....c'? un p? di omert?, nessuno ha nuovi report ? ....
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Le nostre giornate in pista
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GENNAIO AD ALMERIA
http://blog.panorama.it/autoemoto/20...aio-reportage/
Della mia ultima volta in pista, se n?era parlato qui. Era settembre, con la stagione delle uscite ormai al tramonto, e gi? il giorno dopo, la moto e tutto l?armamentario per girare in circuito erano segnati, destinati a finire sotto un telo nel box e in naftalina e a restarci fino alla primavera: lo stop forzato causa meteo, da novembre a marzo, ? la iattura degli appassionati italiani dei cordoli
Qualche settimana dopo quella giornata di fine stagione, le cose, inaspettatamente, cambiano e quello che si prospettava come un lungo letargo invernale lontano dalla moto e dalle piste, di colpo cambia faccia. Il merito ? di una serie di coincidenze, prima tra tutte l?incontro con i ragazzi di Solopista, che di mestiere organizzano giornate di prove libere e corsi di guida in circuito (fa capo a loro, tra le altre cose, la scuola di pilotaggio ufficiale di Kawasaki).
La svolta definitiva arriva a fine novembre, quando finalmente giunge conferma del fatto che la primavera sarebbe s? rimasta l? dove doveva essere, lontanissima nel tempo, ma l?appuntamento con l?esordio stagionale in circuito avrebbe avuto un clamoroso anticipo. A gennaio, nientemeno. E mica sul finire del mese: nella prima settimana dell?anno, cio? quando le temperature, un po? dappertutto in Europa, raggiungono i punti pi? bassi del termometro. Le follie, d?altra parte, quando si fanno, ? giusto farle bene e fino in fondo.
Un po? dappertutto, in Europa, dicevamo. Tranne che nel sud della Spagna, un paradiso per smanettoni, dove l?asfalto ? sempre caldo. Il luogo prescelto per questo fuori programma delle mie vacanze invernali ? il circuito di Tabernas, a circa mezz?ora d?auto da Almeria, citt? andalusa che gli appassionati di cinema conoscono assai bene, vista la quantit? di spaghetti-western (quelli di Sergio Leone in primis) che qualche decennio fa sono stati girati da queste parti.
Il gruppo - ci racconta Francesco Villa, uno dei titolari di Solopista - sar? composto da una quarantina di piloti, provenienti da varie regioni del norditalia. C?? chi, come il sottoscritto, atterrer? a Malaga. Qualcun altro arriver? da Valencia, da Alicante o da Granada. Per tutti, in ogni caso, l?appuntamento ? fissato per venerd? sera all?interno del box dell?autodromo, dove ciascuno ritrover? la propria moto e la propria attrezzatura (tuta, casco, stivali, guanti, cavalletti alzamoto, taniche di benzina, termocoperte, eccetera) partite qualche giorno prima dall?Italia sui Tir della Scuderia Platini, tra le altre cose organizzatore del Ninja Trophy, uno dei trofei monomarca pi? importanti d?Italia.
Due ore di volo, altrettante di auto e, con quindici gradi centigradi di differenza rispetto all?Italia nelle ossa, siamo alle porte del circuito. Dopo essere entrati nel paddock e aver effettuato una rapida sistemazione del mezzo e di tutto il resto in vista del giorno successivo, prendiamo la strada dell?albergo. Mancano meno di dodici ore all?inizio delle danze e la tensione ? alta per tutti, tanto quanto lo stato di apprensione per il fattore M, quel Meteo che per giorni ogni membro del gruppo ha monitorato ai limiti dell?ossessivit? sperando nella sua clemenza. Cena e a letto presto: domani la giornata comincia presto e sar? assai impegnativa.
DAY 1 - Sabato, ore 8. Quando la sveglia suona il cielo ? terso. La temperatura si aggira intorno ai 3 gradi, ma non appena il sole si alza il mercurio del termometro riempie rapido l?asticella di vetro. Alle 11, quando le gomme sotto le termocoperte sono gi? calde e i motori cominciano a rombare siamo intorno ai 20 gradi, pi? che sufficienti a incollare le gomme all?asfalto. Gi? la visiera e si parte. Il circuito - lo sappiamo bene dopo averlo studiato palmo a palmo sulla carta e con l?aiuto dei video on board su YouTube - ? parecchio difficile.
Lungo i 4 chilometri entro cui il tracciato si distende, succede un po? di tutto: saliscendi, curve (13 in totale) di ogni raggio, molte delle quali cieche, cambi di direzione repentini, una chicane che va interpretata con cura, e anche due staccate belle toste, una delle quali richiede di strizzare la leva del freno fino a fare uscire gli occhi fuori dalle orbite per affrontare la curva in seconda marcia subito dopo aver visto sul contachilometri i 240 all?ora. Come minimo.
