Utah, gli agenti non capiscono che il 13enne Linden stava avendo una crisi. ? grave
Polizia di nuovo sotto accusa per un uso scriteriato della violenza: armi usate con incredibile leggerezza contro persone ?problematiche? ma che non sono armate e non rappresentano una vera minaccia. Stavolta il razzismo non c?era ? la vittima ? un ragazzino bianco ? e sul banco degli imputati, insieme alle forze dell?ordine, va fatto salire anche un sistema-salute essenzialmente privato, difficile da mobilitare per emergenze sociosanitarie.
E cos? chi riceve la telefonata di una madre disperata, anzich? mandare medici e ambulanze manda agenti impreparati che trattano chi ha disturbi psichici come un criminale, pretendendo obbedienza da una persona incapace di intendere e volere. Stavolta succede a Salt Lake City, Utah, e di nuovo, come nel recente caso di Rochester, nello Stato di New York, la vittima ? una persona disarmata con problemi mentali: Linden Cameron, un ragazzo di 13 anni che soffre di autismo.
Venerd? scorso la madre era tornata al lavoro dopo molti mesi d?interruzione per via della pandemia. Rientrando a casa ha trovato il figlio in preda a una crisi nervosa, probabilmente scatenata dal suo allontanamento. Incapace di tenergli testa, Golda Barton aveva chiamato il 911 (il 113 americano) per chiedere aiuto. Sperava in un?ambulanza e in un ricovero; ? arrivata una pattuglia della polizia con gli agenti che hanno urlato al ragazzo di mettersi a terra. Terrorizzato, Linden non ha obbedito e dopo qualche attimo uno degli agenti ha sparato colpendolo tre volte. Ora ? ricoverato in ospedale: grave ma non in pericolo di vita.
Un caso peggiore di quello di Rochester dove i poliziotti non hanno sparato n? minacciato con le armi: avevano messo un cappuccio antisputi a Daniel Prude temendo il contagio da Covid-19 e, immobilizzandolo a terra, non si sono resi conto che lo stavano soffocando. Poi hanno parlato del suo decesso come di un caso di overdose.
Nello Utah, invece (il fatto risale a venerd?) il portavoce della polizia inizialmente ha detto che gli agenti hanno sparato perch? Linden aveva un?arma e minacciava altri cittadini. Ma poi ha dovuto correggere il tiro (ora non parla pi? di ritrovamento di un?arma) dopo che la madre, in lacrime davanti alle telecamere, lo ha smentito: ?Non aveva armi, voleva attirare l?attenzione e poi ? fuggito: ho detto loro delle sue condizioni psichiche, li ho pregati di usare il livello minimo di forza possibile. Ma loro l?hanno inseguito e dopo qualche secondo ho sentito i colpi. Li ho raggiunti mentre lo portavano via e non mi hanno nemmeno detto se era vivo o morto?.
La polizia non ha replicato salvo riconoscere che non ha trovato armi con Linden. Ha promesso di collaborare alle indagini e di rilasciare le immagini delle body-cam degli agenti, ma non prima del 21 settembre.
? sempre pi? evidente che, al di l? di atteggiamenti razzisti che emergono in alcune circostanze, molti agenti americani, decisi a non rischiare nulla nel contatto fisico con la persona da arrestare e protetti da norme che li autorizzano a sparare se si sentono minacciati, reagiscono con un eccesso di violenza non appena si delinea una situazione potenzialmente pericolosa. A Salt Lake City c?erano gi? stati casi di reazioni eccessivamente violente degli agenti e perfino dei loro cani poliziotto. Il sindaco aveva sollecitato comportamenti meno rudi e pi? addestramento. La polizia la settimana scorsa aveva assicurato di padroneggiare le tecniche di deescalation per far scemare le tensioni. Il girorno dopo i colpi contro Linden.
