Gli errori commessi o l'arroganza, spiega, non giustificano odio e invidia sociale verso Lombardia e Milano. "Rappresentano l?Italia che ce la fa nel mondo. Puntare il dito contro alleggerisce la coscienza di chi non riesce a fare altrettanto. Ma ora basta"
Il conto si paga con la vergogna: ?Ancora oggi mi sento un po? appestato. Non esco da Milano. Rimango a casa il pi? possibile. Ascolto racconti di amici che sono andati fuori dalla Lombardia e sono stati accolti da battutine, insinuazioni, cattiverie. Alcuni hanno dovuto subire anche un cartellone che diceva: ?Torna a casa tua?. Sono cose che mettono a disagio e feriscono le persone. Uno spirito anti lombardo ? emerso nel Paese. Come se vedere colpita questa Regione, sempre definita un modello, anzich? suscitare vicinanza, desse un piacere che i tedeschi definiscono con una parola precisa: schadenfreude, gioia per le disgrazie altrui. Non ? pi? inaccettabile. Bisogna reagire. Dire basta?.
Nato a Milano nel 1953, Ferruccio De Bortoli ? giornalista, saggista, per due volte direttore del Corriere della Sera, di cui oggi ? uno dei principali editorialisti ? non aveva mai considerato l?ipotesi che il luogo di nascita riportato sulla sua carta d?identit? potesse diventare un marchio, se non d?infamia, almeno di diffidenza: ?Il razzismo al contrario, cio? l?idea che ora i cittadini italiani discriminati siano quelli del Nord, mentre prima erano quelli del Sud, ? un concetto che trovo esagerato. Io credo che si tratti pi? precisamente di un pregiudizio radicato, che ha moventi sociali, politici, economici. Come spesso accade con i pregiudizi, essi sono degli strumenti straordinari per costruire alibi. Ti consentono di non guardare dentro casa tua. Ti levano la fatica di misurare i risultati che hai raggiunto, confrontandoli con quelli altrui. La Lombardia e Milano rappresentano l?Italia che ce la fa nel mondo. Il Paese che riesce a competere nella globalizzazione. Puntare il dito contro di esse, alleggerisce la coscienza di chi non ? riuscito a fare altrettanto. Gli consente di non guardarsi allo specchio, scaricando tutta la responsabilit? altrove?.
La Lombardia non ha sbagliato niente?
Anche la Lombardia ha commesso degli errori. Soprattutto, di comunicazione. La Giunta farebbe bene a riconoscerli e spiegare perch? li ha commessi. Io per? ? da lombardo ? mi faccio anche un?altra domanda. Mi chiedo: ?Perch? siamo diventati antipatici??
Ha una risposta?
Credo che, a volte, siamo stati troppo orgogliosi dei nostri primati, esaltando le nostre virt? fino a sfiorare l?arroganza. Forse, abbiamo avuto anche un atteggiamento semi-colonialista, proiettando un?immagine di noi stessi che chiedeva un adeguamento ai nostri numeri. Senz?altro, abbiamo sbagliato qualcosa anche noi.
Per??
Per? la Lombardia ? stata investita dal contagio con una violenza inusitata. Si ? trovata di fronte un nemico che nessuno conosceva e, all?inizio, tutti abbiamo sottovalutato, incluso io. La giustizia deve andare sino in fondo, perch? i familiari delle vittime e il Paese devono conoscere la verit?. Non si pu? per? accettare la criminalizzazione preventiva che ? stata fatta. Stiamo parlando di una terra che ? stata martoriata, con decine di migliaia di morti. Dobbiamo avere rispetto. Un conto ? capire cosa non ha funzionato. Un altro conto ? alimentare processi sommari. Che sono inaccettabili.
Da dove ? venuta fuori questa pulsione?