I primi giri servono a rodare le gomme. Per l?occasione abbiamo deciso di montare delle Dunlop D211 GP Racer con una mescola media (M) all?anteriore e una dura (E) al posteriore, che hanno svolto il loro compito nel migliore dei modi: svelto in ingresso curva, stabile e preciso in percorrenza l?anteriore, capace di un gran grip il posteriore. Ottimo anche il consumo, limitato ed equilibrato.
L?impatto dal vivo con questo tracciato, almeno per chi come me rientra nella categoria degli amatori lenti, ? sconcertante: soprattutto la parte centrale ? un continuo susseguirsi di curve da raccordare, di quelle un po? infami che se-sbagli-la-prima-poi-finisce-che-le-sbagli-tutte.
Ma il circuito non rappresenta la sola difficolt? della giornata. C?? infatti anche da prendere le misure con la moto, la Honda CBR600RR che da quando ? entrata nel mio box ha percorso giusto i chilometri necessari a concludere il rodaggio (meno di un migliaio), troppo pochi per aver acquisito la giusta confidenza, considerando anche che questa strada ? stata fatta tutta a Milano e dintorni tra novembre e dicembre, quindi su strade freddissime e sporche, sempre al limite della praticabilit?.
La prima giornata di prove si conclude con una cinquantina di tornate. I tempi sul giro sono ancora molto, troppo, alti. Il feeling con la moto e con la pista via via cresce, ma troppo lentamente per i miei standard e le mie aspettative: tanto per avere un ordine di grandezza, tra me a Tito Rabat - che l?anno prossimo correr? in Moto2 e che si sta allenando assieme a noi con una moto come la mia (preparata ok, ma ? comunque lo stesso modello) - ?ballano? circa 30 secondi (su 2 minuti e 10 secondi totali circa) a giro. Ovvero: se partissimo insieme, a tre quarti della pista, potrebbe fermarsi, spegnere la moto, fare due foto al paesaggio, ripartire e arrivare lo stesso al traguardo prima di me?
Il dopo-pista, com?era prevedibile, ? tutto un confrontarsi sulla giornata appena trascorsa. Il parterre, peraltro, ? di assoluto interesse: oltre agli istruttori dell?organizzazione, ci confrontiamo con amatori di tutte le specie, alcuni velocissimi, addirittura ex piloti prossimi al rientro alle gare, e giovani talenti che gi? da anni consumano le gomme nei campionati minori in attesa che il loro talento spicchi il volo per una carriera da professionista. Consigli, sempre preziosi, fioccano da ogni dove, e non aspettano altro che essere raccolti e messi in pratica il giorno successivo.
DAY 2 - E cos? sar?: nel corso del mattino della seconda giornata la temperatura ? un po? pi? bassa quindi le gomme faticano un po? di pi? ad andare in temperatura. Ma, giro dopo giro, arriva il caldo e, facendo tesoro di alcune dritte emerse dal debrief informale della sera prima, la familiarit? con la moto e con la pista ha un notevole incremento. Decido, per esempio, di provare a entrare in curva con una marcia pi? alta e di lasciar scorrere la moto anzich? farla spigolare, di fidarmi di pi? di lei anche nelle svolte cieche e di ritardare, giro dopo giro, il momento della staccata. Funziona. I tempi scendono anche se fatico ancora a interpretare bene alcuni punti, soprattutto la famigerata chicane. Ciononostante comincio a divertirmi sul serio. Purtroppo, la riserva di energia che il mio fisico ha a disposizione sta per estinguersi e in queste condizioni ? certamente pi? saggio cominciare a pensare che stia arrivando l?ora di scendere dalla giostra .
A met? pomeriggio l?ultimo round: dieci giri consecutivi con la pista semi-deserta sono sufficienti a farti riconciliare con il mondo e a far svanire anche l?ultimo residuo di stress da logorio della vita moderna. Stanchi ma appagati si rientra ai box. Giusto il tempo di ?re-impacchettare? tutto e osservare le moto che salgono sul bilico che le riporter? in Italia. E noi con loro, il giorno dopo. In attesa della primavera. O chiss?, di una nuova avventura spagnola?Last edited by lucmoto; 21-04-11, 10:14.
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LA PRIMA VOLTA A MISANO
A tre mesi di distanza dall?esperienza invernale sul tracciato spagnolo di Almeria, il nostro ritorno alla pista sul territorio italiano avviene al Santamonica di Misano Adriatico, il luned? che ha fatto seguito a un fine settimana molto particolare, quello della tappa d?esordio della centesima edizione del Civ, il Campionato Italiano Velocit?.
