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Ma DOPO IL CORONAVIRUS

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    #46
    Originally posted by ace View Post
    comunque poco fa pensavo che nella sfiga abbiamo avuto il kiulo esagerato che sta cosa. per essere una pandemia, ? tanto ma tanto annacquata...
    con la globalizzazione e le possibilit? di moversi a migliaia di km di distanza in poche ore abbiamo visto che in meno di un mese ha colpito tutto il mondo....
    per fortuna , pur essendo una cosa paurosa, non ? statisticamente parlando una cosa gravissima....
    fosse stata una malattia con tassi di mortalit? veramente elevati, nel giro di qualche mese ci saremmo giocati una sacco di gente e soprattutto il panico sarebbe dilagato incontrollato.
    Esatto pensa se la mortalit? fosse stata altissima. Disastro totale. Io inizio anche a pensare che qualche terrorista un pensierino ce lo stia facendo a buttare un arma batteriologica cazzo

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      #47
      faremo fuori tutti i buonisti casa per casa uscio per uscio..pietra per pietra

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        #48
        Non torneremo pi? alla normalit?. Ecco come sar? la vita dopo la pandemia




        Per fermare il coronavirus dovremo cambiare radicalmente quasi tutto quello che facciamo: come lavoriamo, facciamo esercizio fisico, socializziamo, facciamo shopping, gestiamo la nostra salute, educhiamo i nostri figli, ci prendiamo cura dei nostri familiari?. Cos? comincia un?analisi di Gordon Lichfield, direttore di MIT Technology Review (il magazine della prestigiosa universit? americana) dedicato ai cambiamenti nella vita personale e nel mondo del business che la pandemia finir? per cristallizzare anche dopo che sar? attenuata. ?La maggior parte di noi probabilmente non ha ancora capito, e lo far? presto, che le cose non torneranno alla normalit? dopo qualche settimana, o addirittura dopo qualche mese. Alcune cose non torneranno mai pi??.

        Lichfield parte dalla constatazione, a cui si ? arreso anche il governo inglese, che ogni Paese abbia bisogno di fare come l?Italia, cio? appiattire la curva dei contagi: imporre un distanziamento sociale per rallentare la diffusione del virus per evitare il collasso del sistema sanitario. Ci? implica che la pandemia deve durare, attenuata, fino a quando non ci sar? un numero sufficiente di persone che hanno avuto il Covid-19 in modo da lasciare la maggior parte degli altri immuni (supponendo che l'immunit? duri per anni, cosa che non sappiamo) o che nel frattempo non si trovi un vaccino.

        Quanto tempo ci vorrebbe e quanto devono essere draconiane queste restrizioni sociali? Trump ha detto che "con diverse settimane di azione mirata, possiamo svoltare l'angolo e capovolgere la situazione in fretta". In Cina, sei settimane di isolamento cominciano ad alleggerire la situazione, ora che i nuovi casi sono caduti in prescrizione.

        Ma non finir? qui. Finch? qualcuno nel mondo avr? il virus, le epidemie continueranno a ripetersi, senza controlli rigorosi per contenerle. In un rapporto di marted? 17, i ricercatori dell'Imperial College di Londra hanno proposto un metodo di controllo: imporre misure di distanziamento sociale pi? estreme ogni volta che i ricoveri nei reparti di terapia intensiva (ICU) iniziano ad aumentare, e rilassarli ogni volta che i ricoveri diminuiscono.

        Come si misura la "distanza sociale"? I ricercatori la definiscono cos?: "Tutte le famiglie riducono del 75% i contatti al di fuori della famiglia, della scuola o del posto di lavoro". Significa che ognuno fa tutto il possibile per ridurre al minimo i contatti sociali e, nel complesso, il numero di contatti diminuisce del 75%.

        Secondo questo modello, concludono i ricercatori, il distanziamento sociale e la chiusura delle scuole dovrebbero essere in vigore per circa due terzi del tempo, attivo due mesi e un mese in pausa, fino a quando non sar? disponibile un vaccino, il che richieder? almeno 18 mesi (se funziona).

        Diciotto mesi !? Sicuramente ci devono essere altre soluzioni. Perch? non costruire pi? unit? di terapia intensiva e trattare pi? persone contemporaneamente, per esempio?

