? una semplice impressione quella che ci vuole pi? stupidi dei nostri antenati o una disarmante verit? dell'evoluzione?
La teoria ? tanto semplice quanto disarmante: nella societ? odierna, per sopravvivere non abbiamo pi? bisogno dell'intelligenza - che perci? si sta estinguendo. Ad affermarlo ? uno studio relativo al corredo genetico umano condotto alla Stanford University e pubblicato sulla rivista scientifica Trends in Genetics.
Gerald Crabtree, che ha condotto lo studio sulle modifiche avvenute, in centinaia di migliaia di anni, al patrimonio genetico e alle capacit? intellettive del genere umano, ? giunto alla conclusione che la stupidit?, sul piano evolutivo, ? il nostro inevitabile destino. I nostri giorni migliori sono finiti: eravamo pi? vispi e attenti quando vivevamo di caccia nel Paleolitico e la natura ci esigeva sempre all'erta.
IDIOCRAZIA. Ci staremmo dunque avvicinando a quanto comicamente profetizzato dal film Idiocracy (2006): una societ? basata sulla stupidit?, in cui i geni migliori scompaiono dal DNA e dalla societ?, per lasciare spazio a quelli pi? "comuni". Il progresso scientifico e tecnologico continuer?, ma a ritmi inferiori rispetto a quelli che avremmo potuto sostenere se fossimo ancora dotati dei geni dei nostri antenati.
Il punto pi? alto dell'intelligenza umana non si sarebbe per? raggiunto nel Paleolitico. Secondo Crabtree, che ha ricostruito le possibili mutazioni del nostro corredo genetico attraverso varie epoche, l'impoverimento delle capacit? intellettive sarebbe iniziato appena 3.000 anni fa: abbiamo raggiunto il top all'epoca della Grecia classica, per poi prendere una lenta ma inesorabile china discendente.
ATENIESI. ?Sono pronto a scommettere?, ha scritto lo studioso, ?che se un cittadino medio di Atene del 1000 avanti Cristo comparisse tra noi, verrebbe considerato la mente pi? brillante e vivace tra i nostri amici e colleghi. Saremmo sorpresi dalla sua memoria, dalla portata delle sue idee, dalla sua visione chiara su tutte le questioni importanti. Sarebbe anche, probabilmente, la persona pi? equilibrata tra i nostri conoscenti. La stessa cosa potrei dirla per qualsiasi abitante dell'Africa, dell'Asia, dell'India o dell'America di quella stessa epoca.?
INTELLETTO FRAGILE. Non si tratta di una questione storica o culturale. Per Crabtree il progressivo rimbambimento che, a conti fatti, ci accompagnerebbe da ben 120 generazioni, riguarda l'intera specie umana: basta che la selezione naturale diventi meno severa, ed ecco che la qualit? del nostro cervello peggiora. E non solo: la nostra fragilit? mentale dipenderebbe anche dal fatto che, rispetto a 3.000 anni fa, il nostro cervello deve immagazzinare molte pi? conoscenze - oggi come minimo dobbiamo saper leggere, scrivere, usare il computer, guidare una macchina, destreggiarci tra i mezzi pubblici di una citt?...
Questo coinvolge l'attivit? di un numero di neuroni molto pi? alto di quanto non richiedessero le occupazioni umane di qualche millennio fa: ognuna di queste funzioni coinvolge numerosi geni regolatori e ci espone a un rischio esponenzialmente maggiore di mutazioni genetiche, ognuna delle quali pu? rendere pi? debole il nostro intelletto.
Dobbiamo preoccuparci? Considerato che "contro" l'evoluzione non si pu? fare molto, forse no. E, in ogni caso, molti studiosi non sono d'accordo con le conclusioni di Crabtree, anche perch? lo stesso genetista non fornisce dati certi che attestino l'effettiva maggiore stupidit? dell'uomo contemporaneo. Forse ci? che si legge e vede su giornali e tv potrebbe bastare, ma la scienza ha bisogno di prove inoppugnabili...
notizia da: focus.it
La teoria ? tanto semplice quanto disarmante: nella societ? odierna, per sopravvivere non abbiamo pi? bisogno dell'intelligenza - che perci? si sta estinguendo. Ad affermarlo ? uno studio relativo al corredo genetico umano condotto alla Stanford University e pubblicato sulla rivista scientifica Trends in Genetics.