Il fatto di essere arrivati al circuito (sul quale non avevamo mai girato prima) il giorno prima della nostra giornata di prove libere ? stata sicuramente una buona occasione per avere un primo contatto dal vivo sulla sua conformazione: senza avere la pretesa di fissare qualche riferimento sulla base di quanto accade in gara per mano di piloti professionisti, ? servito per raccogliere qualche informazione, da abbinare a quelle ricavabili da una mappa del tracciato o dai video on board su YouTube. Non si butta via niente.
Di sicuro, per?, non ? bastato per esorcizzare la Grande Paura di questo nostro esordio su uno dei cinque circuiti italiani che ospitano una gara mondiale: il famigerato Curvone, la velocissima sequenza di curve che - vista da fuori - pare infinita e che va percorsa in quinta, sesta marcia, possibilmente a tutto gas. E stiamo parlando di velocit? che superano facilmente i 200 km all?ora con il ginocchio che sfiora l?asfalto.
LUNED?, il D-DAY - Ad accoglierci, alle porte del circuito, c?? Mauro Braghiroli, della Braghi Racing, una delle pi? note e titolate societ? che operano nei track days al Santamonica e non solo (qui l?elenco delle prossime date, qui tutto quello che occorre sapere per partecipare a uno dei loro corsi).
Per tutta la giornata saremo ospiti della sua organizzazione, davvero professionale da tutti i punti di vista. Terminato il rito della compilazione e della firma delle liberatorie, scarichiamo dal furgone moto, cavalletti, tuta, casco e tutto il resto dell?armamentario e veniamo accompagnati al nostro box. Lo condivideremo, per tutta la giornata, con un gruppo di smanettoni genovesi che ha ?messo a terra? la passione per la pista in un vero e proprio team amatoriale.
La giornata ? splendida, meteorologicamente perfetta, calda al punto giusto sia per le gomme - che entrano in temperatura in fretta e, al contempo, restano al riparo dal rischio di surriscaldamento - che per i piloti, che riescono a girare per pi? e pi? giri consecutivi senza sciogliersi dentro la tuta in pelle.
Lo stato d?animo, quando assieme agli altri piloti ci troviamo in fondo alla pit lane, ? uno strano mix tra l?apprensione e la curiosit? di verificare con i propri occhi e con le proprie saponette sul ginocchio se davvero questo circuito ? cos? terribilmente impegnativo come in molti vanno raccontando.
?CURVONE?, A NOI DUE - Semaforo verde, imbocchiamo la corsia di ingresso, gi? la visiera e si comincia. Due giri per scaldare le gomme e cominciare a prendere confidenza con le traiettorie. Arrivati al cospetto del Curvone arriva la risposta che stavamo aspettando: alla resa dei conti, non ? poi cos? spaventoso come lo si dipinge. Certo, per farlo forte bisogna avere il ?pelo? giusto e il coraggio di tenere aperto a tutta velocit? con la moto inclinata. Ma da l? a dire che sia una faccenda solo per piloti veri?
Io qui faccio davvero un altro sport: complice anche la lunghezza esageratamente lunga dei miei rapporti, innesto al massimo la quinta marcia e supero a malapena i 200 all?ora. Rispetto ai pi? veloci in pista assieme a me, perdo come niente una decina di secondi.
Non importa, d?altra parte siamo qui per divertirci e riprendere pian piano confidenza con la pista dopo l?allontanamento forzato e ?traumatico? di qualche anno fa. E comunque un obiettivo importante lo abbiamo ragguinto: un po? di tensione si ? asciugata e ora non non ci resta che provare a darci un po? dentro, anche se sempre nei limiti (elevati) delle nostre (scarse) capacit? e nell?istinto di auto-consevazione.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo a vedere il tracciato curva dopo curva. Superate le prime due subito dopo il rettilineo principale, incontriamo la Variante del Parco, seguita dalla Rio. Dopo di essa, arrivano la 5 e la 6 che con un rettilineo di raccordo porta alla e, subito dopo, alla curva del Tramonto.
E? qui che mi rendo conto come non mai del mio vero, grande problema, la fase di staccata: freno troppo, troppo presto e con troppa decisione, con il risultato di scomporre la moto a ridosso della curva compromettendo la possibilit? di inserirla in modo efficace. Come piccola attenuante ho la consistenza della forcella della mia Honda CBR600RR, che - in configurazione standard - ? perfetta per la strada ma tende ad affondare un po? troppo e in maniera eccessivamente rapida quando la si mette alla frusta in pista.
Per le prossime uscite vedremo di ovviare chiudendo di qualche clic la compressione o, ancora meglio, mediante una pi? drastica sostituzione delle molle e dell?olio. E soprattutto, sforzandoci di imparare, una buona volta a frenare in modo pi? fluido e a far scorrere la moto in curva.
