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Ebbene s?, dopo la ?figuraccia? di Adria 
dove la mia moto non ha voluto saperne di partire dopo che sul banco aveva girato come un orologio, ecco la prova che la giustizia esiste, opera ed ha un nome: Autodromo Internazionale del Mugello.
S?, perch? uno arriva anche ad avere qualche dubbio su se stesso, domande del tipo ?ma sar? davvero un pirla??
cominciano ad investire anche la sfera tecnica oltre che ad essere una ben nota realt? dell?ordinaria amministrazione della mia vita.
E invece la felicit? ha un prezzo: basta cacciare 120 euro (sticazzi!
) e comperare un rubinetto della benzina nuovo, comprensivo di depressore, ed ecco che la vita si tinge di rosa, il sole risplende e gli uccellini cantano. E su tutto i cavalli (per quanto vecchietti e bolsi) nitriscono, che ? la cosa pi? importante.
Sta di fatto che qualche settimana fa ho avuto una di quelle proposte che ti lasciano poco tempo per pensarci: Luned? 10 al Mugello, si gira di mattina, c?ho il gancio con Rossocorsa, facciamo saltar fuori un posto anche per te, prendere o lasciare, rispondi in fretta.
Come un bradipo in piena stagione degli amori accetto, ramazzo il mio amico nonch? collega e la sua moto, armiamo il carrello, mettiamo un mattone forato sul pedale dell?acceleratore della Bravo e via verso la Toscana.
Per un disguido con quelli dell?hotel dove abbiamo dormito arriviamo un po? in ritardo, gli altri girano gi? e parte qualche parola che non ripeto.
?scendiamo? le moto dal carrello in fretta e in furia stranamente senza fare danni.
il mio compagno di merenda ? con la sua R1 del 1998: ? decisamente meglio messa di Suzukone, vuoi per l?et?, vuoi perch? la R1 ? un salto generazionale avanti rispetto al 1100 SACS, vuoi perch? comunque la sua ? preparata decisamente meglio e con ben altre aspettative. La sua parte al primo colpo, si spegner? poco dopo perch? nella foga della fretta ha chiuso un rubinetto della benzina che era gi? aperto pensando di aprirlo e credendolo chiuso (chiaro no?)
.
L'avviamento della moto (la mia) ? un momento cruciale: potrebbe non partire affatto come ad Adria, potrebbe partire male, potrebbe partire e poi spegnersi? E se andasse male anche col rubinetto nuovo? La brucio.
Mi faccio coraggio e spingo sul bottoncino, la moto spetazza tossicchia e parte a tre, ma si sente che gira quasi bene? spetazza ancora un po?, ?pim pum pam? e arriva anche il quarto cilindro!!!
Il tempo di scaldarla e il vecchio SACS gira come un orologio, i primi timori sono fugati e confido in bene. Anche il tempo, coperto, sembra tenere? Mi vesto ed entro.
Corsia dei box lunga per agevolare l?ingresso, certi missili terra a terra che volano verso la S.Donato, io a parte tutto non sono novello di come si deve andare in pista, ma il Mugello chi l?ha mai visto? Seconda iniezione di coraggio, seconda marcia (su 5, sempre bene ricordarlo che la vecchietta ne ha solo 5), aspetto un momento di calma e via che entro.
Le variabili sono praticamente infinite, e oltre alle citate incognite del motore nell?ordine abbiamo:
? Gomme slick nuove di pacca, da togliere la cera presto e bene senza finire in terra e soprattutto da sperare che il mio manometro economico abbia detto il giusto quando ho fatto la pressione.
? Freni: totale incognita. L?accoppiata dischi originali + Pinze Brembo + adattatori fatti in fresa ? tutta da sperimentare. Dovevo sperimentarla ad Adria ma ? andata diversamente. In ognicaso sono rassicurato: potrei andare dritto alla prima frenata. Per lo meno ho questa prospettiva.
? 1 paraolio della Kayaba mi ha detto ciao poco prima di caricare la moto sul carrello, con annesso piscettino di olio sullo stelo.
