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Ma è sempre meglio partecipare no?
Partiamo dalla linea del traguardo
Qui sono tutto a dx sulla riga bianca e cerco di rimanerci il pi? possibile quasi fino allo scollinamento.
Sul traguardo sono in 6a marcia e tutto pieno faccio anche lo scollino. Qui devo stare attento all'anteriore che inevitabilmente tende ad alleggerirsi, in pi? lo spostamento verso sx rende lo sterzo, se possibile, ancor meno stabile e a volte quando la ruota tocca terra non ? perfettamente in asse. Questo provoca degli sbacchettamenti che a quella velocit? non sono proprio simpatici. Comunque la cosa importante ? non mollare mai il gas per evitare che il problema aumenti.
A questo punto l'unica cosa che guardo ? il cartello dei 200 mt, questo ? il punto dove la staccata si fa impegnativa, infatti la velocit? supera i 300 kmh.
Appena passo il cartello dei 200 mi attacco ai freni, la frenata ? dolce e prolungata fin dentro la curva e la scalata ben divisa per tutto lo spazio che ho a disposizione.
Qui si frena dolcemente per evitare che un brusco trasferimento di carico dal posteriore all'anteriore metta in crisi pi? del dovuto la ciclistica.
Il colpo d'occhio che se ne ricava ? quello di andare dritti e di non riuscire a stare in pista, ma ? solo un fatto visivo dato da un rallentamento elevato in poco spazio. Certo, la prima volta fa impressione, ma si pu? fare, a patto di rimanere rilassati con il corpo per non scomporre il mezzo.
Adesso affronto la S.Donato in 3a marcia, si entra piuttosto decisi sul cordolo e appena lo si trova si comincia ad accelerare un pelo.
La moto vorrebbe allargare la traiettoria, ma io volutamente non accelero a fondo e anche se sembra strano aspetto al cordolo e lo tengo fin alla 3/4 della curva.
A questo punto accelero tutto cercando di rimanere il pi? a dx possibile. Quando ancora non ho finito l'accelerazione mi trovo ad affrontare la prima Esse.
Sono il pi? a dx possibile, il che non sempre corrisponde alla riga bianca a dx, anzi, se l'accelerazione ? buona mi trovo si sulla dx ma con un buon metro di distanza dalla riga bianca.
Dentro, una ?toccatina? veloce ai freni, e via nella Esse.
Qui ? fondamentale la percorrenza, infatti fino a quando non decido di cambiare direzione il gas deve essere ben chiuso e anzi il freno motore deve aiutarmi a rallentare ulteriormente, in modo da rimanere il pi? alto possibile per il cambio di direzione.
Adesso in modo molto secco e deciso cambio direzione aiutandomi con un gran colpo di gas, quasi fosse un accelerata, e con la ruota anteriore aggredisco il cordolo di dx, aspetto di esserci sopra con il ginocchio e quindi spigolo e accelero con decisione tutto il gas che ho a disposizione.
L'uscita dalle Esse del mugello ? sempre critica, infatti la potenza che si ha con i mille ? tanta ed il rischio di volare fuori ? elevatissimo.
In questa variante, come in tutte le altre ? fondamentale la velocit? nel cambio di direzione, infatti pi? si ? veloci pi? si guadagnano metri di pista in uscita.
Adesso tiro tutta la 3a fino alla staccata delle seconda Esse.
Questa variante ? pi? veloce della prima, ma il giochino ? sempre lo stesso, unica differenza il fatto di poter inserire la moto stando completamente sulla riga bianca a dx.
L'inserimento ? velocissimo, non freno violentemente, ma anche qui accompagno la frenata fin dentro la Esse, anzi i freni li lascio solo quando vado a dare un bel colpo di gas per aiutarmi nel cambio di direzione.
L'uscita ? come la prima, cio? ritardo l'apertura del gas per riuscire a spigolare e poi gas pieno fin sopra al cordolo esterno.
Allungo verso la Casanova ed arrivo alla staccata in 4a marcia.
A questo punto freno sempre il pi? dolcemente possibile, scalo una marcia e letteralmente mi tuffo in discesa nella Casanova.
