abbiamo due visioni diverse: un mio amico ingegnere ed io povero giurista. il punto di partenza è stata la mia domanda circa il motivo matematico-empirico che giustifica le opposte conseguenze sulla rapportatura finale di un aumento o diminuzione di denti sul pignone o sulla corona.
Ragionando insieme o meglio, cercando lui di far ragionare me, siamo arrivati a due visioni diverse sulle premesse e sui risultati di una prova al banco.
in pratica secondo me mettendo una moto sul banco frenato, il risultato, cambiando la rapportatura finale, sarà di:
- una variazione della velocità finale, a seconda della corrispettiva variazione del rapporto finale
- una coppia alla ruota costante (non ho mai sentito dire che una moto al banco dia una certa coppia e allungando il rapporto finale la coppia possa variare...)
- una potenza alla ruota costante (il motore è sempre lo stesso)
secondo l'ing., a velocità max costante, se il momento resistente offerto dal rullo, nei due casi, per es. prova A corona più grande; prova B corona più piccola, è lo stesso, (l'ing ricorda che a velocità costante corrisponde l'uguaglianza del momento della ruota con quello resistente) e sapendo,per esperienza, che nella prova B la velocità massima è maggiore rispetto alla A, ne consegue che la potenza erogata dal motore deve essere diversa. Cio è giustificato dall'equazione : potenza = momento x omega.
riassumendo si ha, secondo l'ing:
- variazione della velocità finale a seconda della corrispettiva variazione del rapporto finale
- UNA COPPIA COSTANTE (dovuta semplicemente alla costanza del momento resistente offerto dal rullo)
- potenza alla ruota DIVERSA
Quindi secondo l'ing per mantenere la stessa potenza nella prova A e B,considerando la variazione di velocità finale, si deve agire per forza sulla coppia resistente andando quindi a modificare la capacità frenante del rullo (ruota frenata del banco)
Io mi chiedo se sia vero che i risultati di coppia e potenza alla ruota di una prova al banco debbano tenere conto di variazioni della forza frenante al variare della rapportatura finale.
p.s. SCUSATE SE MI SONO ESPRESSO MALE MA CHI SCRIVE è UN SEMPLICE GIURISTA
Ragionando insieme o meglio, cercando lui di far ragionare me, siamo arrivati a due visioni diverse sulle premesse e sui risultati di una prova al banco.
in pratica secondo me mettendo una moto sul banco frenato, il risultato, cambiando la rapportatura finale, sarà di:
- una variazione della velocità finale, a seconda della corrispettiva variazione del rapporto finale
- una coppia alla ruota costante (non ho mai sentito dire che una moto al banco dia una certa coppia e allungando il rapporto finale la coppia possa variare...)
- una potenza alla ruota costante (il motore è sempre lo stesso)
secondo l'ing., a velocità max costante, se il momento resistente offerto dal rullo, nei due casi, per es. prova A corona più grande; prova B corona più piccola, è lo stesso, (l'ing ricorda che a velocità costante corrisponde l'uguaglianza del momento della ruota con quello resistente) e sapendo,per esperienza, che nella prova B la velocità massima è maggiore rispetto alla A, ne consegue che la potenza erogata dal motore deve essere diversa. Cio è giustificato dall'equazione : potenza = momento x omega.
riassumendo si ha, secondo l'ing:
- variazione della velocità finale a seconda della corrispettiva variazione del rapporto finale
- UNA COPPIA COSTANTE (dovuta semplicemente alla costanza del momento resistente offerto dal rullo)
- potenza alla ruota DIVERSA
Quindi secondo l'ing per mantenere la stessa potenza nella prova A e B,considerando la variazione di velocità finale, si deve agire per forza sulla coppia resistente andando quindi a modificare la capacità frenante del rullo (ruota frenata del banco)
Io mi chiedo se sia vero che i risultati di coppia e potenza alla ruota di una prova al banco debbano tenere conto di variazioni della forza frenante al variare della rapportatura finale.
p.s. SCUSATE SE MI SONO ESPRESSO MALE MA CHI SCRIVE è UN SEMPLICE GIURISTA
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