La Luna, il nostro satellite tanto vicino quanto enormemente lontano, affascina il genere umano da tempo immemore, ed è stato al centro del primo libro di fantascienza scritto durante l’epoca Romana da Luciano di Samosata. Molto recentemente, il 20 luglio del 1969, l’uomo è riuscito a calpestarne il suolo, e dal primo viaggio dell’Apollo 11 sono stati diversi gli equipaggi in grado di raggiungern la superficie. Considerando tutte le missioni spaziali sono stati in 12 gli esseri umani a camminare sulla luna, una passeggiata a 384.400 chilometri dalla terra che continua ad alimentare i sogni di tantissime persone.
E fra quelli che hanno sognato di calpestare il suolo lunare c’era anche lo scienziato Eugene Shoemaker, geologo statunitense, che voleva diventare astronauta ma che fu bloccato nel processo di selezione da limitazioni di natura fisica (problemi alle ghiandole surrenali).
Eugene continuò a sognare lo spazio e diede il suo enorme contributo alla scienza come astronomo e geologo, fra le altre cose scoprendo la cometa Shoemaker-Levy 9, nel 1993, che fu un oggetto astronomico di grande interesse perché consentì di studiare l’impatto di una cometa su un pianeta del sistema solare (Giove). Lo scienziato fu anche il fondatore del programma di ricerca astrogeologica degli Stati Uniti, fu un pioniere della geologia che scoprì come molti crateri sui pianeti sono causati dagli impatti dei meteoriti con il suolo e fu uno degli scienziati che preparò gli astronauti delle missioni Apollo a quanto avrebbero trovato al momento dello sbarco sul satellite.
Qualche anno dopo la scoperta dello Shoemaker-Levy 9, nel 1997, Eugene Shoemaker trovò la morte a Palm Springs, in Australia, a causa di un incidente automobilistico, mentre esplorava un cratere meteorico in Australia.
Grazie al suo impegno e alla stima che godeva presso la NASA, un gruppo di colleghi volle seppellire le sue ceneri sulla Luna, quel satellite che tanto aveva sognato e che non aveva mai potuto raggiungere.
Una collega di Showmaker, Carolyn Porco, decise di far portare i resti di Eugene sulla Luna. La NASA chiamò quindi l’azienda Celestis, che si occupa di viaggi spaziali associati ad altre missioni già programmate, e il trasbordo delle ceneri di Shoemaker divenne realtà.
Il 6 gennaio del 1998 il Lunar Prospector della NASA partì alla volta del polo sud della Luna, alla ricerca di ghiaccio e con una parte delle ceneri di Eugene Shoemaker. Le ceneri furono trasportate in una capsula di policarbonato fornita da Celestis. I resti erano all’interno di una scatola di ottone con il suo nome inciso al laser e un’immagine della cometa Hale-Bopp, un’immagine del Meteor Crater in Arizona, dove aveva addestrato gli astronauti dell’Apollo e una citazione di Romeo e Giulietta. Il 31 luglio del 1999 la missione fu portata a compimento quando la NASA fece schiantare il velivolo sulla superficie della luna (come programmato da inizio missione), portando con sé Shoemaker e rendendolo la prima e unica persona ad essere sepolta sul satellite della terra. Anche se molto più tardi rispetto a quanto aveva desiderato, Eugene raggiunse, infine, la Luna…
notizia da:vanillamagazine.it
E fra quelli che hanno sognato di calpestare il suolo lunare c’era anche lo scienziato Eugene Shoemaker, geologo statunitense, che voleva diventare astronauta ma che fu bloccato nel processo di selezione da limitazioni di natura fisica (problemi alle ghiandole surrenali).
Eugene continuò a sognare lo spazio e diede il suo enorme contributo alla scienza come astronomo e geologo, fra le altre cose scoprendo la cometa Shoemaker-Levy 9, nel 1993, che fu un oggetto astronomico di grande interesse perché consentì di studiare l’impatto di una cometa su un pianeta del sistema solare (Giove). Lo scienziato fu anche il fondatore del programma di ricerca astrogeologica degli Stati Uniti, fu un pioniere della geologia che scoprì come molti crateri sui pianeti sono causati dagli impatti dei meteoriti con il suolo e fu uno degli scienziati che preparò gli astronauti delle missioni Apollo a quanto avrebbero trovato al momento dello sbarco sul satellite.
Qualche anno dopo la scoperta dello Shoemaker-Levy 9, nel 1997, Eugene Shoemaker trovò la morte a Palm Springs, in Australia, a causa di un incidente automobilistico, mentre esplorava un cratere meteorico in Australia.
Grazie al suo impegno e alla stima che godeva presso la NASA, un gruppo di colleghi volle seppellire le sue ceneri sulla Luna, quel satellite che tanto aveva sognato e che non aveva mai potuto raggiungere.
Una collega di Showmaker, Carolyn Porco, decise di far portare i resti di Eugene sulla Luna. La NASA chiamò quindi l’azienda Celestis, che si occupa di viaggi spaziali associati ad altre missioni già programmate, e il trasbordo delle ceneri di Shoemaker divenne realtà.
Il 6 gennaio del 1998 il Lunar Prospector della NASA partì alla volta del polo sud della Luna, alla ricerca di ghiaccio e con una parte delle ceneri di Eugene Shoemaker. Le ceneri furono trasportate in una capsula di policarbonato fornita da Celestis. I resti erano all’interno di una scatola di ottone con il suo nome inciso al laser e un’immagine della cometa Hale-Bopp, un’immagine del Meteor Crater in Arizona, dove aveva addestrato gli astronauti dell’Apollo e una citazione di Romeo e Giulietta. Il 31 luglio del 1999 la missione fu portata a compimento quando la NASA fece schiantare il velivolo sulla superficie della luna (come programmato da inizio missione), portando con sé Shoemaker e rendendolo la prima e unica persona ad essere sepolta sul satellite della terra. Anche se molto più tardi rispetto a quanto aveva desiderato, Eugene raggiunse, infine, la Luna…
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