Nove misure cautelari e oltre cento indagati: tra i candidati c'era chi non sapeva una parola d'italiano.
Un sistema ingegnoso per far superare l?esame della patente a chi non capiva nemmeno una parola di italiano. era questo lo scopo di due organizzazioni smascherate dalla polizia giudiziaria della stradale di Torino, coordinata dalla pm Elisa Buffa, che ha portato a 9 misure cautelari nei confronti di 7 cittadini cinesi, un peruviano e un italiano, due delle quali in carcere. Oltre cento gli indagati.
La truffa ? stata scoperta durante una sessione d?esame alla motorizzazione di Torino. I poliziotti al termine della prova, a novembre del 2018 hanno fermato un candidato cinese che l?aveva brillantemente superata e hanno scoperto che l?uomo, in realt? calvo, aveva indossato una parrucca per nascondere sotto i capelli finti un cellulare con cui comunicare con l?esterno e ottenere le risposte giuste.
Chi era fuori dalla sala d?esame poteva sentire le domande in diretta perch? il candidato aveva richiesto l?uso delle cuffie audio per poter ascoltare le domande che comparivano sul video del suo computer. Da qui sono partite le indagini che hanno portato a smascherare le organizzazioni che vendevano tutto il pacchetto ?esame per la patente? al conto di migliaia di euro. Chi voleva prendere la patente con il loro aiuto arrivava a spendere fino a 7mila euro e in alcuni casi l?organizzazione si occupava anche di aiutare i candidati a superare l?esame pratico di guida. I loro clienti erano soprattutto cinesi. Sono cinquanta le patenti di guida ritirate perch? conseguite con l?inganno.
Gli investigatori hanno intercettato i membri delle organizzazioni criminali per scoprire il sistema della truffa che preparava l?esame dei quiz della patente in tutt?Italia. A ottobre di un anno fa erano state denunciate 63 persone, sospettate di aver truccato 55 esami per il rilascio delle patenti A Giugno sono state indagate altre 50 persone. Mercoled? la polizia giudiziaria della polizia stradale ha eseguito le misure cautelari, due in carcere, sette con l?obbligo di firma.
notizia da: repubblica.it
Un sistema ingegnoso per far superare l?esame della patente a chi non capiva nemmeno una parola di italiano. era questo lo scopo di due organizzazioni smascherate dalla polizia giudiziaria della stradale di Torino, coordinata dalla pm Elisa Buffa, che ha portato a 9 misure cautelari nei confronti di 7 cittadini cinesi, un peruviano e un italiano, due delle quali in carcere. Oltre cento gli indagati.
La truffa ? stata scoperta durante una sessione d?esame alla motorizzazione di Torino. I poliziotti al termine della prova, a novembre del 2018 hanno fermato un candidato cinese che l?aveva brillantemente superata e hanno scoperto che l?uomo, in realt? calvo, aveva indossato una parrucca per nascondere sotto i capelli finti un cellulare con cui comunicare con l?esterno e ottenere le risposte giuste.
Chi era fuori dalla sala d?esame poteva sentire le domande in diretta perch? il candidato aveva richiesto l?uso delle cuffie audio per poter ascoltare le domande che comparivano sul video del suo computer. Da qui sono partite le indagini che hanno portato a smascherare le organizzazioni che vendevano tutto il pacchetto ?esame per la patente? al conto di migliaia di euro. Chi voleva prendere la patente con il loro aiuto arrivava a spendere fino a 7mila euro e in alcuni casi l?organizzazione si occupava anche di aiutare i candidati a superare l?esame pratico di guida. I loro clienti erano soprattutto cinesi. Sono cinquanta le patenti di guida ritirate perch? conseguite con l?inganno.
Gli investigatori hanno intercettato i membri delle organizzazioni criminali per scoprire il sistema della truffa che preparava l?esame dei quiz della patente in tutt?Italia. A ottobre di un anno fa erano state denunciate 63 persone, sospettate di aver truccato 55 esami per il rilascio delle patenti A Giugno sono state indagate altre 50 persone. Mercoled? la polizia giudiziaria della polizia stradale ha eseguito le misure cautelari, due in carcere, sette con l?obbligo di firma.
notizia da: repubblica.it
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