Le posizioni sbrigative e sprezzanti contro Milano e la Lombardia nascondono un?invidia sociale nei confronti di chi ? stato sempre ritenuto migliore. Sta succedendo in Italia qualcosa di simile a quello che accade in Spagna con la Catalogna ed ? successo in Gran Bretagna con Londra, ed ? all?origine della Brexit: si detesta chi ? pi? ricco, chi ? riuscito a cavarsela nel mondo, chi ha espresso al meglio le proprie capacit?.
Perch? non scatta, invece, l?emulazione?
Perch? bisognerebbe partire dal riconoscere le proprie mancanze, dandosi come obiettivo quello di colmarle. L?Italia, invece, ? un Paese di continui e incessanti dualismi. Quello tra Nord e Sud ? uno dei pi? longevi. Negli ultimi anni, il dislivello si ? tradotto in un risentimento del Sud verso il Nord. Infatti, gi? prima della pandemia, il ministro Provenzano aveva detto che Milano non restituisce nulla. Ora, questo rancore si ? manifestato pi? platealmente.
Che cosa ci vede dentro?
Un disprezzo dell?impresa, una diffidenza nei confronti dell?industria, una rivincita della statalizzazione contro il mercato. Sottilmente, il liberismo viene ritenuto responsabile di quello che ? successo. Non ci sono prove che sia cos?. Per? lasciarlo intendere serve a proporre un ritorno al ruolo dello Stato, il cui luogo d?elezione naturale ? Roma.
La sanit? privata ha funzionato bene?
Gli ospedali privati, in Lombardia, si sono dati da fare, come si sono dati da fare tutti. La solidariet? con il pubblico ? scattata. Forse si pu? rimproverare un ritardo, ma non si pu? attaccare il privato in quanto privato, il modello lombardo in quanto lombardo. Dimenticando che ogni anno 165 mila persone vengono a curarsi qui da altre Regioni. In Italia, la sanit? di sette Regioni ? stata commissariata. Abbiamo visto malcostume, ruberie, cattive gestioni scaricate sulle spalle dei contribuenti. E ora il problema italiano sarebbe la sanit? lombarda?
? un attacco politico?
Il pregiudizio anti lombardo ? radicato in una parte della sinistra italiana. Politicamente, Milano ? percepita come la citt? di Craxi, di Berlusconi, di Bossi, ora di Salvini. ? qualcosa di estraneo, che la sinistra non ? mai riuscita ad afferrare fino in fondo. Anche Sala, che oggi ? sindaco della citt?, ? come se venisse da fuori, non facendo parte della tradizione Pd.
Basta a fondare un preconcetto?
C?? anche il fatto che la sinistra non ha mai parlato la lingua delle imprese piccole e grandi che costituiscono l?economia del Nord. Per?, anzich? interrogarsi sul perch?, cercando di rimediare, oggi imbocca la scorciatoia della diffidenza. Ma non si pu? risollevare il Paese coltivando un sentimento anti industriale, sospettando chi intraprende e produce. La Lombardia vale il 22% del Pil italiano. Ha 54 miliardi di residuo fiscale, pur contando il 16% della popolazione nazionale. Come si fa a non capire che senza Milano e la Lombardia l?Italia non si metter? mai in piedi?
Cosa propone?
Una tregua. Sospendiamo le polemiche. Rimettiamo insieme il Paese. Cerchiamo di comprendere cosa ? successo, non per colpire l?uno o l?altro, ma per riparare gli errori e farci trovare pronti in autunno, se ce ne sar? bisogno. Nel frattempo, la giustizia far? il suo dovere.
Quante probabilit? ci sono che accada?
