"Sono ancora in parete, sulla Ovest delle Tre Cime di Lavaredo. I due alpinisti hanno rifiutato il recupero, ma adesso ? arrivata anche la pioggia". Iniziava cos? il post del Soccorso alpino del Veneto per raccontare una situazione surreale: una coppia di spagnoli attaccata da tre giorni a una parete che aveva rifiutato i soccorsi nonostante, per due volte, si fossero alzati in volo gli elicotteri per offrire un aiuto. Ma dopo l'eroismo da impresa i due hanno ceduto e sono stati recuperati dagli uomini del soccorso alpino.
Entrambi alpinisti: 45 anni lui, 36 lei, di Barcellona, dopo una notte all'addiaccio a met? della Via Cassin avevano rifiutato il recupero con l?elicottero, giunto sul posto, convinti di poter proseguire autonomamente la scalata. "Dalle foto ricevute - si legge nel post del Soccorso Alpino - i soccorritori avevano capito che i rocciatori si trovavano dalla parte opposta rispetto alla normale. Dopo aver spedito loro due relazioni, spiegando dove si trovavano esattamente e cosa avrebbero dovuto fare, li hanno invitati ad attendere le prime luci e ripartire all'alba, per non mettersi in condizioni di rischio dato che avevano gi? passato una notte in parete".
?Ma qualcosa non deve essere andato per il verso giusto. La madre dell'uomo, che attendeva la coppia al rifugio Auronzo, non vedendoli ritornare ha avuto un malore a causa dell?agitazione e ha chiesto un secondo intervento del Soccorso alpino. E cos?, nonostante le cattive condizioni meteo, i soccorsi sono ripartiti. "Un'eliambulanza di Treviso - si legge ancora - ha imbarcato personale del Sagf per indirizzare l'equipaggio sulla via. Appena individuati, anche questa volta, pur essendo poco distanti da dove si trovavano ieri sera e malgrado il tempo in peggioramento, gli scalatori hanno rifiutato di essere imbarcati e l'elicottero ? rientrato". L'uomo non ha pi? risposto alle ulteriori sollecitazioni, "costringendo" i soccorritori a monitorare la cordata.
Qualcosa ? cambiato. Forse le pressioni della suocera dal rifugio hanno fatto cambiare idea alla coppia. Per il recupero ? stato impiegato un elicottero "Aiut Alpin Dolomites" decollato da Ortisei.
I soccorsi - L'elicottero ? riuscito nella difficile manovra di avvicinamento alla parete della Cima ovest, a 2.750 metri di quota, dove i due erano bloccati. Sbarcato su una cengia, il tecnico di elisoccorso li ha raggiunti e fatti spostare in un punto pi? agevole per l'imbarco sull'eliambulanza, avvenuto subito dopo. Gli alpinisti stanno bene. Sono stati trasportati al Rifugio Auronzo. Agli operatori hanno spiegato di aver rifiutato i soccorsi perch? erano convinti di essere ormai arrivati in vetta. In realt? mancavano ancora un paio di tiri di corda, un'ottantina di metri, abbastanza impegnativi.
Si sono messi a rischio volontariamente: ora potrebbero pagare 7.500 euro - Ora i due scalatori rischiano di dover pagare una parcella molto salata che ammonta sui 7.500 euro anche per le uscite a vuoto dei soccorsi. Secondo le norme regionali infatti i costi dell'intervento in montagna, per chi ? rimasto illeso, e a maggior ragione per chi si ? messo volontariamente in una situazione a rischio, sono a carico dell'utente. La parcella, dato che l'elisoccorso vale 90 euro al minuto, pu? arrivare a un massimo di 7.500 euro.
Non c'? alcun costo (perch? a carico del servizio sanitario) se la persona soccorsa ? affetta da patologie, o resta ferita e viene portata in ospedale. Ma se l'alpinista ? finito nei guai volontariamente, e una volta soccorso non ha riportato un graffio, pu? dover sborsare di tasca propria il costo del salvataggio. Si va dai 200 euro del diritto di chiamata della squadra di soccorritori (altri 50 per ogni ora aggiuntiva), fino ai 90 euro per ogni minuto di elicottero. La fattura ? determinata nell'immediato, ma ? decisa dal medico dell'unit? sanitaria di riferimento per il 118 di quel territorio, una volta analizzate le relazioni sanitarie e quelle del Soccorso alpino.
