mettere in evidenza le difficoltà di un settore che sta purtroppo soffrendo le restrizioni imposte dalla pandemia e che, molto più di altri, si è visto soggetto a un’indecisione cronica dell’esecutivo, e che ha visto più volte le grosse spese fatte ai fini di adeguamento alle normative diventare inutili pochi giorni dopo, sulla scia di subentrate chiusure.
Un clima di incertezza e impotenza, aggravato da ristori troppo spesso insufficienti e risposte inadeguate, come sottolineato dalla grande maggioranza dei ristoratori. Tra loro uno dei più attivi è certamente Hermes Ferrari, proprietario del modenese Regina Margherita e in grado di amplificare l’iniziativa di protesta tramite i social della sua attività, con un video diventato presto virale a promuovere l’hashtag #Ioapro. Raggiunto telefonicamente da MOW, ci ha ribadito le ragioni di quella che definisce una mossa quasi obbligata: “Facciamo questo perché se non apriamo adesso chiudiamo per sempre. Noi ci sentiamo discriminati come categoria, mentre intanto contagi e morti aumentano ed è sempre più chiaro che gli untori non siamo noi. Le difficoltà tra chi fa il nostro lavoro sono comuni e partono dal non riuscire nemmeno a pagare l’affitto. Sono ben disposto a prendere una multa, ma la volontà tra noi è comune”.
Una situazione sulla quale ha non poco peso la questione cassa integrazione e ristori, che Ferrari chiarisce come inesistente nel primo caso e ridicola nel secondo:“I miei dipendenti non hanno percepito nessuna cassa integrazione, mentre di ristori da marzo sono arrivati 3.600 euro, e se ne aggiungeranno a breve altri 2.000. Io solo di affitto pago 4mila euro al mese… Sinceramente, appena arriverà un altro ristoro di una cifra simile andrò direttamente a Montecitorio a restituirlo a Conte.”
Per ora la risposta delle persone si è mostrata decisamente positiva, con ben 80 prenotati tra venerdì e sabato, e la previsione di una partecipazione che mira a evidenziare criticità condivise da un intero settore: “Le persone verranno per solidarietà, perché hanno capito molto bene qual è la nostra situazione. Per noi che siamo una pizzeria essere aperti solo a pranzo è quasi inutile. Quello che stiamo facendo è un atto dovuto, noi non possiamo più stare zitti mentre l’80% dei ristoratori rischia di chiudere per sempre, sarei un’ipocrita se lo facessi”.
Fonte mowmag.com
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