?Per ora ti ho mandato Kenya e Giamaica, due settimane. Pi? tardi avrai anche Capoverde?. L?agenzia di viaggi per single invia i preventivi. Queste tre mete, insieme a Santo Domingo, Cuba, Maghreb, Tanzania e Gambia sono in cima alla lista per le donne che preferiscono andare in vacanza da sole. O meglio, senza un uomo. Perch? partono per trovarlo a destinazione. Le stime parlano di 600mila donne occidentali (tra cui almeno 30mila italiane) che ogni anno cercano l?avventura con un tuareg, la guida di un safari, un beach boy che passeggia sulla spiaggia alla ricerca di una donna disposta a pagare, o un big bamboo, come viene chiamato in gergo il gigol? di colore inteso come oggetto sessuale.
I ?consigli? degli alberghi ? ?Nessuno chiama l?agenzia di viaggio per richiedere l?avventura sessuale?, spiega Daniela De Rosa, direttrice del webmagazine ?Per me sola?, dedicato alla cultura del viaggio al femminile. ?Ma alcune mete offrono le occasioni giuste. Non si ha la certezza dell?happy ending, ma nella proposta di un ?viaggio nel deserto? o ?notte al campo tendato? ? possibile finire a letto con una guida o un locale. Ci sono anche coppie di madre e figlia che partono insieme, donne adulte, trentenni. C?? scambio di soldi. E a volte i ?ragazzi? sperano di sposarti?.
E se le agenzie non entrano nel dettaglio del turismo sessuale, qualche indizio in pi? arriva dai gestori degli alberghi. ?Abbiamo strutture gestite da italiani, dove l?animazione include anche alcuni capoverdiani, molto simpatici?. E se si porta qualche estraneo in camera? ?Non c?? problema, ma deve prendere una doppia ? spiegano dall?Hotel Morabeza di Capoverde ? e attenzione a chi si lascia entrare. Non che qui sia mai successo, ma c?? sempre il rischio che non sia una persona fidata?. Pi? rassicuranti, invece all?Alfred?s Ocean Palace a Negril, Giamaica: ?Vieni qui in cerca di compagnia? Dipende tutto da te, se ne hai voglia trovi quel che vuoi?. Insomma, i ragazzi disponibili ci sono. E sono parecchi. ?Certo, ? un posto grande. ? facile conoscerli sulla spiaggia, al bar, per strada. Se vuoi qualche consiglio, poi, ci sono anche parecchie italiane?. Che, prosegue, si intrattengono spesso con le bellezze locali.
Numeri e stime ? Non esistono studi ufficiali, ma le stime rendono l?idea di un fenomeno tutt?altro che marginale. Il giornale online Escape Artist Travel magazine, a luglio 2007, ha parlato di 600 mila donne occidentali impegnate ogni anno in questo tipo di viaggi. Cifre riprese anche da Julie Bindel, giornalista cofondatrice di Justice for Women. Dal 3 al 5 per cento di viaggiatrici Nel 2006 il presidente di Telefono Blu Sos Pierre Orsoni aveva azzardato che le ?turiste? provenienti dall?Italia fossero tra le ?30 e le 50 mila all?anno?, supponendo che ?le donne rappresentino dal 3 al 5 per cento di quel milione di connazionali che pratica, abitualmente o meno, turismo sessuale?. Tutte cifre che non hanno trovato conferma in nessuno studio ufficiale. Per quanto riguarda la Giamaica, Michael Seyfert, regista e autore del film Rent a Rasta (letteralmente ?affitta un rasta?, che in gergo sottintende l?uso sessuale dell?uomo coi dreadlocks) ha calcolato che ogni anno oltre 80 mila donne over 40 volano l? alla ricerca del big bamboo. E, su Youtube e forum online, sono gli stessi gigol? a vantarsi del successo e della propria superiorit? rispetto alle prestazioni sessuali del maschio bianco. ?Once you go black you?ll never go back?, dicono.