Entrambi alpinisti: 45 anni lui, 36 lei, di Barcellona, dopo una notte all'addiaccio a met? della Via Cassin avevano rifiutato il recupero con l?elicottero, giunto sul posto, convinti di poter proseguire autonomamente la scalata. "Dalle foto ricevute - si legge nel post del Soccorso Alpino - i soccorritori avevano capito che i rocciatori si trovavano dalla parte opposta rispetto alla normale. Dopo aver spedito loro due relazioni, spiegando dove si trovavano esattamente e cosa avrebbero dovuto fare, li hanno invitati ad attendere le prime luci e ripartire all'alba, per non mettersi in condizioni di rischio dato che avevano gi? passato una notte in parete".
?Ma qualcosa non deve essere andato per il verso giusto. La madre dell'uomo, che attendeva la coppia al rifugio Auronzo, non vedendoli ritornare ha avuto un malore a causa dell?agitazione e ha chiesto un secondo intervento del Soccorso alpino. E cos?, nonostante le cattive condizioni meteo, i soccorsi sono ripartiti. "Un'eliambulanza di Treviso - si legge ancora - ha imbarcato personale del Sagf per indirizzare l'equipaggio sulla via. Appena individuati, anche questa volta, pur essendo poco distanti da dove si trovavano ieri sera e malgrado il tempo in peggioramento, gli scalatori hanno rifiutato di essere imbarcati e l'elicottero ? rientrato". L'uomo non ha pi? risposto alle ulteriori sollecitazioni, "costringendo" i soccorritori a monitorare la cordata.
Qualcosa ? cambiato. Forse le pressioni della suocera dal rifugio hanno fatto cambiare idea alla coppia. Per il recupero ? stato impiegato un elicottero "Aiut Alpin Dolomites" decollato da Ortisei.
I soccorsi - L'elicottero ? riuscito nella difficile manovra di avvicinamento alla parete della Cima ovest, a 2.750 metri di quota, dove i due erano bloccati. Sbarcato su una cengia, il tecnico di elisoccorso li ha raggiunti e fatti spostare in un punto pi? agevole per l'imbarco sull'eliambulanza, avvenuto subito dopo. Gli alpinisti stanno bene. Sono stati trasportati al Rifugio Auronzo. Agli operatori hanno spiegato di aver rifiutato i soccorsi perch? erano convinti di essere ormai arrivati in vetta. In realt? mancavano ancora un paio di tiri di corda, un'ottantina di metri, abbastanza impegnativi.
Si sono messi a rischio volontariamente: ora potrebbero pagare 7.500 euro - Ora i due scalatori rischiano di dover pagare una parcella molto salata che ammonta sui 7.500 euro anche per le uscite a vuoto dei soccorsi. Secondo le norme regionali infatti i costi dell'intervento in montagna, per chi ? rimasto illeso, e a maggior ragione per chi si ? messo volontariamente in una situazione a rischio, sono a carico dell'utente. La parcella, dato che l'elisoccorso vale 90 euro al minuto, pu? arrivare a un massimo di 7.500 euro.
Non c'? alcun costo (perch? a carico del servizio sanitario) se la persona soccorsa ? affetta da patologie, o resta ferita e viene portata in ospedale. Ma se l'alpinista ? finito nei guai volontariamente, e una volta soccorso non ha riportato un graffio, pu? dover sborsare di tasca propria il costo del salvataggio. Si va dai 200 euro del diritto di chiamata della squadra di soccorritori (altri 50 per ogni ora aggiuntiva), fino ai 90 euro per ogni minuto di elicottero. La fattura ? determinata nell'immediato, ma ? decisa dal medico dell'unit? sanitaria di riferimento per il 118 di quel territorio, una volta analizzate le relazioni sanitarie e quelle del Soccorso alpino.
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