In effetti, a sentirlo oggi, anche se un po' immusonito dall'et?, sembra lo stesso bizzarro attore di quando era all'apice del successo, negli anni Settanta e Ottanta: ostinato nei silenzi e fulminante nelle battute. Renato Pozzetto, insieme a Cochi Ponzoni, era avanti allora e ancora fresco fresco oggi che compie ottant'anni (il 14 luglio) e viene festeggiato come un "grande padre" del cabaret che ha attraversato da quando aveva 24 anni, sempre come una meravigliosa stonatura: mai battutaro, semmai poeta surreale.
Dici Renato Pozzetto e sono oltre mezzo secolo di spettacoli, una settantina di film, non tutti imperdibili (anche se un po' come quelli di Tot?, con gli anni si rivalutano), sei regie, pubblicit?, un artista che ha segnato una delle stagioni pi? felici della comicit? italiana con quel temperamento laconico e perfino malinconico, dovuto forse alle origini lacustri, Lago Maggiore, Laveno, dove ? nato pochi giorni dopo i primi bombardamenti del 1940 su Milano. Sul lago e dintorni, Renato torner? spesso, fin da ragazzino. A Gemonio, in provincia di Varese, il paese di Bossi ("era mio vicino di casa", e da l? forse la simpatia anche politica), tra le famiglie di sfollati, tra il 40 e il 50, conosce Cochi. "Facevamo gruppo con altri ragazzini - ha ricordato Renato in un'intervista - ci annoiavamo cos? tanto, che cercavamo di essere simpatici per renderci meno drammatica l'esistenza. Il nostro umorismo e 'Cochi e Renato' sono nati cos?".
Forse c'? un po' di leggenda. E per? quando squattrinato e col diploma di geometra, arriva a Milano a met? anni Sessanta ritrova proprio Cochi e con lui una strana famiglia di spostati geniali che stava spesso al bar Gattullo, in Porta Ludovica, dove poi cresceranno generazioni di comici almeno fino ai primi anni di Zelig, e all'Osteria Oca d'oro, in Porta Romana dove con i futuri artisti Piero Manzoni e Lucio Fontana, con Enzo Jannacci e l'inseparabile Cochi, Renato coltiva il piacere di trovarsi insieme e stare allegri. Poi siccome l? vicino nel '64 apre il Cab '64, Cochi e Renato si propongono. C'era anche Giorgio Gaber che insegnava a Cochi a suonare la chitarra, ogni tanto passava Dario Fo che d'estate imbarcava la squattrinata combriccola a Cesenatico, e poi c'erano Enzo Jannacci, Felice Andreasi, Bruno Lauzi e Lino Toffolo con cui formano lo strepitoso Gruppo Motore, che approder? al leggendario Derby, vicino alla Fiera, dove tra tavolini rossi e un pubblico che, in prevalenza, era di ricchi cumenda, questi giovani un po' folli si inventavano strane cose. "Eravamo un gruppo di persone con un umorismo tutto nuovo. Per esempio: mi ero inventato 'l'ufficio facce'. Era un nostro ufficio immaginario dove facevamo commenti sui clienti che entravano nel bar. Avevamo anche dei modi nostri di parlare: come 'cio?', oppure 'praticamente' che sono rimaste nei nostri spettacoli", ha raccontato Renato, che di quella Milano irripetibile, di artisti colti, curiosi, svitati, provinciali e una voglia ardente di cambiare, ? stato un protagonista e un fervido inventore, basta dire che al Derby o gi? di l? sono nate canzoni come La gallina, Canzone intelligente, l'insuperata E la vita, la vita che lui scrive con Jannacci.