? Infine per la serie ?Setting delle sospensioni: questo sconosciuto? mi appresto a girare al Mugello senza sapere come devo regolare la forcella con i nuovi freni. In compenso il mono dietro ? una certezza e so che va bene, quindi non ci guardo nemmeno. Scoprir? solo qualche giorno dopo che avevo ancora una tacca da tirare di precarico, e sa Il Signore quanto mi avrebbe fatto comodo.
Faccio un giro per scaldare il tutto e gi? al Correntaio si mette il ginocchio in terra.
Il motore spinge, spinge bene. Un po? pigro in basso: adesso che la carburazione ? fatta con un minimo di criterio e smagrita forse un filo troppo, ai bassi ? sensibilmente pi? pigro.
Non appena si passano i 7.000 giri il vecchio SACS tira una lecca non indifferente? ma i milloni mi passano sul dritto, sul rovescio (ed anche in curva, ma l? ? il pilota che manca?)
Anche i 600 messi gi? da trofeo non li vedo: i quasi 100 kg che ci separano (equamente ripartiti tra moto e pilota) mettono una seria ipoteca sulle prestazioni, come dire? una zavorra non da poco.
Scoprir? ben presto che quei missili neri che mi sverniciano sono Alessio Polita e il suo collega (e se non erano loro perdonatemi, ma le moto di sicuro erano del Team Celani). Poi mi passa sopra un tizio e di sfuggita leggo il nome: Prattichizzzzz qualche cosa . E tutti pi? o meno di quel tenore l?, insomma, gente che va piano insomma...
Sul lungo rettifilo del Mugello Suzukone detta la sua legge, una legge ad personam valida solo per me (e infatti mi infilano in tanti come un pollo, ma chissenefrega? Io mi sto divertendo).
A met? della Bucine metto la terza (su cinque, scusate se insisto), calo la manona sul gas pesante come un fabbro analfabeta e all?uscita entra bene in coppia: il SACS fa un urlo (solo quello) e poi si porta leggiadro sugli 11.000 giri pedendone meno di un migliaio ad ogni cambiata. Quinta sotto il traguardo, la distendo fino alla S. Donato.
Il Suzukone numero 90 (come la paura) fende l?aria, anzi con il suo CX da capodoglio l?aria la sperona.
Deve essere un bello spettacolo vedere quella specie di cassapanca con le ruote che sul rettilineo del Mugello avanza come un ariete alla carica, e comunque con la sua dignit?: arrivo sempre alla S.Donato in quinta pienissima, ben oltre i 10.000 giri sugli 11.500 utili, praticamente a cannone e miracolo!!! I freni frenano.
Cio?, voi non avete idea di che incubo era fare una staccata con le pinze Toskifo a 6 pistoncini che c?erano su prima.
Roba da incominciare 400 metri prima della curva. Adesso mi attacco ai freni ai 150 (s?????, lo so che voi staccate al cartello dei 25 metri!) e tutto va bene per tutta la durata della giornata. Peccato che le sospensioni non siano del medesimo avviso, dovr? resettarle da capo ed adattarle alla nuova frenata.
Le pinze Brembo hanno trasformato in un punto di forza quello che era la pi? grossa debolezza di questa moto ed anche la pompa PT (che voi mi insegnate essere non troppo famosa per le sue prestazioni) funziona benone.
La moto frena, frena di brutto, e comunque qualche bella cosa la faccio alla S.Donato, dove pi? volte in frenata passo delle moto ben meglio messe della mia. E questo mi rende felice. Il mio amico intanto colleziona un paio di innocui dritti con la sua R1. Va pi? svelto di me (e ci mancherebbe) ma i suoi freni GIAPPONESI DEL CAVOLO non frenano un accidente manco coi tubi in treccia.
Lui fino a luned? pensava che il mio affetto per i freni bergamaschi fosse solo campanilismo. Marted? era gi? attaccato al telefono a cercare pure lui due pinze Brembo usate. Litiga ancora un po? con gomme e sospensioni ma tutto sommato si diverte. Ogni tanto lo vedo passare, ogni tanto lo passo io, pi? spesso mi passa lui.
