Ocean Cleanup, un serpentone per ripulire gli oceani
settembre 11, 2018
Sfoglia gallery 6 immagini Il primo esemplare di Ocean Cleanup System ? stato installato nella Baia di San Francisco, per iniziare a raccogliere i rifiuti galleggianti
Sono trascorsi 5 anni da quando Boyan Slat, giovanissimo olandese con a cuore le sorti dei mari e dei suoi abitanti, ha presentato per la prima volta al mondo il progetto Ocean Cleanup: un sistema composto principalmente da un serpentone di gomma da ancorare al fondale, in grado di trattenere lungo il suo corso i rifiuti galleggianti, di plastica in primis, e di consentirne in questo modo una facile raccolta.
Un?idea tanto curiosa quanto di fatto semplice, capace di raccogliere proprio in virt? di questa semplicit? decine di milioni di finanziamenti da tutto il mondo. E di trasformarsi in realt? con due anni di anticipo sulla originale tabella di marcia.
Nonostante l?inizio delle operazioni fosse stato inizialmente previsto per il 2020, infatti, il grande successo dell?iniziativa ha portato all?inaugurazione nel fine settimana del primo Ocean Cleanup System in California (di cui trovate il video qui sotto): si tratta, per la precisione, di una struttura senza equipaggio lunga 609 metri, dotata di luci a energia solare, sistemi anticollisione, videocamere, sensori e antenne in grado di comunicare alle imbarcazioni la presenza del tutto.
Installata nella acque della Baia di San Francisco, operer? qui per le prime due settimane durante i test preliminari, per poi essere portata a 1200 miglia nautiche dalla costa con l?obiettivo di catturare almeno una parte della Great Pacific Garbage Patch, la chiazza di spazzatura galleggiante tra Hawaii e California che attualmente include circa 87 mila tonnellate di plastica.
Il vento e le onde dovrebbero dunque spingere i detriti verso la barriera, che disponendosi in mare come una gigantesca U sar? in grado di bloccarne il passaggio. Una squadra di operatori controller? poi il sistema, andando a ripulire periodicamente questa sorta di diga di superficie dai rifiuti raccolti. I test delle prossime settimane riusciranno a fornire un feedback prezioso sull?intero progetto, aiutando a valutarne anche un eventuale impatto sulla fauna marina. L?obiettivo dichiarato di Ocean Cleanup, in ogni caso, ? quello di arrivare alla produzione di una sessantina di barriere, da installare nel corso dei prossimi anni nelle acque pi? inquinate del pianeta.
settembre 11, 2018
Sfoglia gallery 6 immagini Il primo esemplare di Ocean Cleanup System ? stato installato nella Baia di San Francisco, per iniziare a raccogliere i rifiuti galleggianti
Sono trascorsi 5 anni da quando Boyan Slat, giovanissimo olandese con a cuore le sorti dei mari e dei suoi abitanti, ha presentato per la prima volta al mondo il progetto Ocean Cleanup: un sistema composto principalmente da un serpentone di gomma da ancorare al fondale, in grado di trattenere lungo il suo corso i rifiuti galleggianti, di plastica in primis, e di consentirne in questo modo una facile raccolta.
Un?idea tanto curiosa quanto di fatto semplice, capace di raccogliere proprio in virt? di questa semplicit? decine di milioni di finanziamenti da tutto il mondo. E di trasformarsi in realt? con due anni di anticipo sulla originale tabella di marcia.
Nonostante l?inizio delle operazioni fosse stato inizialmente previsto per il 2020, infatti, il grande successo dell?iniziativa ha portato all?inaugurazione nel fine settimana del primo Ocean Cleanup System in California (di cui trovate il video qui sotto): si tratta, per la precisione, di una struttura senza equipaggio lunga 609 metri, dotata di luci a energia solare, sistemi anticollisione, videocamere, sensori e antenne in grado di comunicare alle imbarcazioni la presenza del tutto.
Installata nella acque della Baia di San Francisco, operer? qui per le prime due settimane durante i test preliminari, per poi essere portata a 1200 miglia nautiche dalla costa con l?obiettivo di catturare almeno una parte della Great Pacific Garbage Patch, la chiazza di spazzatura galleggiante tra Hawaii e California che attualmente include circa 87 mila tonnellate di plastica.
Il vento e le onde dovrebbero dunque spingere i detriti verso la barriera, che disponendosi in mare come una gigantesca U sar? in grado di bloccarne il passaggio. Una squadra di operatori controller? poi il sistema, andando a ripulire periodicamente questa sorta di diga di superficie dai rifiuti raccolti. I test delle prossime settimane riusciranno a fornire un feedback prezioso sull?intero progetto, aiutando a valutarne anche un eventuale impatto sulla fauna marina. L?obiettivo dichiarato di Ocean Cleanup, in ogni caso, ? quello di arrivare alla produzione di una sessantina di barriere, da installare nel corso dei prossimi anni nelle acque pi? inquinate del pianeta.
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