Ora, il compleanno lo far? a Laveno dove ha la sua "cuccia" con i due figli e svariati nipoti. "Ho qualche acciacco, ma sto qua, seguo la Locanda Pozzetto che ho aperto tanti fa con mio fratello". Si parla sempre di un ritorno con Cochi sulla scena per ripercorrere quello splendido mezzo secolo insieme. Ha anche in testa di girare un film, Una mucca in paradiso, dove un contadino va ad abitare con la sua mucca in un superattico del Bosco Verticale, una storia che poteva essere nata al bar Gattullo, in cui continua a risuonare quel laconico "ragazzo di campagna".
da repubblica.it
Dici Renato Pozzetto e sono oltre mezzo secolo di spettacoli, una settantina di film, non tutti imperdibili (anche se un po' come quelli di Tot?, con gli anni si rivalutano), sei regie, pubblicit?, un artista che ha segnato una delle stagioni pi? felici della comicit? italiana con quel temperamento laconico e perfino malinconico, dovuto forse alle origini lacustri, Lago Maggiore, Laveno, dove ? nato pochi giorni dopo i primi bombardamenti del 1940 su Milano. Sul lago e dintorni, Renato torner? spesso, fin da ragazzino. A Gemonio, in provincia di Varese, il paese di Bossi ("era mio vicino di casa", e da l? forse la simpatia anche politica), tra le famiglie di sfollati, tra il 40 e il 50, conosce Cochi. "Facevamo gruppo con altri ragazzini - ha ricordato Renato in un'intervista - ci annoiavamo cos? tanto, che cercavamo di essere simpatici per renderci meno drammatica l'esistenza. Il nostro umorismo e 'Cochi e Renato' sono nati cos?".
Forse c'? un po' di leggenda. E per? quando squattrinato e col diploma di geometra, arriva a Milano a met? anni Sessanta ritrova proprio Cochi e con lui una strana famiglia di spostati geniali che stava spesso al bar Gattullo, in Porta Ludovica, dove poi cresceranno generazioni di comici almeno fino ai primi anni di Zelig, e all'Osteria Oca d'oro, in Porta Romana dove con i futuri artisti Piero Manzoni e Lucio Fontana, con Enzo Jannacci e l'inseparabile Cochi, Renato coltiva il piacere di trovarsi insieme e stare allegri. Poi siccome l? vicino nel '64 apre il Cab '64, Cochi e Renato si propongono. C'era anche Giorgio Gaber che insegnava a Cochi a suonare la chitarra, ogni tanto passava Dario Fo che d'estate imbarcava la squattrinata combriccola a Cesenatico, e poi c'erano Enzo Jannacci, Felice Andreasi, Bruno Lauzi e Lino Toffolo con cui formano lo strepitoso Gruppo Motore, che approder? al leggendario Derby, vicino alla Fiera, dove tra tavolini rossi e un pubblico che, in prevalenza, era di ricchi cumenda, questi giovani un po' folli si inventavano strane cose. "Eravamo un gruppo di persone con un umorismo tutto nuovo. Per esempio: mi ero inventato 'l'ufficio facce'. Era un nostro ufficio immaginario dove facevamo commenti sui clienti che entravano nel bar. Avevamo anche dei modi nostri di parlare: come 'cio?', oppure 'praticamente' che sono rimaste nei nostri spettacoli", ha raccontato Renato, che di quella Milano irripetibile, di artisti colti, curiosi, svitati, provinciali e una voglia ardente di cambiare, ? stato un protagonista e un fervido inventore, basta dire che al Derby o gi? di l? sono nate canzoni come La gallina, Canzone intelligente, l'insuperata E la vita, la vita che lui scrive con Jannacci.
Ora, il compleanno lo far? a Laveno dove ha la sua "cuccia" con i due figli e svariati nipoti. "Ho qualche acciacco, ma sto qua, seguo la Locanda Pozzetto che ho aperto tanti fa con mio fratello". Si parla sempre di un ritorno con Cochi sulla scena per ripercorrere quello splendido mezzo secolo insieme. Ha anche in testa di girare un film, Una mucca in paradiso, dove un contadino va ad abitare con la sua mucca in un superattico del Bosco Verticale, una storia che poteva essere nata al bar Gattullo, in cui continua a risuonare quel laconico "ragazzo di campagna".
da repubblica.it
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