?Romance tourist? ? Un uomo disponibile e giovane, unico oggetto del desiderio con infinite declinazioni linguistiche. Si chiama, ad esempio, kamakia in Grecia, shark (squalo) in Costa Rica, rent-a-dreads nei Caraibi, kuta cowboys a Bali. Oppure Marlboro men in Giordania, bumster in Gambia o jinetero a Cuba. Tuttavia, il fenomeno ? difficile da quantificare. Le donne, infatti, escludono di essere ?turiste sessuali?, anche se pagano per avere rapporti. ?Per loro non ? un meccanismo di prostituzione ? spiega Yasmin Abo Loha di Ecpat Italia, che si occupa dei diritti dei minori contro lo sfruttamento sessuale -. A differenza dell?uomo, che cerca una partner diversa ogni sera, la donna ? prettamente romantica e nel corso di una vacanza tende a frequentare un solo uomo?.
Preferiscono farsi chiamare romance tourists, viaggiatrici alla ricerca di una favola. Tradotto: una storia d?amore. A dimostrarlo ? stata la ricerca di Jacqueline Sanchez Taylor, Dollars are a Girls? Best Friend? Female Tourists? Sexual Behaviour in the Caribbean (agosto 2001, Sociology). Su 240 turiste intervistate sulle spiagge di Negril e a Boca Chica e Sosua in Repubblica Dominicana dalla sociologa dell?Universit? di Leicester, emergeva che un terzo di loro aveva avuto rapporti sessuali con uomini del posto durante la vacanza. Il 60 per cento di quelle 80 donne riconosceva che nella relazione influivano elementi di ?natura economica?. Nonostante questo, non si sentivano ?turiste sessuali?. E gli uomini che avevano pagato per fare sesso? Per loro non erano toy boy o gigol?. Solo il 3 per cento, infine, ammetteva che le relazioni erano state ?esclusivamente fisiche? e oltre il 50 per cento le definiva ?romantiche?.
Prestazioni e pagamenti ? ?Credo che negli ultimi anni il numero di donne che fa turismo sessuale sia cresciuto, grazie a voli e pacchetti low-cost in paesi economici?, spiega Sanchez Taylor. ?Le donne sono sorprese di trovare cos? tanti uomini a loro disposizione, ma raramente per loro pagarli rappresenta una forma di prostituzione?. Nel corso della sua ricerca, Sanchez aveva intervistato anche alcune donne italiane in Costa Rica, ?positivamente attratte dalla fisicit? dei neri?. Al contrario delle nordamericane che, invece, ritenevano l?uomo di colore un individuo da ?dominare?. Il primo contatto con il gigol? non avviene attraverso strutture organizzate, ma sulla spiaggia o per strada. ?Molte si convincono genuinamente di essere corteggiate. ?Gli piacciono i miei capelli, la mia pelle chiara?, dicono?.
E la ?forma? di pagamento ? diversa. ?Di solito non c?? la tariffa per una prestazione sessuale, come accade per la prostituzione femminile. A differenza dell?uomo che soddisfa un bisogno fisico, poi, la donna tende a rispondere a una necessit? di relazione. Quindi offre pasti, vestiti, drink, invia contante al beach boy al ritorno. Pu? arrivare anche a comprargli un appartamento. Magari lo invita per brevi periodi in Europa o in Nord America. Per il gigol? ? un modo per acquisire uno status, che lo fa emergere tra i suoi ?colleghi?. O l?unica via per emigrare in Paesi ricchi?. Difficilmente, per?, questi rapporti sfociano in relazioni di lungo periodo o matrimoni. ?Ma anche questo ? un dato impossibile da misurare?, puntualizza Sanchez. E non si pensi che siano solo donne di mezza et? a ritagliarsi qualche settimana all?anno per una vacanza. ?Ci sono donne di tutte le et?, dai 20 ai 60 anni e oltre. Vanno insieme madri e figlie, mogli che lasciano a casa i bambini, separate, divorziate, vedove. C?? chi cerca un?esperienza, chi vuole allontanarsi dall?impegno di una relazione o, al contrario, cerca un compagno. Chi ha pi? soldi va pi? spesso, specie le over 40. Ma l?et? non ? mai una barriera?.