        Beh, nella simulazione dei ricercatori, non risolve il problema. Senza il distanziamento sociale dell'intera popolazione, anche la migliore strategia di mitigazione (che significa isolamento o quarantena dei malati, dei vecchi e di coloro che sono stati esposti, pi? la chiusura delle scuole) porterebbe comunque a un'ondata di malati gravi otto volte superiore a quella che il sistema statunitense o britannico possono affrontare (nel grafico 2 ? la curva blu pi? bassa; la linea rossa piatta ? il numero attuale di posti letto in terapia intensiva). Anche se si impostassero fabbriche per sfornare letti e ventilatori e tutte le altre strutture e forniture, si avrebbe comunque bisogno di molti pi? infermieri e medici per prendersi cura di tutti.

        Si potrebbe allora imporre restrizioni per un solo lungo periodo di cinque mesi? Non va bene neanche cos?: una volta eliminate le misure di distanziamento, la pandemia scoppierebbe di nuovo, solo che questa volta sarebbe in inverno, il momento peggiore per sistemi sanitari gi? troppo tesi.

        E se si decidesse di essere brutali, fissando una soglia molto pi? alta del numero di ricoveri in terapia intensiva oltre la quale innescare il distanziamento sociale, accettando quindi che molti pi? pazienti muoiano? A quanto pare non fa molta differenza. Anche negli scenari meno restrittivi dell'Imperial College, saremmo nel sacco in pi? della met? del tempo.


        Quindi, sostiene Lichfield, non si sta parlando di un'interruzione temporanea. ? l'inizio di uno stile di vita completamente diverso.
        Vivere in uno stato di pandemia

        Secondo Technology Review, a breve termine ci? sar? estremamente dannoso per le imprese che contano su un gran numero di persone che si riuniscono in massa: ristoranti, caff?, bar, discoteche, palestre, hotel, teatri, cinema, gallerie d'arte, centri commerciali, fiere dell'artigianato, musei, musicisti e altri artisti, luoghi sportivi (e squadre sportive), sedi di congressi (e produttori di congressi), compagnie di crociera, compagnie aeree, trasporti pubblici, scuole private, centri diurni.

        Per non parlare dello stress dei genitori spinti a far studiare a casa i loro figli, delle persone che cercano di prendersi cura di parenti anziani senza esporli al virus, delle persone intrappolate in relazioni extramatrimoniali, e di chiunque non abbia un ammortizzatore finanziario per affrontare le oscillazioni del reddito.

        Ci sar? comunque una stagione di adattamento: le palestre cominceranno a vendere attrezzature per esercizio a casa e fare sessioni online, vedremo un?esplosione di nuovi servizi di quella che si pu? gi? definire la Shut-in economy. Ci si pu? consolare con il fatto che le nuove abitudini diminuiranno l?impatto ambientale dei viaggi, favoriranno il ritorno a filiere produttive locali, a un maggior ricorso al camminare e alla bicicletta. Ma lo sconvolgimento di molte, molte imprese e mezzi di sussistenza sar? impossibile da gestire. Uno stile di vita da recluso non ? sostenibile per periodi cos? lunghi.

        Quindi come possiamo vivere in questo nuovo mondo? Una parte della risposta , spera Lichfield, sar? nel miglioramento dei sistemi sanitari, con la costituzione di unit? di risposta alle pandemie in grado di muoversi rapidamente per identificare e contenere le epidemie prima che comincino a diffondersi. Poi occorre sviluppare la capacit? di aumentare rapidamente la produzione di attrezzature mediche, kit di test e farmaci. Sar? troppo tardi per fermare la Covid-19, ma sar? d'aiuto per le future pandemie.

        A breve termine, probabilmente troveremo compromessi imbarazzanti che ci permetteranno di mantenere una certa parvenza di vita sociale. Forse le sale cinematografiche toglieranno met? dei loro posti, le riunioni si terranno in sale pi? grandi con sedie distanziate, e le palestre richiederanno di prenotare gli allenamenti in anticipo, in modo che non si affollino.

        In definitiva, verr? ripristinata la capacit? di socializzare in sicurezza, sviluppando modi pi? sofisticati per identificare chi sia a rischio di malattia e chi no, e discriminando legalmente chi lo ?.

        Si possono vedere i primi segnali nelle misure che alcuni paesi stanno prendendo. Israele utilizzer? i dati di localizzazione dei cellulari, con cui i suoi servizi segreti rintracciano i terroristi, per rintracciare le persone che sono state in contatto con i portatori noti del virus. Singapore effettua una ricerca esaustiva dei contatti e pubblica dati dettagliati su ogni caso conosciuto, tutti tranne l'identificazione delle persone per nome.