Non le so calcolare. Quel che so ? e che mi addolora ? ? che ci stiamo lasciando andare alle piccinerie. Alla volgarit? di frasi come ?Milano da bare?. Alla grettezza regionalistica. Tanti piccoli noi contro voi. Ma veramente vogliamo tornare ai pregiudizi? Al milanese bauscia, al ligure tirchio, al calabrese scansafatiche? C?? davvero qualcuno che crede che si possa uscire dall?angolo cos??
notizia da: huffingtonpost.it
Il conto si paga con la vergogna: ?Ancora oggi mi sento un po? appestato. Non esco da Milano. Rimango a casa il pi? possibile. Ascolto racconti di amici che sono andati fuori dalla Lombardia e sono stati accolti da battutine, insinuazioni, cattiverie. Alcuni hanno dovuto subire anche un cartellone che diceva: ?Torna a casa tua?. Sono cose che mettono a disagio e feriscono le persone. Uno spirito anti lombardo ? emerso nel Paese. Come se vedere colpita questa Regione, sempre definita un modello, anzich? suscitare vicinanza, desse un piacere che i tedeschi definiscono con una parola precisa: schadenfreude, gioia per le disgrazie altrui. Non ? pi? inaccettabile. Bisogna reagire. Dire basta?.
Nato a Milano nel 1953, Ferruccio De Bortoli ? giornalista, saggista, per due volte direttore del Corriere della Sera, di cui oggi ? uno dei principali editorialisti ? non aveva mai considerato l?ipotesi che il luogo di nascita riportato sulla sua carta d?identit? potesse diventare un marchio, se non d?infamia, almeno di diffidenza: ?Il razzismo al contrario, cio? l?idea che ora i cittadini italiani discriminati siano quelli del Nord, mentre prima erano quelli del Sud, ? un concetto che trovo esagerato. Io credo che si tratti pi? precisamente di un pregiudizio radicato, che ha moventi sociali, politici, economici. Come spesso accade con i pregiudizi, essi sono degli strumenti straordinari per costruire alibi. Ti consentono di non guardare dentro casa tua. Ti levano la fatica di misurare i risultati che hai raggiunto, confrontandoli con quelli altrui. La Lombardia e Milano rappresentano l?Italia che ce la fa nel mondo. Il Paese che riesce a competere nella globalizzazione. Puntare il dito contro di esse, alleggerisce la coscienza di chi non ? riuscito a fare altrettanto. Gli consente di non guardarsi allo specchio, scaricando tutta la responsabilit? altrove?.
La Lombardia non ha sbagliato niente?
Anche la Lombardia ha commesso degli errori. Soprattutto, di comunicazione. La Giunta farebbe bene a riconoscerli e spiegare perch? li ha commessi. Io per? ? da lombardo ? mi faccio anche un?altra domanda. Mi chiedo: ?Perch? siamo diventati antipatici??
Ha una risposta?
Credo che, a volte, siamo stati troppo orgogliosi dei nostri primati, esaltando le nostre virt? fino a sfiorare l?arroganza. Forse, abbiamo avuto anche un atteggiamento semi-colonialista, proiettando un?immagine di noi stessi che chiedeva un adeguamento ai nostri numeri. Senz?altro, abbiamo sbagliato qualcosa anche noi.
Per??
Per? la Lombardia ? stata investita dal contagio con una violenza inusitata. Si ? trovata di fronte un nemico che nessuno conosceva e, all?inizio, tutti abbiamo sottovalutato, incluso io. La giustizia deve andare sino in fondo, perch? i familiari delle vittime e il Paese devono conoscere la verit?. Non si pu? per? accettare la criminalizzazione preventiva che ? stata fatta. Stiamo parlando di una terra che ? stata martoriata, con decine di migliaia di morti. Dobbiamo avere rispetto. Un conto ? capire cosa non ha funzionato. Un altro conto ? alimentare processi sommari. Che sono inaccettabili.
Da dove ? venuta fuori questa pulsione?
Le posizioni sbrigative e sprezzanti contro Milano e la Lombardia nascondono un?invidia sociale nei confronti di chi ? stato sempre ritenuto migliore. Sta succedendo in Italia qualcosa di simile a quello che accade in Spagna con la Catalogna ed ? successo in Gran Bretagna con Londra, ed ? all?origine della Brexit: si detesta chi ? pi? ricco, chi ? riuscito a cavarsela nel mondo, chi ha espresso al meglio le proprie capacit?.