Giro la mia mattinata senza pretese e con grande divertimento: in curva la moto allarga parecchio e dovrei trovare un mono posteriore pi? lungo per alzare un po? quel sedere old style cos? basso, il vecchio leone SACS fa quello che pu? ma diverte, spinge e non si arrende mai, la velocit? di punta deve essere anche elevata (se i giri non sono fallati e i conti fatti al banco ingannano, arrivare ai 10.500 alla S.Donato vuol dire un bel 260 km/h suppergi?) e chiudo verso la una quando a 10 minuti dalla chiusura della giornata mi finisce la benzina.
A ridimensionare il tutto (con simpatia) ci pensa il fotografo presente in pista quando gli vado a chiedere di farmi vedere le foto. E chi dice che lui le foto non le guarda dice balle?
Il tizio (bolognese) quando capisce qual ? la mia moto esordisce:
?mo tu sei quello che zirava su un catafalco e fazevi le sintille!? (in effetti c?avevo le saponette tamarre, quelle col titanio dentro, per essere ignorante fino in fondo)
?mo ti ho fatto un s?cco di fotografie, che tu andavi bene! A me pi?ze fare le foto a quelli che vengono coi catafalchi e zirano bene, magari non vanno forte ma vengono delle belle foto??
Insomma, la voce dell?innocenza ha parlato. La mia moto, come sospettavo, ? un catafalco.
Che dire? Grande contentezza, grande soddisfazione perch?, scherzi a parte, finalmente ho potuto vedere che quello che abbiamo fatto durante l?inverno ? stato un buon lavoro, che il tempo che abbiamo impiegato ? valso a qualcosa e che l?esperienza fatta ha dato un buon risultato. Lasciando stare i tempi (maco avevo il cronometro
), ho vinto la mia personale sfida di ?resuscitare? una moto pronta per il ragno. Ora con tutti i suoi limiti ? un mezzo che gira, gira bene e che mi diverte e posto che io vado in pista solo per quello?
Molte viti perse in pista, grande fatica e il solito mal di testa. Un prezzo che pago sempre volentieri quando porto a casa una giornata cos?.
Al pi? presto seguiranno un paio di foto? quando il bolognese me le sped?sse!
dove la mia moto non ha voluto saperne di partire dopo che sul banco aveva girato come un orologio, ecco la prova che la giustizia esiste, opera ed ha un nome: Autodromo Internazionale del Mugello.S?, perch? uno arriva anche ad avere qualche dubbio su se stesso, domande del tipo ?ma sar? davvero un pirla??
cominciano ad investire anche la sfera tecnica oltre che ad essere una ben nota realt? dell?ordinaria amministrazione della mia vita.E invece la felicit? ha un prezzo: basta cacciare 120 euro (sticazzi!
) e comperare un rubinetto della benzina nuovo, comprensivo di depressore, ed ecco che la vita si tinge di rosa, il sole risplende e gli uccellini cantano. E su tutto i cavalli (per quanto vecchietti e bolsi) nitriscono, che ? la cosa pi? importante.Sta di fatto che qualche settimana fa ho avuto una di quelle proposte che ti lasciano poco tempo per pensarci: Luned? 10 al Mugello, si gira di mattina, c?ho il gancio con Rossocorsa, facciamo saltar fuori un posto anche per te, prendere o lasciare, rispondi in fretta.
Come un bradipo in piena stagione degli amori accetto, ramazzo il mio amico nonch? collega e la sua moto, armiamo il carrello, mettiamo un mattone forato sul pedale dell?acceleratore della Bravo e via verso la Toscana.
Per un disguido con quelli dell?hotel dove abbiamo dormito arriviamo un po? in ritardo, gli altri girano gi? e parte qualche parola che non ripeto.
?scendiamo? le moto dal carrello in fretta e in furia stranamente senza fare danni.
il mio compagno di merenda ? con la sua R1 del 1998: ? decisamente meglio messa di Suzukone, vuoi per l?et?, vuoi perch? la R1 ? un salto generazionale avanti rispetto al 1100 SACS, vuoi perch? comunque la sua ? preparata decisamente meglio e con ben altre aspettative. La sua parte al primo colpo, si spegner? poco dopo perch? nella foga della fretta ha chiuso un rubinetto della benzina che era gi? aperto pensando di aprirlo e credendolo chiuso (chiaro no?)