A Rochester, New York, un uomo con problemi mentali soffocato da un cappuccio antisputi.
notizia da: Corriere della Sera 10 settembre 2020
Polizia di nuovo sotto accusa per un uso scriteriato della violenza: armi usate con incredibile leggerezza contro persone ?problematiche? ma che non sono armate e non rappresentano una vera minaccia. Stavolta il razzismo non c?era ? la vittima ? un ragazzino bianco ? e sul banco degli imputati, insieme alle forze dell?ordine, va fatto salire anche un sistema-salute essenzialmente privato, difficile da mobilitare per emergenze sociosanitarie.
E cos? chi riceve la telefonata di una madre disperata, anzich? mandare medici e ambulanze manda agenti impreparati che trattano chi ha disturbi psichici come un criminale, pretendendo obbedienza da una persona incapace di intendere e volere. Stavolta succede a Salt Lake City, Utah, e di nuovo, come nel recente caso di Rochester, nello Stato di New York, la vittima ? una persona disarmata con problemi mentali: Linden Cameron, un ragazzo di 13 anni che soffre di autismo.
Venerd? scorso la madre era tornata al lavoro dopo molti mesi d?interruzione per via della pandemia. Rientrando a casa ha trovato il figlio in preda a una crisi nervosa, probabilmente scatenata dal suo allontanamento. Incapace di tenergli testa, Golda Barton aveva chiamato il 911 (il 113 americano) per chiedere aiuto. Sperava in un?ambulanza e in un ricovero; ? arrivata una pattuglia della polizia con gli agenti che hanno urlato al ragazzo di mettersi a terra. Terrorizzato, Linden non ha obbedito e dopo qualche attimo uno degli agenti ha sparato colpendolo tre volte. Ora ? ricoverato in ospedale: grave ma non in pericolo di vita.
Un caso peggiore di quello di Rochester dove i poliziotti non hanno sparato n? minacciato con le armi: avevano messo un cappuccio antisputi a Daniel Prude temendo il contagio da Covid-19 e, immobilizzandolo a terra, non si sono resi conto che lo stavano soffocando. Poi hanno parlato del suo decesso come di un caso di overdose.
Nello Utah, invece (il fatto risale a venerd?) il portavoce della polizia inizialmente ha detto che gli agenti hanno sparato perch? Linden aveva un?arma e minacciava altri cittadini. Ma poi ha dovuto correggere il tiro (ora non parla pi? di ritrovamento di un?arma) dopo che la madre, in lacrime davanti alle telecamere, lo ha smentito: ?Non aveva armi, voleva attirare l?attenzione e poi ? fuggito: ho detto loro delle sue condizioni psichiche, li ho pregati di usare il livello minimo di forza possibile. Ma loro l?hanno inseguito e dopo qualche secondo ho sentito i colpi. Li ho raggiunti mentre lo portavano via e non mi hanno nemmeno detto se era vivo o morto?.
La polizia non ha replicato salvo riconoscere che non ha trovato armi con Linden. Ha promesso di collaborare alle indagini e di rilasciare le immagini delle body-cam degli agenti, ma non prima del 21 settembre.
? sempre pi? evidente che, al di l? di atteggiamenti razzisti che emergono in alcune circostanze, molti agenti americani, decisi a non rischiare nulla nel contatto fisico con la persona da arrestare e protetti da norme che li autorizzano a sparare se si sentono minacciati, reagiscono con un eccesso di violenza non appena si delinea una situazione potenzialmente pericolosa. A Salt Lake City c?erano gi? stati casi di reazioni eccessivamente violente degli agenti e perfino dei loro cani poliziotto. Il sindaco aveva sollecitato comportamenti meno rudi e pi? addestramento. La polizia la settimana scorsa aveva assicurato di padroneggiare le tecniche di deescalation per far scemare le tensioni. Il girorno dopo i colpi contro Linden.
A Rochester, New York, un uomo con problemi mentali soffocato da un cappuccio antisputi.
notizia da: Corriere della Sera 10 settembre 2020
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