da ilfattoquotidiano
I ?consigli? degli alberghi ? ?Nessuno chiama l?agenzia di viaggio per richiedere l?avventura sessuale?, spiega Daniela De Rosa, direttrice del webmagazine ?Per me sola?, dedicato alla cultura del viaggio al femminile. ?Ma alcune mete offrono le occasioni giuste. Non si ha la certezza dell?happy ending, ma nella proposta di un ?viaggio nel deserto? o ?notte al campo tendato? ? possibile finire a letto con una guida o un locale. Ci sono anche coppie di madre e figlia che partono insieme, donne adulte, trentenni. C?? scambio di soldi. E a volte i ?ragazzi? sperano di sposarti?.
E se le agenzie non entrano nel dettaglio del turismo sessuale, qualche indizio in pi? arriva dai gestori degli alberghi. ?Abbiamo strutture gestite da italiani, dove l?animazione include anche alcuni capoverdiani, molto simpatici?. E se si porta qualche estraneo in camera? ?Non c?? problema, ma deve prendere una doppia ? spiegano dall?Hotel Morabeza di Capoverde ? e attenzione a chi si lascia entrare. Non che qui sia mai successo, ma c?? sempre il rischio che non sia una persona fidata?. Pi? rassicuranti, invece all?Alfred?s Ocean Palace a Negril, Giamaica: ?Vieni qui in cerca di compagnia? Dipende tutto da te, se ne hai voglia trovi quel che vuoi?. Insomma, i ragazzi disponibili ci sono. E sono parecchi. ?Certo, ? un posto grande. ? facile conoscerli sulla spiaggia, al bar, per strada. Se vuoi qualche consiglio, poi, ci sono anche parecchie italiane?. Che, prosegue, si intrattengono spesso con le bellezze locali.
Numeri e stime ? Non esistono studi ufficiali, ma le stime rendono l?idea di un fenomeno tutt?altro che marginale. Il giornale online Escape Artist Travel magazine, a luglio 2007, ha parlato di 600 mila donne occidentali impegnate ogni anno in questo tipo di viaggi. Cifre riprese anche da Julie Bindel, giornalista cofondatrice di Justice for Women. Dal 3 al 5 per cento di viaggiatrici Nel 2006 il presidente di Telefono Blu Sos Pierre Orsoni aveva azzardato che le ?turiste? provenienti dall?Italia fossero tra le ?30 e le 50 mila all?anno?, supponendo che ?le donne rappresentino dal 3 al 5 per cento di quel milione di connazionali che pratica, abitualmente o meno, turismo sessuale?. Tutte cifre che non hanno trovato conferma in nessuno studio ufficiale. Per quanto riguarda la Giamaica, Michael Seyfert, regista e autore del film Rent a Rasta (letteralmente ?affitta un rasta?, che in gergo sottintende l?uso sessuale dell?uomo coi dreadlocks) ha calcolato che ogni anno oltre 80 mila donne over 40 volano l? alla ricerca del big bamboo. E, su Youtube e forum online, sono gli stessi gigol? a vantarsi del successo e della propria superiorit? rispetto alle prestazioni sessuali del maschio bianco. ?Once you go black you?ll never go back?, dicono.