. L'avviamento della moto (la mia) ? un momento cruciale: potrebbe non partire affatto come ad Adria, potrebbe partire male, potrebbe partire e poi spegnersi? E se andasse male anche col rubinetto nuovo? La brucio.
Mi faccio coraggio e spingo sul bottoncino, la moto spetazza tossicchia e parte a tre, ma si sente che gira quasi bene? spetazza ancora un po?, ?pim pum pam? e arriva anche il quarto cilindro!!!
Il tempo di scaldarla e il vecchio SACS gira come un orologio, i primi timori sono fugati e confido in bene. Anche il tempo, coperto, sembra tenere? Mi vesto ed entro.
Corsia dei box lunga per agevolare l?ingresso, certi missili terra a terra che volano verso la S.Donato, io a parte tutto non sono novello di come si deve andare in pista, ma il Mugello chi l?ha mai visto?
Seconda iniezione di coraggio, seconda marcia (su 5, sempre bene ricordarlo che la vecchietta ne ha solo 5), aspetto un momento di calma e via che entro. Le variabili sono praticamente infinite, e oltre alle citate incognite del motore nell?ordine abbiamo:
? Gomme slick nuove di pacca, da togliere la cera presto e bene senza finire in terra e soprattutto da sperare che il mio manometro economico abbia detto il giusto quando ho fatto la pressione.
? Freni: totale incognita. L?accoppiata dischi originali + Pinze Brembo + adattatori fatti in fresa ? tutta da sperimentare. Dovevo sperimentarla ad Adria ma ? andata diversamente. In ognicaso sono rassicurato: potrei andare dritto alla prima frenata. Per lo meno ho questa prospettiva.
? 1 paraolio della Kayaba mi ha detto ciao poco prima di caricare la moto sul carrello, con annesso piscettino di olio sullo stelo.
? Infine per la serie ?Setting delle sospensioni: questo sconosciuto? mi appresto a girare al Mugello senza sapere come devo regolare la forcella con i nuovi freni. In compenso il mono dietro ? una certezza e so che va bene, quindi non ci guardo nemmeno. Scoprir? solo qualche giorno dopo che avevo ancora una tacca da tirare di precarico, e sa Il Signore quanto mi avrebbe fatto comodo.
Faccio un giro per scaldare il tutto e gi? al Correntaio si mette il ginocchio in terra.
Il motore spinge, spinge bene. Un po? pigro in basso: adesso che la carburazione ? fatta con un minimo di criterio e smagrita forse un filo troppo, ai bassi ? sensibilmente pi? pigro.
Non appena si passano i 7.000 giri il vecchio SACS tira una lecca non indifferente? ma i milloni mi passano sul dritto, sul rovescio (ed anche in curva, ma l? ? il pilota che manca?)
Anche i 600 messi gi? da trofeo non li vedo: i quasi 100 kg che ci separano (equamente ripartiti tra moto e pilota) mettono una seria ipoteca sulle prestazioni, come dire? una zavorra non da poco.
Scoprir? ben presto che quei missili neri che mi sverniciano sono Alessio Polita
e il suo collega (e se non erano loro perdonatemi, ma le moto di sicuro erano del Team Celani). Poi mi passa sopra un tizio e di sfuggita leggo il nome: Prattichizzzzz qualche cosa . E tutti pi? o meno di quel tenore l?, insomma, gente che va piano insomma... Sul lungo rettifilo del Mugello Suzukone detta la sua legge, una legge ad personam valida solo per me (e infatti mi infilano in tanti come un pollo, ma chissenefrega? Io mi sto divertendo).
A met? della Bucine metto la terza (su cinque, scusate se insisto), calo la manona sul gas pesante come un fabbro analfabeta e all?uscita entra bene in coppia: il SACS fa un urlo (solo quello) e poi si porta leggiadro sugli 11.000 giri pedendone meno di un migliaio ad ogni cambiata. Quinta sotto il traguardo, la distendo fino alla S. Donato.