        Naturalmente nessuno sa esattamente come sar? questo nuovo futuro. Ma si pu? immaginare un mondo in cui, per salire su un volo, forse si dovr? essere iscritti a un servizio che tracci i vostri spostamenti attraverso il vostro telefono. La compagnia aerea non sarebbe in grado di vedere dove siete andati, ma riceverebbe un avviso se foste stati vicini a persone infette o a punti caldi della malattia. Ci sarebbero requisiti simili all'ingresso di grandi spazi, edifici governativi o snodi di trasporto pubblico. Scanner della temperatura installati ovunque, e il vostro posto di lavoro potrebbe richiedere l'uso di un monitor che misuri la vostra temperatura o altri segni vitali. Dove i locali notturni chiedono una prova dell'et?, in futuro potrebbero chiedere una prova di immunit?, una carta d'identit? o una sorta di verifica digitale tramite il vostro telefono, che dimostri che siete gi? guariti o che siete stati vaccinati contro gli ultimi ceppi del virus.

        Ci si adatter? anche a queste misure, cos? come ci si ? adattati ai sempre pi? severi controlli di sicurezza aeroportuale in seguito agli attacchi terroristici. La sorveglianza invasiva sar? considerata un piccolo prezzo da pagare per la libert? fondamentale di stare con altre persone.

        Come al solito, per?, il vero costo sar? sostenuto dai pi? poveri e dai pi? deboli. Le persone che hanno meno accesso all'assistenza sanitaria, o che vivono in zone pi? esposte alle malattie, saranno ora pi? frequentemente escluse dai luoghi e dalle opportunit? aperte a tutti gli altri. I gig-worker, quelli che fanno lavoretti e sono molto in giro, come autisti, idraulici, istruttori di yoga freelance, vedranno il loro lavoro diventare ancora pi? precario. Gli immigrati, i rifugiati, i clandestini e gli ex detenuti dovranno affrontare l'ennesimo ostacolo all'ingresso nella societ?, prevede Lichfield.

        Inoltre, a meno che non ci siano regole severe su come viene valutato il rischio che possiate ammalarvi, i governi o le aziende potrebbero scegliere qualsiasi criterio: per esempio, siete ad alto rischio se guadagnate meno di 50.000 dollari all'anno, vivete in una famiglia con pi? di sei persone e in alcune precise parti del Paese. Ci? provocherebbe un margine per la distorsione algoritmica e la implicita discriminazione, come ? successo l'anno scorso con un algoritmo utilizzato dalle compagnie di assicurazione sanitaria degli Stati Uniti, che finiva per favorire inavvertitamente i bianchi.

        Il mondo ? cambiato molte volte, e sta cambiando di nuovo. Tutti noi dovremo adattarci a un nuovo modo di vivere, di lavorare e di creare relazioni. Ma come per tutti i cambiamenti, ci saranno alcuni che ci perderanno pi? degli altri, e saranno quelli che hanno gi? perso troppo. Il meglio che possiamo sperare, conclude l?analisi di Lichfield, ? che la profondit? di questa crisi costringa finalmente i Paesi e gli Stati Uniti in particolare, a porre rimedio alle palesi ingiustizie sociali che rendono cos? intensamente vulnerabili ampie fasce della loro popolazione.

        notizia da: Milanofinanza.it

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          #49
          Ah ecco.... sempre peggio.. cio?.... la realt?...

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            #50
            Le pestilenze ci sono sempre state e questa non sar? l'ultima, vivere come timorati di Dio dico no!

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              #51
              Originally posted by Betcar View Post
              Le pestilenze ci sono sempre state e questa non sar? l'ultima, vivere come timorati di *** dico no!
              Diciamo che ora avremmo tanti strumenti per combatterle.. ma l'ignoranza della gente batte tutto e tutti..

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                #52
                Sorry erroneamente pensavo fosse la curva degli infettati e invece ? quella dei deceduti

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                  #53
                  Originally posted by mito22 View Post

                  Diciamo che ora avremmo tanti strumenti per combatterle.. ma l'ignoranza della gente batte tutto e tutti..
                  Vero.. quoto in toto

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                    #54
                    se finissero i buonisti sarebbe un impulso fantastico alla ripartenza a tutta velocit?

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