Perch? non scatta, invece, l?emulazione?
Perch? bisognerebbe partire dal riconoscere le proprie mancanze, dandosi come obiettivo quello di colmarle. L?Italia, invece, ? un Paese di continui e incessanti dualismi. Quello tra Nord e Sud ? uno dei pi? longevi. Negli ultimi anni, il dislivello si ? tradotto in un risentimento del Sud verso il Nord. Infatti, gi? prima della pandemia, il ministro Provenzano aveva detto che Milano non restituisce nulla. Ora, questo rancore si ? manifestato pi? platealmente.
Che cosa ci vede dentro?
Un disprezzo dell?impresa, una diffidenza nei confronti dell?industria, una rivincita della statalizzazione contro il mercato. Sottilmente, il liberismo viene ritenuto responsabile di quello che ? successo. Non ci sono prove che sia cos?. Per? lasciarlo intendere serve a proporre un ritorno al ruolo dello Stato, il cui luogo d?elezione naturale ? Roma.
La sanit? privata ha funzionato bene?
Gli ospedali privati, in Lombardia, si sono dati da fare, come si sono dati da fare tutti. La solidariet? con il pubblico ? scattata. Forse si pu? rimproverare un ritardo, ma non si pu? attaccare il privato in quanto privato, il modello lombardo in quanto lombardo. Dimenticando che ogni anno 165 mila persone vengono a curarsi qui da altre Regioni. In Italia, la sanit? di sette Regioni ? stata commissariata. Abbiamo visto malcostume, ruberie, cattive gestioni scaricate sulle spalle dei contribuenti. E ora il problema italiano sarebbe la sanit? lombarda?
? un attacco politico?
Il pregiudizio anti lombardo ? radicato in una parte della sinistra italiana. Politicamente, Milano ? percepita come la citt? di Craxi, di Berlusconi, di Bossi, ora di Salvini. ? qualcosa di estraneo, che la sinistra non ? mai riuscita ad afferrare fino in fondo. Anche Sala, che oggi ? sindaco della citt?, ? come se venisse da fuori, non facendo parte della tradizione Pd.
Basta a fondare un preconcetto?
C?? anche il fatto che la sinistra non ha mai parlato la lingua delle imprese piccole e grandi che costituiscono l?economia del Nord. Per?, anzich? interrogarsi sul perch?, cercando di rimediare, oggi imbocca la scorciatoia della diffidenza. Ma non si pu? risollevare il Paese coltivando un sentimento anti industriale, sospettando chi intraprende e produce. La Lombardia vale il 22% del Pil italiano. Ha 54 miliardi di residuo fiscale, pur contando il 16% della popolazione nazionale. Come si fa a non capire che senza Milano e la Lombardia l?Italia non si metter? mai in piedi?
Cosa propone?
Una tregua. Sospendiamo le polemiche. Rimettiamo insieme il Paese. Cerchiamo di comprendere cosa ? successo, non per colpire l?uno o l?altro, ma per riparare gli errori e farci trovare pronti in autunno, se ce ne sar? bisogno. Nel frattempo, la giustizia far? il suo dovere.
Quante probabilit? ci sono che accada?
Non le so calcolare. Quel che so ? e che mi addolora ? ? che ci stiamo lasciando andare alle piccinerie. Alla volgarit? di frasi come ?Milano da bare?. Alla grettezza regionalistica. Tanti piccoli noi contro voi. Ma veramente vogliamo tornare ai pregiudizi? Al milanese bauscia, al ligure tirchio, al calabrese scansafatiche? C?? davvero qualcuno che crede che si possa uscire dall?angolo cos??
notizia da: huffingtonpost.it
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