Bisogna stare attenti alla percorrenza in questo inserimento, infatti la sensazione ? quella di un salto nel vuoto, accentuata da un buco proprio vicino al cordolo interno, ed ? facile irrigidirsi andando a complicarsi la vita da soli.
Se in questo punto, come poi nelle Arrabbiate, non ho la sensazione di volare fuori allora vuol dire che la velocit? di percorrenza ? bassa. Sembrer? strano, ma io mi fido molto della mia paura, se non ne ho vuol dire che posso andar pi? forte.
Metto la 4a e dal cambio di direzione in poi, cio? per tutta la percorrenza della Savelli e fino all'Arrabbiata 1, il gas rimane aperto, e posso assicurare che la sensazione ? indescrivibile.
All'uscita della Savelli non arrivo fino al cordolo esterno, ma per quanto mi ? possibile cerco di non allargarmi, diciamo che lascio un buon metro abbondante tra me e il cordolo.
Ritorno tutto a sx chiudo il gas e non solo quello, e mi tuffo nella prima delle Arrabbiate.
Il cordolo interno lo pizzico appena, tanto la forza centrifuga mi porta inevitabilmente verso l'esterno della pista.
Un affondo all'acceleratore restando tutto sulla riga bianca di sx e quando la sensazione ? quella di andar dritto chiudo e mi butto nella seconda Arrabbiata.
Qui ? fondamentale ritardare l'ingresso per aver pi? pista possibile in uscita.
Arrivo sul cordolo interno e ricomincio a dar gas sfruttando tutta la pista in uscita, cordolo compreso.
Tiro la 4a e scalo una marcia per affrontare la Esse.
Qui si fa tutto come nella due precedenti, velocit? di percorrenza, cambio di direzione rapido, e gas pieno dopo una piccola spigolata.
Unico neo il buco in piena accelerazione.
Allungo la 3a, metto la 4a ed arrivo tutto sulla sx per il Correntaio.
Qui scalo una marcia, ed inserisco con la leva del freno ancora ben salda in mano.
Al Correntaio devo entrare forte ritardando il pi? possibile l'ingresso e quando raggiungo la corda non la devo pi? lasciare fino all'uscita, infatti devo sacrificare l'uscita per poter essere tutto sulla dx all'ingresso della Biondetti 1.
Le Biondetti sono difficilissime e spesso il tempo sul giro si decide proprio in questo punto.
Metto la 4a ed entro deciso sul cordolo, bisogna tagliarlo sulla sx e quando il ginocchio ? sul cordolo di sx con un colpo secco si cambia direzione senza esitazione, la sensazione che si ha ? quella di essere in anticipo sulla curva successiva, ma la velocit? data dal gas completamente aperto, mi porta in linea con la curva successiva senza che neppure me ne accorga.
In uscita si va sul cordolo e lo si sfrutta tutto quasi fino all'erba.
Metto la 5a sull'allungo che mi porta alla Bucine spostandomi tutto verso dx.
Ai 100 metri stacco deciso ed aggredisco il cordolo all'ingresso, inevitabilmente alla corda sono lontano dal cordolo di almeno un metro per effetto della forza centrifuga.
Il rallentamento dato dal freno motore mi aiuta a riprendere il cordolo quando la curva ? ormai alla sua 3/4.
A questo punto giro tutto il gas e lascio che la moto scorra per tutta la pista fino al cordolo esterno.
La Bucine non ? facile, infatti ha tantissimo spazio da sfruttare in uscita ed il feeling qui ? fondamentale.
Adesso sono nuovamente sul rettifilo di arrivo e posso cominciare a pensare a dove staccher? alla S.Donato.
I rapporti li calcolo mettendo la 6a sulla linea del traguardo, se la metto dopo sono lungo altrimenti il contrario.
Le tre cose da ricordare sempre quando si gira al Mugello sono:
? frenate sempre dolci e allungate fin dentro la curva
? ritardare il pi? possibile gli inserimenti in curva dove necessario
? velocit? nei cambi di direzione.
(fonte dbrt)
Complimenti...una delle descrizioni + efficaci che abbia mai letto!!!
e non citi il tempo,giustamente!!
Bravo! sara' il nome...
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