?Romance tourist? ? Un uomo disponibile e giovane, unico oggetto del desiderio con infinite declinazioni linguistiche. Si chiama, ad esempio, kamakia in Grecia, shark (squalo) in Costa Rica, rent-a-dreads nei Caraibi, kuta cowboys a Bali. Oppure Marlboro men in Giordania, bumster in Gambia o jinetero a Cuba. Tuttavia, il fenomeno ? difficile da quantificare. Le donne, infatti, escludono di essere ?turiste sessuali?, anche se pagano per avere rapporti. ?Per loro non ? un meccanismo di prostituzione ? spiega Yasmin Abo Loha di Ecpat Italia, che si occupa dei diritti dei minori contro lo sfruttamento sessuale -. A differenza dell?uomo, che cerca una partner diversa ogni sera, la donna ? prettamente romantica e nel corso di una vacanza tende a frequentare un solo uomo?.
Preferiscono farsi chiamare romance tourists, viaggiatrici alla ricerca di una favola. Tradotto: una storia d?amore. A dimostrarlo ? stata la ricerca di Jacqueline Sanchez Taylor, Dollars are a Girls? Best Friend? Female Tourists? Sexual Behaviour in the Caribbean (agosto 2001, Sociology). Su 240 turiste intervistate sulle spiagge di Negril e a Boca Chica e Sosua in Repubblica Dominicana dalla sociologa dell?Universit? di Leicester, emergeva che un terzo di loro aveva avuto rapporti sessuali con uomini del posto durante la vacanza. Il 60 per cento di quelle 80 donne riconosceva che nella relazione influivano elementi di ?natura economica?. Nonostante questo, non si sentivano ?turiste sessuali?. E gli uomini che avevano pagato per fare sesso? Per loro non erano toy boy o gigol?. Solo il 3 per cento, infine, ammetteva che le relazioni erano state ?esclusivamente fisiche? e oltre il 50 per cento le definiva ?romantiche?.
Prestazioni e pagamenti ? ?Credo che negli ultimi anni il numero di donne che fa turismo sessuale sia cresciuto, grazie a voli e pacchetti low-cost in paesi economici?, spiega Sanchez Taylor. ?Le donne sono sorprese di trovare cos? tanti uomini a loro disposizione, ma raramente per loro pagarli rappresenta una forma di prostituzione?. Nel corso della sua ricerca, Sanchez aveva intervistato anche alcune donne italiane in Costa Rica, ?positivamente attratte dalla fisicit? dei neri?. Al contrario delle nordamericane che, invece, ritenevano l?uomo di colore un individuo da ?dominare?. Il primo contatto con il gigol? non avviene attraverso strutture organizzate, ma sulla spiaggia o per strada. ?Molte si convincono genuinamente di essere corteggiate. ?Gli piacciono i miei capelli, la mia pelle chiara?, dicono?.
E la ?forma? di pagamento ? diversa. ?Di solito non c?? la tariffa per una prestazione sessuale, come accade per la prostituzione femminile. A differenza dell?uomo che soddisfa un bisogno fisico, poi, la donna tende a rispondere a una necessit? di relazione. Quindi offre pasti, vestiti, drink, invia contante al beach boy al ritorno. Pu? arrivare anche a comprargli un appartamento. Magari lo invita per brevi periodi in Europa o in Nord America. Per il gigol? ? un modo per acquisire uno status, che lo fa emergere tra i suoi ?colleghi?. O l?unica via per emigrare in Paesi ricchi?. Difficilmente, per?, questi rapporti sfociano in relazioni di lungo periodo o matrimoni. ?Ma anche questo ? un dato impossibile da misurare?, puntualizza Sanchez. E non si pensi che siano solo donne di mezza et? a ritagliarsi qualche settimana all?anno per una vacanza. ?Ci sono donne di tutte le et?, dai 20 ai 60 anni e oltre. Vanno insieme madri e figlie, mogli che lasciano a casa i bambini, separate, divorziate, vedove. C?? chi cerca un?esperienza, chi vuole allontanarsi dall?impegno di una relazione o, al contrario, cerca un compagno. Chi ha pi? soldi va pi? spesso, specie le over 40. Ma l?et? non ? mai una barriera?.
da ilfattoquotidiano
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