Si, potete farvela: ecco come funziona la shoulder cam che regala spettacolo in MotoGP.
La shoulder cam, introdotta in MotoGP dal GP del Portogallo 2022, è stata una delle novità più interessanti della stagione: ecco come è fatta e perché non possiamo più farne a meno.
La shoulder cam in MotoGP è una delle migliori idee che la Dorna abbia partorito nel 2022: visuale privilegiata della pista movimenti del pilota, pulsantiera del blocchetto sinistro e abbassatore inclusi e, cosa che non guasta, un’inquadratura in prima persona del momento in cui il fuoriclasse di turno discute nel box con il suo ingegnere. La telecamera è stata costruita seguendo la scia della helmet cam introdotta mesi prima in Formula 1, ma a differenza di quest’ultima la visuale non deve fare i conti con la visiera del casco e l'halo che vanno a compromettere l’immagine.
Quando la regia trasmette ci si rende conto in un attimo - vale per chi è a casa, ma anche per chi la moto la guida - di quanto l’asfalto sia vicino al corpo del pilota in piega. O, almeno, questo è stato il commento di Pecco Bagnaia quando è toccato a lui indossarla. Ora, grazie ad un paio di scatti postati su Twitter da Peter Bom di 2D, riusciamo ad avere un'idea più precisa del suo funzionamento: la prima versione, con un peso di 750 grammi, è stata prodotta in tre esemplari, mentre sul finire della stagione sono state costruite altre due telecamere con un peso di appena mezzo chilo, per un totale di cinque telecamere che l’organizzatore può montare sulle tute dei piloti. Dorna, non è un segreto, produce internamente tutto l’hardware necessario - così come fa per le telecamere onboard - ma la parte più ingombrante, costosa e difficile da replicare, almeno in questo caso, è il trasmettitore che invia le immagini a dei ricevitori collocati a bordo pista.
Se l’obiettivo della telecamera viene montato sul petto (e si è lavorato molto per capire esattamente in che punto applicarla) il resto viene nascosto nella ‘gobba’ della tuta. Se volete costruirvene una, quindi, orasapete come fare: sul mercato esistono centinaia di telecamere grandangolari a spessore ridottissimo e sarà sufficiente praticare un piccolo foro sulla tuta e mettere il resto dell’attrezzatura nel retro della tuta per avere la propria visuale da MotoGP, cosa che senza il problema di dover trasmettere le immagini in diretta è un lavoretto piuttosto semplice. In futuro, magari, brand di abbigliamento tecnico e aziende specializzate in action cam mettano insieme le forze per costruire qualcosa di un po’ meno artigianale, ma per gli smanettoni da pista c'è già una soluzione.
I diversi componenti si attaccano al paraschiena presente sulla tuta del pilota.
La shoulder cam di Alex Rins nella sua prima versione.
Fonte mowmag.com
La shoulder cam, introdotta in MotoGP dal GP del Portogallo 2022, è stata una delle novità più interessanti della stagione: ecco come è fatta e perché non possiamo più farne a meno.
La shoulder cam in MotoGP è una delle migliori idee che la Dorna abbia partorito nel 2022: visuale privilegiata della pista movimenti del pilota, pulsantiera del blocchetto sinistro e abbassatore inclusi e, cosa che non guasta, un’inquadratura in prima persona del momento in cui il fuoriclasse di turno discute nel box con il suo ingegnere. La telecamera è stata costruita seguendo la scia della helmet cam introdotta mesi prima in Formula 1, ma a differenza di quest’ultima la visuale non deve fare i conti con la visiera del casco e l'halo che vanno a compromettere l’immagine.
Quando la regia trasmette ci si rende conto in un attimo - vale per chi è a casa, ma anche per chi la moto la guida - di quanto l’asfalto sia vicino al corpo del pilota in piega. O, almeno, questo è stato il commento di Pecco Bagnaia quando è toccato a lui indossarla. Ora, grazie ad un paio di scatti postati su Twitter da Peter Bom di 2D, riusciamo ad avere un'idea più precisa del suo funzionamento: la prima versione, con un peso di 750 grammi, è stata prodotta in tre esemplari, mentre sul finire della stagione sono state costruite altre due telecamere con un peso di appena mezzo chilo, per un totale di cinque telecamere che l’organizzatore può montare sulle tute dei piloti. Dorna, non è un segreto, produce internamente tutto l’hardware necessario - così come fa per le telecamere onboard - ma la parte più ingombrante, costosa e difficile da replicare, almeno in questo caso, è il trasmettitore che invia le immagini a dei ricevitori collocati a bordo pista.
Se l’obiettivo della telecamera viene montato sul petto (e si è lavorato molto per capire esattamente in che punto applicarla) il resto viene nascosto nella ‘gobba’ della tuta. Se volete costruirvene una, quindi, orasapete come fare: sul mercato esistono centinaia di telecamere grandangolari a spessore ridottissimo e sarà sufficiente praticare un piccolo foro sulla tuta e mettere il resto dell’attrezzatura nel retro della tuta per avere la propria visuale da MotoGP, cosa che senza il problema di dover trasmettere le immagini in diretta è un lavoretto piuttosto semplice. In futuro, magari, brand di abbigliamento tecnico e aziende specializzate in action cam mettano insieme le forze per costruire qualcosa di un po’ meno artigianale, ma per gli smanettoni da pista c'è già una soluzione.
I diversi componenti si attaccano al paraschiena presente sulla tuta del pilota.
La shoulder cam di Alex Rins nella sua prima versione.
Fonte mowmag.com
Comment