Bari, condannato anche il convivente
Fece morire di stenti a 16 mesi, senza darle cibo n? acqua, la figlia Eleonora. Per questo una 24enne di Bari ? stata condannata assieme al suo convivente, un pregiudicato 44enne a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato. L'uomo ? stato invece assolto dall' accusa di sequestro di persona nei confronti della 24enne e dei suoi due primi figli che avrebbe spesso rinchiuso in casa per molte ore.
La sentenza ? stata emessa dal gup del Tribunale di Bari Marco Guida al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Il giudice ha accolto le richieste avanzate dal pm inquirente, Emanuele De Maria, che era partito dalla pena dell'ergastolo e, per effetto dello sconto di pena previsto dal rito abbreviato, aveva chiesto la condanna degli imputati a 30 anni. Il giudice ha assegnato un risarcimento simbolico dei danni, pari ad un euro, al padre legittimo della bimba morta, che si era costituito parte civile al processo chiedendo un pi? cospicuo risarcimento. I due imputati sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e sospesi dalla patria potest? durante la pena.
La vicenda
La piccola Eleonora mor? il 7 gennaio 2005 su un'ambulanza che la trasportava all'ospedale San Paolo di Bari. La mamma ventiquattrenne e il suo convivente, un pregiudicato di 44 anni, furono arrestati subito dopo i fatti e sono tutt'ora in carcere. Nell'interrogatorio non tentarono neppure di giustificarsi con una bugia come il fatto di non avere denaro a sufficienza per sfamare la loro piccola.
Le indagini svelarono subito lo stato di assoluta trascuratezza in cui veniva tenuta la bambina, odiata, perch? nata da una relazione occasionale che la mamma aveva avuto quando si prostituiva in Emilia Romagna, con il consenso del marito, che riconobbe la piccola poco tempo prima di separarsi dalla moglie. Quando era seduta nel passeggino Eleonora veniva legata e costretta a guardare il muro. E quando piangeva diveniva bersaglio del lancio di oggetti da parte della madre e del convivente. Nel garage trasformato in abitazione, sotto i portici di case popolari del degradato rione Enziteto di Bari, la piccola viveva con altri tre fratellini: due di quattro e due anni avuti dalla donna dall'ex marito, e una bambina di pochi mesi avuta dal convivente. Ora i bambini sono affidati ad una struttura protetta.
Eleonora - secondo quanto ha accertato il pm - veniva alimentata pochissimo e quando ? morta era ridotta ad uno scheletro: pesava 5 chili e 700 grammi, quanto un bambino di quattro mesi. Era lasciata in stato di abbandono e spesso veniva percossa. Durante l'autopsia i medici riscontrarono anche una doppia frattura ad un braccio mai curata. L' obiettivo della donna e dell' uomo che viveva con lei era - secondo l'accusa - era liberarsi della bambina, anche perch? i due erano certi che Eleonora fosse pervasa dal malocchio o posseduta dal demonio. La piccola veniva per questo lasciata sporca, al freddo, e sempre immobilizzata nel passeggino. Aveva piaghe da decubito, escoriazioni ed ecchimosi sul volto e sul corpo. E agli altri figli pi? grandi veniva consentito di tormentarla, trattandola come se fosse un pupazzo.
Una situazione di tale abbandono e miseria sociale che fece pronunciare al pm che ordin? l'arresto queste parole: Ho visto - disse il magistrato - un mucchietto di ossa. Quel cadaverino mi ha ricordato le fotografie dei bambini costretti a vivere nel campo di concentramento di Auschwitz".
Fece morire di stenti a 16 mesi, senza darle cibo n? acqua, la figlia Eleonora. Per questo una 24enne di Bari ? stata condannata assieme al suo convivente, un pregiudicato 44enne a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato. L'uomo ? stato invece assolto dall' accusa di sequestro di persona nei confronti della 24enne e dei suoi due primi figli che avrebbe spesso rinchiuso in casa per molte ore.
La sentenza ? stata emessa dal gup del Tribunale di Bari Marco Guida al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Il giudice ha accolto le richieste avanzate dal pm inquirente, Emanuele De Maria, che era partito dalla pena dell'ergastolo e, per effetto dello sconto di pena previsto dal rito abbreviato, aveva chiesto la condanna degli imputati a 30 anni. Il giudice ha assegnato un risarcimento simbolico dei danni, pari ad un euro, al padre legittimo della bimba morta, che si era costituito parte civile al processo chiedendo un pi? cospicuo risarcimento. I due imputati sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e sospesi dalla patria potest? durante la pena.
La vicenda
La piccola Eleonora mor? il 7 gennaio 2005 su un'ambulanza che la trasportava all'ospedale San Paolo di Bari. La mamma ventiquattrenne e il suo convivente, un pregiudicato di 44 anni, furono arrestati subito dopo i fatti e sono tutt'ora in carcere. Nell'interrogatorio non tentarono neppure di giustificarsi con una bugia come il fatto di non avere denaro a sufficienza per sfamare la loro piccola.
Le indagini svelarono subito lo stato di assoluta trascuratezza in cui veniva tenuta la bambina, odiata, perch? nata da una relazione occasionale che la mamma aveva avuto quando si prostituiva in Emilia Romagna, con il consenso del marito, che riconobbe la piccola poco tempo prima di separarsi dalla moglie. Quando era seduta nel passeggino Eleonora veniva legata e costretta a guardare il muro. E quando piangeva diveniva bersaglio del lancio di oggetti da parte della madre e del convivente. Nel garage trasformato in abitazione, sotto i portici di case popolari del degradato rione Enziteto di Bari, la piccola viveva con altri tre fratellini: due di quattro e due anni avuti dalla donna dall'ex marito, e una bambina di pochi mesi avuta dal convivente. Ora i bambini sono affidati ad una struttura protetta.
Eleonora - secondo quanto ha accertato il pm - veniva alimentata pochissimo e quando ? morta era ridotta ad uno scheletro: pesava 5 chili e 700 grammi, quanto un bambino di quattro mesi. Era lasciata in stato di abbandono e spesso veniva percossa. Durante l'autopsia i medici riscontrarono anche una doppia frattura ad un braccio mai curata. L' obiettivo della donna e dell' uomo che viveva con lei era - secondo l'accusa - era liberarsi della bambina, anche perch? i due erano certi che Eleonora fosse pervasa dal malocchio o posseduta dal demonio. La piccola veniva per questo lasciata sporca, al freddo, e sempre immobilizzata nel passeggino. Aveva piaghe da decubito, escoriazioni ed ecchimosi sul volto e sul corpo. E agli altri figli pi? grandi veniva consentito di tormentarla, trattandola come se fosse un pupazzo.
Una situazione di tale abbandono e miseria sociale che fece pronunciare al pm che ordin? l'arresto queste parole: Ho visto - disse il magistrato - un mucchietto di ossa. Quel cadaverino mi ha ricordato le fotografie dei bambini costretti a vivere nel campo di concentramento di Auschwitz".
Comment