Gerald Crabtree, che ha condotto lo studio sulle modifiche avvenute, in centinaia di migliaia di anni, al patrimonio genetico e alle capacit? intellettive del genere umano, ? giunto alla conclusione che la stupidit?, sul piano evolutivo, ? il nostro inevitabile destino. I nostri giorni migliori sono finiti: eravamo pi? vispi e attenti quando vivevamo di caccia nel Paleolitico e la natura ci esigeva sempre all'erta.
IDIOCRAZIA. Ci staremmo dunque avvicinando a quanto comicamente profetizzato dal film Idiocracy (2006): una societ? basata sulla stupidit?, in cui i geni migliori scompaiono dal DNA e dalla societ?, per lasciare spazio a quelli pi? "comuni". Il progresso scientifico e tecnologico continuer?, ma a ritmi inferiori rispetto a quelli che avremmo potuto sostenere se fossimo ancora dotati dei geni dei nostri antenati.
Il punto pi? alto dell'intelligenza umana non si sarebbe per? raggiunto nel Paleolitico. Secondo Crabtree, che ha ricostruito le possibili mutazioni del nostro corredo genetico attraverso varie epoche, l'impoverimento delle capacit? intellettive sarebbe iniziato appena 3.000 anni fa: abbiamo raggiunto il top all'epoca della Grecia classica, per poi prendere una lenta ma inesorabile china discendente.
ATENIESI. ?Sono pronto a scommettere?, ha scritto lo studioso, ?che se un cittadino medio di Atene del 1000 avanti Cristo comparisse tra noi, verrebbe considerato la mente pi? brillante e vivace tra i nostri amici e colleghi. Saremmo sorpresi dalla sua memoria, dalla portata delle sue idee, dalla sua visione chiara su tutte le questioni importanti. Sarebbe anche, probabilmente, la persona pi? equilibrata tra i nostri conoscenti. La stessa cosa potrei dirla per qualsiasi abitante dell'Africa, dell'Asia, dell'India o dell'America di quella stessa epoca.?
INTELLETTO FRAGILE. Non si tratta di una questione storica o culturale. Per Crabtree il progressivo rimbambimento che, a conti fatti, ci accompagnerebbe da ben 120 generazioni, riguarda l'intera specie umana: basta che la selezione naturale diventi meno severa, ed ecco che la qualit? del nostro cervello peggiora. E non solo: la nostra fragilit? mentale dipenderebbe anche dal fatto che, rispetto a 3.000 anni fa, il nostro cervello deve immagazzinare molte pi? conoscenze - oggi come minimo dobbiamo saper leggere, scrivere, usare il computer, guidare una macchina, destreggiarci tra i mezzi pubblici di una citt?...
Questo coinvolge l'attivit? di un numero di neuroni molto pi? alto di quanto non richiedessero le occupazioni umane di qualche millennio fa: ognuna di queste funzioni coinvolge numerosi geni regolatori e ci espone a un rischio esponenzialmente maggiore di mutazioni genetiche, ognuna delle quali pu? rendere pi? debole il nostro intelletto.
Dobbiamo preoccuparci? Considerato che "contro" l'evoluzione non si pu? fare molto, forse no. E, in ogni caso, molti studiosi non sono d'accordo con le conclusioni di Crabtree, anche perch? lo stesso genetista non fornisce dati certi che attestino l'effettiva maggiore stupidit? dell'uomo contemporaneo. Forse ci? che si legge e vede su giornali e tv potrebbe bastare, ma la scienza ha bisogno di prove inoppugnabili...
notizia da: focus.it
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