MODIFICHE IN VISTA - Con tutta probabilit?, approfitteremo del pit stop per fare qualche altro intervento: al motore, con l?installazione di uno scarico racing; alla trasmissione, accorciandola con un dente in meno al pignone; e alla ciclistica con una coppia di pedane arretrate regolabili.
Per inciso, dopo mesi di valutazioni, la scelta del terminale ? ricaduta sul bellissimo doppio scarico X-Cone Plus della Mivv, mentre per le pedane abbiamo optato per una bella coppia di Metal Tech Racing, le stesse usate dal Team Ten Kate sulle moto omologhe alla mia che corrono il campionato mondiale SuperStock. Nelle prossime puntate proveremo entrambi i componenti.
Torniamo in pista. Usciti dalla curva del Tramonto, e dopo aver oltrepassato il Curvone siamo oltre la met? del giro, quando arriva la curva che forse preferisco, il Carro: anche questa si percorre in seconda marcia ed ? qui che si raggiungono gli angoli di inclinazione pi? elevati in assoluto. All?appello manca solo la Misano e che immette sul rettilineo finale, piuttosto lungo, che permettere di appoggiare la quinta marcia prima di preparare la staccata. Anche qui, per me, dolenti note: la sbaglio costantemente.
DULCIS IN FUNDO - In totale, a fine giornata, abbiamo totalizzato una cinquantina di giri pari a poco pi? di 200 km, senza esagerare, ma sfruttando per bene il tempo che ci ? stato messo a disposizione dagli organizzatori.
Alla fine dell?ultimo turno, le gomme (anche questa volta montavamo delle Dunlop Sportmax D211 GP Racer) sono ancora ottime in buono stato, consumate in maniera omogenea e prive di strappi (nonostante un inconveniente dopo i primi giri ci abbia impedito di continuare a usare le termocoperte) a conferma della loro eccezionale rapporto grip-durata.
I tempi, in assoluto, sono risultati piuttosto alti, anche se il miglioramento ? stato soddisfacente: circa 10 i secondi di differenza nel passo tra i primi giri della mattinata e il best lap. Che, per la cronaca, abbiamo siglato nel primo pomeriggio subito dopo aver fatto qualche giro con Paola Cazzola, una delle pochissime pilote italiane in grado di gareggiare agli stessi livelli del colleghi uomini.
Con la sua Honda CBR1000RR (in gara corre con una 600), la moto sorella maggiore della mia, ci ha dato un saggio fondamentale sulle traiettorie ideali. Una ciliegina sulla torta - che da quest?anno Braghi Racing mette a disposizione gratuitamente in tutte le giornate di prove libere - che ha reso il tutto davvero perfetto.
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Originally posted by BRUNO#74 View PostCiao ragazzi
mi piacerebbe raccoglire per chi gli va di farlo, il racconto delle vostre giornate in pista complete di foto e commenti dei vari momenti della vostra pistata, dalla partenza con la macchina e il carrello pieni, stracolmi di roba, o del furgone che non ci sta nemmeno uno spillo, alla fermata in autogrill, all'arrivo in autodromo, la preparazione prima del primo turno, insomma tutto sulla vostra pistata.
Perch? tutto cio' facciamo in quei giorni ? una emozione che va ricordata, questa passione che ci accomuna per le moto e per la pista
Ciao e buona stagione:1:
BRUNO#74
Ciao
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Seconda uscita stagionale a franciacorta non del tutto riuscita, a parte il meteo incerto fino all ultimo che mi lasciava perplesso sul montare o meno le rain le temperature non erano comunque delle migliori...Entro in pista e faccio il primo giro pi? lento del solito perch? la moto era solo a 40? e quindi non potevo accelerare fuori dalle curve ma dovevo farla scaldare, il secondo giro come sempre, comincio a spingere dato che confido sempre nel giusto funzionamento delle termocoperte...curva 1, 2, 3 imposto bene la 4 e quando ho gi? mollato i freni e impostato correttamente la traiettorie il davanti decide di andarsene a Zozze allegramente...nemmeno il tempo di capire cosa, dove e quando che mi ritrovo a strusciare la visiera del casco contro l asfalto e appeno entro in ghiaia faccio la mia bella capriola e incomincio ad inprecare contro me stesso e la mia stupidit?...non ? la prima volta che giro a franciacorta e quindi so che la spalla sinistra ? sempre pi? fredda essendo la curva 4 la prima a sinistra...eppure non avevo fatto bene i conti con il primo giro fatto a rallentatore...vabb? pedalina rotta, attacchi carena lato sx rotti, distanziale carene rotte, visiera casco rotta...Tutta esperienza diciamo...come dice simoncelli: "sono cose che si sanno ma fin che non ci si sbatte la faccia non si capiscono del tutto"....
lamps
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