Prendo spunto dalla discussione iniziata da Pani, che non conosco personalmente quindi le opinioni che scrivero' si basano esclusivamente su quello che ha scritto.
Premetto che sono uno dei cosiddetti neofiti, o pivelli, magari anche fermoni, visto che sulla Misano nuova ho girato a fatica in 2:04, su quella vecchia in 2:00 e a Ledenon in 1:44, e che vado in pista appena posso solo dall'anno scorso.
Premetto inoltre che anche secondo me il comportamento in pista deve essere corretto e rispettoso, sia nel non creare intralcio se si e' piu' lenti, sia nel non creare panico nei sorpassi se si e' piu' veloci.
Quello che davvero non mi va giu' e' l'atteggiamento che traspare dal tono del post, quando si parla di una presunta elitarieta' del girare in pista, quando leggo che solo gli "eletti", le persone un po' speciali hanno il diritto di girare in pista.
Io vado in pista per divertirmi, e per imparare a guidare, nei miei limiti e con il mio passo. Ho meno diritto di chiunque altro a praticare questo sport, che mi costa impegno, fatica e denaro? Non credo proprio. Cosi' come non credo che chi comincia a girare a 30 anni debba essere guardato con sufficienza da chi magari ha avuto la fortuna, l'occasione di iniziare quando di anni ne aveva 5, e a 30 anni ne ha 25 di esperienza.
Se qualcuno va piu' forte di me, se guida meglio di me, ha la mia ammirazione, e mi e' di stimolo per migliorarmi, per "rubare" i segreti della guida, perche' come ha imparato lui, magari posso imparare anch'io. E non credo che tutti quelli che hanno cominciato quando la pista era affare per pochi, abbiano cominciato ad andar forte da subito. Avranno preso sonore batoste dall'amico piu' esperto, e magari anche qualche dito medio alzato per essersi trovati nella posizione di frenare un pilota piu' veloce. Mi sembra pero' che, se l'atteggiamento dei veterani della pista e' quello che traspare dal post di Pani, lui e le persone che la pensano come lui hanno sicuramente imparato a guidare forte, ma solo e soltanto quello.
Io non ho alcuna intenzione di andare ad imparare ad andar forte, pur nei miei limiti, in Val Trebbia o alle Coste, con il rischio di ritrovarmi spappolato da qualche parte. Io voglio praticare lo sport che amo nell'ambiente ad esso preposto, senza dover chiedere il permesso a qualsivoglia senatore.
Da parte mia, mi sento in dovere di praticarlo in modo sicuro, per me e per gli altri, infatti i miei corsi me li sono fatti, mi attengo alle regole di comportamento in pista e curo la preparazione della moto per prevenire nel migliore dei modi qualsiasi inconveniente.
La pista DEVE essere per tutti, perche' se siamo tutti motociclisti, siamo tutti nella stessa condizione di condividere una passione potenzialmente pericolosa, e che DEVE trovare il suo terreno di gioco nel posto dove la sicurezza, se non assoluta, almeno e' ai migliori livelli possibili.
A qualcuno questo atteggiamento poco elitario, poco eroico, poco leggendario nei confronti della guida in pista sembra dare fastidio. Io trovo questo fastidio estremamente irrispettoso della passione che condividiamo.
Premetto che sono uno dei cosiddetti neofiti, o pivelli, magari anche fermoni, visto che sulla Misano nuova ho girato a fatica in 2:04, su quella vecchia in 2:00 e a Ledenon in 1:44, e che vado in pista appena posso solo dall'anno scorso.
Premetto inoltre che anche secondo me il comportamento in pista deve essere corretto e rispettoso, sia nel non creare intralcio se si e' piu' lenti, sia nel non creare panico nei sorpassi se si e' piu' veloci.
Quello che davvero non mi va giu' e' l'atteggiamento che traspare dal tono del post, quando si parla di una presunta elitarieta' del girare in pista, quando leggo che solo gli "eletti", le persone un po' speciali hanno il diritto di girare in pista.
Io vado in pista per divertirmi, e per imparare a guidare, nei miei limiti e con il mio passo. Ho meno diritto di chiunque altro a praticare questo sport, che mi costa impegno, fatica e denaro? Non credo proprio. Cosi' come non credo che chi comincia a girare a 30 anni debba essere guardato con sufficienza da chi magari ha avuto la fortuna, l'occasione di iniziare quando di anni ne aveva 5, e a 30 anni ne ha 25 di esperienza.
Se qualcuno va piu' forte di me, se guida meglio di me, ha la mia ammirazione, e mi e' di stimolo per migliorarmi, per "rubare" i segreti della guida, perche' come ha imparato lui, magari posso imparare anch'io. E non credo che tutti quelli che hanno cominciato quando la pista era affare per pochi, abbiano cominciato ad andar forte da subito. Avranno preso sonore batoste dall'amico piu' esperto, e magari anche qualche dito medio alzato per essersi trovati nella posizione di frenare un pilota piu' veloce. Mi sembra pero' che, se l'atteggiamento dei veterani della pista e' quello che traspare dal post di Pani, lui e le persone che la pensano come lui hanno sicuramente imparato a guidare forte, ma solo e soltanto quello.
Io non ho alcuna intenzione di andare ad imparare ad andar forte, pur nei miei limiti, in Val Trebbia o alle Coste, con il rischio di ritrovarmi spappolato da qualche parte. Io voglio praticare lo sport che amo nell'ambiente ad esso preposto, senza dover chiedere il permesso a qualsivoglia senatore.
Da parte mia, mi sento in dovere di praticarlo in modo sicuro, per me e per gli altri, infatti i miei corsi me li sono fatti, mi attengo alle regole di comportamento in pista e curo la preparazione della moto per prevenire nel migliore dei modi qualsiasi inconveniente.
La pista DEVE essere per tutti, perche' se siamo tutti motociclisti, siamo tutti nella stessa condizione di condividere una passione potenzialmente pericolosa, e che DEVE trovare il suo terreno di gioco nel posto dove la sicurezza, se non assoluta, almeno e' ai migliori livelli possibili.
A qualcuno questo atteggiamento poco elitario, poco eroico, poco leggendario nei confronti della guida in pista sembra dare fastidio. Io trovo questo fastidio estremamente irrispettoso della passione che condividiamo.
Comment