Il Suzukone numero 90 (come la paura) fende l?aria, anzi con il suo CX da capodoglio l?aria la sperona.
Deve essere un bello spettacolo vedere quella specie di cassapanca con le ruote che sul rettilineo del Mugello avanza come un ariete alla carica, e comunque con la sua dignit?: arrivo sempre alla S.Donato in quinta pienissima, ben oltre i 10.000 giri sugli 11.500 utili, praticamente a cannone e miracolo!!! I freni frenano.
Cio?, voi non avete idea di che incubo era fare una staccata con le pinze Toskifo a 6 pistoncini che c?erano su prima.
Roba da incominciare 400 metri prima della curva. Adesso mi attacco ai freni ai 150 (s?????, lo so che voi staccate al cartello dei 25 metri!) e tutto va bene per tutta la durata della giornata. Peccato che le sospensioni non siano del medesimo avviso, dovr? resettarle da capo ed adattarle alla nuova frenata.
Le pinze Brembo hanno trasformato in un punto di forza quello che era la pi? grossa debolezza di questa moto ed anche la pompa PT (che voi mi insegnate essere non troppo famosa per le sue prestazioni) funziona benone.
La moto frena, frena di brutto, e comunque qualche bella cosa la faccio alla S.Donato, dove pi? volte in frenata passo delle moto ben meglio messe della mia. E questo mi rende felice. Il mio amico intanto colleziona un paio di innocui dritti con la sua R1. Va pi? svelto di me (e ci mancherebbe) ma i suoi freni GIAPPONESI DEL CAVOLO non frenano un accidente manco coi tubi in treccia.
Lui fino a luned? pensava che il mio affetto per i freni bergamaschi fosse solo campanilismo. Marted? era gi? attaccato al telefono a cercare pure lui due pinze Brembo usate. Litiga ancora un po? con gomme e sospensioni ma tutto sommato si diverte. Ogni tanto lo vedo passare, ogni tanto lo passo io, pi? spesso mi passa lui.
Giro la mia mattinata senza pretese e con grande divertimento: in curva la moto allarga parecchio e dovrei trovare un mono posteriore pi? lungo per alzare un po? quel sedere old style cos? basso, il vecchio leone SACS fa quello che pu? ma diverte, spinge e non si arrende mai, la velocit? di punta deve essere anche elevata (se i giri non sono fallati e i conti fatti al banco ingannano, arrivare ai 10.500 alla S.Donato vuol dire un bel 260 km/h suppergi?) e chiudo verso la una quando a 10 minuti dalla chiusura della giornata mi finisce la benzina.
A ridimensionare il tutto (con simpatia) ci pensa il fotografo presente in pista quando gli vado a chiedere di farmi vedere le foto. E chi dice che lui le foto non le guarda dice balle?
Il tizio (bolognese) quando capisce qual ? la mia moto esordisce:
?mo tu sei quello che zirava su un catafalco e fazevi le sintille!? (in effetti c?avevo le saponette tamarre, quelle col titanio dentro, per essere ignorante fino in fondo)
?mo ti ho fatto un s?cco di fotografie, che tu andavi bene! A me pi?ze fare le foto a quelli che vengono coi catafalchi e zirano bene, magari non vanno forte ma vengono delle belle foto??
Insomma, la voce dell?innocenza ha parlato. La mia moto, come sospettavo, ? un catafalco.
Che dire? Grande contentezza, grande soddisfazione perch?, scherzi a parte, finalmente ho potuto vedere che quello che abbiamo fatto durante l?inverno ? stato un buon lavoro, che il tempo che abbiamo impiegato ? valso a qualcosa e che l?esperienza fatta ha dato un buon risultato. Lasciando stare i tempi (maco avevo il cronometro
), ho vinto la mia personale sfida di ?resuscitare? una moto pronta per il ragno. Ora con tutti i suoi limiti ? un mezzo che gira, gira bene e che mi diverte e posto che io vado in pista solo per quello?Molte viti perse in pista, grande fatica e il solito mal di testa. Un prezzo che pago sempre volentieri quando porto a casa una giornata cos?.
Al pi? presto seguiranno un paio di foto? quando il bolognese me le sped?sse!
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